Colpevoli di amare. I diritti LGBT in Polonia sono ancora sotto attacco. Intervista a Mikolaj Czerwiński

Quando il sindaco di Varsavia ha firmato la dichiarazione a supporto dei diritti LGBT nella Capitale, promettendo classi sull’anti-discriminazione nelle scuole, un Centro LGBT e un sistema legale e psicologico di supporto, la reazione del partito conservatore e omofobico ora al governo, PiS (in italiano Legge e Giustizia), non si è fatta attendere. Il leader di PiS, Jarosław Kaczyński, ha definito la realtà LGBT un’ideologia da combattere, dichiarando che “Noi dobbiamo vivere in libertà, non sottomessi a tutto ciò che sta accadendo ad Ovest dei nostri confini… dove la libertà sta venendo cancellata”, come riportato da Reuters.

Ad oggi, quasi 100 comuni si sono dichiarati LGBT ideology free zone, ossia un’area “libera” dalle persone LGBT più grande dell’Ungheria. Ma quanto è stata colpita la comunità LGBT in Polonia? Ho intervistato Mikolaj Czerwiński, attivista LGBT, vicepresidente dell’associazione Queerowy Maj, che con le sue parole mi ha fatto comprendere una cosa fondamentale: qualcosa in Polonia sta cambiando, dal basso.

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Attivista LGBT Miko Czerwiński

Cracovia ancora conservatrice, ma qualcosa sta cambiando

Avendo vissuto all’estero e vedendo coi propri occhi politiche anti-discriminatorie e parità di trattamento per le persone LGBT, Miko ha iniziato a volere lo stesso per il proprio Paese e per questo è diventato attivista. “Otto anni fa la situazione era davvero diversa. Alla prima marcia per l’Eguaglianza di Cracovia, si erano presentati alcuni gruppi di contromanifestanti di destra e neonazisti, lanciandoci uova, insultandoci. Durante la manifestazione non si registrò alcun atto di violenza fisica, ma tornando a casa sono stato attaccato fisicamente e così molte altre persone. La situazione era abbastanza pericolosa per noi.” 

Cracovia è una città conservatrice con il PiS al governo, ancora oggi. Tuttavia, l’anno scorso circa 10.000 persone hanno partecipato alla marcia per l’Eguaglianza. È stata “una grande celebrazione della diversità”, dice Miko, seconda solo alla Capitale, con 70.000 partecipanti e Poznań con 13.000 persone, pochi contromanifestanti e nessun episodio di violenza. “Un paio di anni fa, il consiglio comunale non mostrava interesse nella marcia, non ci davano alcun supporto, e lo stesso l’anno scorso. Si erano rifiutati di darci il patrocinio, ma allo stesso tempo abbiamo ricevuto diverse dichiarazioni di supporto dal vice-presidente del consiglio municipale e 10 membri hanno partecipato alla marcia stessa ”.

Decisamente contraria e aggressiva, invece, la reazione del vescovo di Cracovia, che ha definito gli LGBT una piaga per la società, ricevendo commenti di supporto da Kaczyński. Le persone stanno iniziando ad essere di mentalità più aperta rispetto a otto anni fa, ma questo tipo di dichiarazioni da parte della Chiesa polacca hanno ancora una grande influenza. In più, ha cambiato la propria strategia di comunicazione, passando da una campagna “anti LGBT” a una “pro-famiglia”, per ottenere maggior supporto.

L’impatto dell’area LGBT free sulla comunità

L’area “LGBT-free” consiste in una risoluzione non vincolante e, in altre parole, non ha alcuna valenza legale e, costituzionalmente parlando, non potrebbe essere mai legittima. “Tuttavia, anche se queste risoluzioni non hanno alcun impatto legale diretto sulle persone LGBT, queste possono essere interpretate in modo tale da impedire, ad esempio, ad associazioni LGBT di organizzare alcuni eventi, compresa la marcia dell’Eguaglianza, e impedendo a membri dei consigli comunali a supporto degli LGBT di dare aiuti concreti”, sottolineando ancora una volta che anche se non si tratta di risoluzioni vincolanti, hanno comunque un impatto enorme su questo tipo di dinamiche interne alla politica e sulle persone.

Miko fa però un’osservazione interessante: molti cittadini nell’area interessata hanno chiesto ai propri consigli comunali di revocare queste risoluzioni. E a questo punto mi fa capire che ci sono delle discrepanze tra la comunicazione aggressiva della politica e la reale percezione della gente comune sugli LGBT.

“Cracovia ci dà un esempio interessante. In teoria fa parte dell’area LGBT-free, ma di fatto le persone stanno iniziando ad essere più tolleranti e progressiste ” e spesso le dichiarazioni della politica a livello nazionale, contro questa fantomatica ideologia LGBT importata dall’Occidente, non trovano riscontro nella società.

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Marcia dell’Eguaglianza 2019, Cracovia. Foto: Mario Giagnorio

La politica arranca, ma non a livello locale

Nei sondaggi sulle elezioni presidenziali, il partito al governo PiS, registra un 54% delle preferenze, con il candidato e attuale Presidente Andrzej Duda, mentre l’unico candidato di sinistra in corsa, Biedroń registra un 7%. Dunque, se un imminente ribaltamento sulla scena politica nazionale non è neanche immaginabile, Miko sottolinea un punto emblematico. “Loro non possono censurarlo nei dibattiti pubblici in TV, mentre parla a supporto dei diritti LGBT. Sta costringendo gli altri candidati a prendere almeno una posizione sulla questione, che gradualmente sta diventando parte del dibattito pubblico.” Qui si fa spazio anche l’aspra controversia sull’interpretazione dell’Articolo 18 della Costituzione Polacca. La lettura più diffusa presume che l’articolo proibisca il matrimonio tra due persone dello stesso sesso e anche la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza in favore di questa interpretazione, dichiarando che una diversa lettura di questo Articolo dovrebbe essere considerata incostituzionale. Ricordiamo che l’Articolo 18 recita:

Il matrimonio, essendo l’unione tra un uomo e una donna, allo stesso modo la famiglia, la maternità e la paternità, sono posti sotto la protezione e la cura della Repubblica Polacca.

Una corte amministrativa provinciale di Varsavia si è tuttavia pronunciata contro l’interpretazione dominante, dichiarando che l’Articolo 18 effettivamente protegge il matrimonio tra un uomo e una donna, ma non specifica alcun divieto sul matrimonio tra persone dello stesso sesso e non proibisce neanche che un certificato di matrimonio estero possa essere trascritto, come nel caso portato di fronte alla stessa Corte da due vlogger molto popolari in Polonia, Jakub e Dawid, che si sono sposati all’estero e hanno visto respinta la loro richiesta di trascrizione del certificato di matrimonio dall’amministrazione polacca. Questa può essere considerata una vera e propria sentenza storica per il Paese.

Un vento di cambiamento

“La discriminazione resta, è deleterio”, la comunità LGBT continua ad essere minacciata e “lo stato d’animo negativo nel vivere in una zona che apertamente si dichiara contro gli LGBT… ha un impatto enorme sulle persone, anche se non ha un impatto legale diretto.” È difficile dire quando qualcosa cambierà a livello politico nazionale, ma come sottolinea Mikolaj, se anche una città così conservatrice come Cracovia ha iniziato ad accettare la comunità LGBT è un passo enorme, compreso il fatto che due attivisti LGBT siano stati nominati parte del comitato anti-discriminazione della città. Nel seguire l’esempio di figure coraggiose come quella di Paweł Adamowicz, sindaco di Danzica, che era a supporto della comunità LGBT, dei migranti e delle minoranze, assassinato nel 2019 sul palco durante un evento di beneficenza, la dimensione locale è la chiave per dare alle persone LGBT il diritto di amare.

Cristina Piga

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