steve mccurry mostra bologna

“Una testa un volto. Pari nelle differenze”: la fotografia di Steve McCurry a Bologna

“La competenza del professionista e l’ispirazione dell’artista nel mostrare la natura umana attraverso le immagini, con un’autenticità e un’immediatezza che sono raramente raggiunte dalla parola parlata e scritta” 

Questo è quanto si legge nella motivazione del premio Colomba d’oro internazionale ricevuto da Steve McCurry lo scorso 30 novembre, nel Palazzo Re Enzo, a Bologna.

L’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo ha riconosciuto al fotografo americano “una straordinaria capacità di catturare l’anima e raccontare le storie dei soggetti incontrati, attraverso un uso consapevole e accorto dello sfruttamento fotografico”.

McCurry non ha bisogno di molte presentazioni: è stato primo giornalista occidentale ad offrire una documentazione per immagini di tutto ciò che accadeva in Afghanistan – alla fine degli anni 70 –  fotografando il conflitto, le tradizioni e la cultura di quel paese. Universalmente riconosciuto come “il fotografo di Sharbat Gula”- la “Ragazza afgana”, una delle immagini più iconiche del XX secolo. Successivamente ha continuato a immortalare i conflitti internazionali tra cui le guerre in Iran – Iraq, in Libano, in Cambogia, nelle Filippine e la Guerra del Golfo. Vincitore, per ben quattro volte, del premio  World Press Photo Contest, il suo lavoro si concentra su ciò che la guerra imprime non solo sul paesaggio, ma soprattutto sul volto umano.

Una mostra contro ogni tipo di discriminazione

In occasione della prima Biennale della Cooperazione, lo scorso 30 novembre, è stata inaugurata a Palazzo d’Accursio a Bologna, la mostra di Steve McCurry “Una testa, un volto. Pari nelle differenze”. Gli scatti del fotoreporter saranno visitabili fino al 6 gennaio 2019 presso le Collezioni Comunali d’Arte.

Le fotografie – esposte su strutture antromoporfe in ferro battuto – raccontano conflitti, culture, tradizioni e abitudini diverse l’una dall’altra. Sono 40 i ritratti, di cui alcuni inediti, che educano alla conoscenza e alla visione senza pregiudizi per salvaguardare il patrimonio delle differenze tra le culture del mondo. Tra i volti della mostra, anche un’immagine scattata in Umbria: il ritratto alla bevanate Veronica Corvelli – la giovane studentessa incontrata al Mercato delle Gaite, in occasione della ricostruzione medievale che si tiene ogni anno nel comune perugino. Come ha più volte affermato McCurry: “l’Italia è un museo a cielo aperto” sebbene affascinato dalla cultura buddista, l’Italia è quel posto magico in cui passato e contemporaneità vanno di pari passo. Non esiste altro posto al mondo in cui  vorrebbe vivere.

Il percorso è arricchito da un gioco di luci accompagnate da video multimediali e specchi, curati da Matteo Lolletti e Juan Martin Baigorria (Sunset), attraverso cui lo spettatore può immedesimarsi e diventare egli stesso parte integrante della mostra.

Ed è solo attraverso il volto di una persona, secondo McCurry,  che è possibile sentire e assaporare il modo in cui vive e raccontarne gli eventi. “Le mie foto non sono nulla di profondo, colgo piccoli momenti nelle strade, ma tutto sta nell’espressione del viso. A volte, faccio uno sforzo di immaginazione e non so cosa stia per succedere”racconta alla giornalista di Repubblica Francesca Caferri, in occasione del dibattito sull’uguaglianza organizzato nella giornata inaugurale dell’esposizione. E aggiunge: “Ci sono varie foto che avrei voluto scattare, ma non l’ho fatto. Mi preoccupa ledere la privacy della persona, dunque ogni scatto dipende da ogni singola situazione”.

Ma la fotografia può essere uno strumento per combattere le discriminazioni? Per il fotoreporter americano, in tempi di confini sbarrati e muri che tornano ad alzarsi, la fotografia non solo è un modo per osservare e soddisfare la curiosità del tempo in cui viviamo, ma anche il mezzo attraverso cui combattere i pregiudizi: la bellezza del mondo risiede nelle diverse forze che tutti i giorni si incontrano.

Francesca Lisi

Immagine di copertina: Repubblica Bologna

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