Cocainenomics, il mondo della droga raccontato da Netflix e Wall Street Journal

Qualche mese fa ho avuto il piacere di intervistare, per The Bottom Up, Ivan Compasso “Grozny”, con il quale abbiamo parlato del traffico della droga in Messico e delle sue avventure da giornalista freelance in giro per il mondo. È di questi giorni la notizia della scoperta, da parte delle autorità statunitensi, di un tunnel lungo circa 800 metri usato dai narcotrafficanti messicani come deposito della droga trafficata (le autorità hanno sequestrato una tonnellata di cocaina e ben sette di marijuana). Notizie di questo genere sono quasi all’ordine del giorno, soprattutto per l’attenzione mediatica che l’argomento suscita – tanto da diventare tema di dibattito nella campagna elettorale di Donald Trump nella corsa alla presidenza USA – e anche qui su The Bottom Up abbiamo spesso dedicato attenzione alla questione, dalla prima citata intervista a Grozny ai giornalisti e reporter uccisi in Messico, passando per la fuga e ricattura de El Chapo, capo del cartello di Sinaloa, e il documentario Cartel Land, recensito per Mondovisioni.

In questo articolo si vuole aggiungere un altro tassello parlando di Cocainenomics. No non è una sezione di The Bottom Up dedicata alla droga (sullo stile della nostra rubrica The Bottonomics): non perché non sia una bella idea ma semplicemente perché ci ha già pensato il Wall Street Journal. Anzi, ci ha pensato Netflix in collaborazione con il Wall Street Journal. Vi starete chiedendo: perché una piattaforma di streaming on demand dovrebbe collaborare con una grande testata specializzata in affari e finanza? Semplice, per promuovere la sua serie televisiva Narcos. E perché, viceversa, il Wall Street Journal dovrebbe dedicare tempo e risorse ad una collaborazione con Netflix? Beh, perché quello della droga è pur sempre un mercato e raccontarlo con un nuovo modo di fare inchiesta giornalistica attraendo anche il pubblico di una serie televisiva è qualcosa che può solo portare valore, traffico e contatti alla testata.

Il format è sicuramente unico e originale: infografiche, immagini e video vengono a creare una narrazione su più piani degna del migliore storytelling multimedialeCocainenomics è stato definito un esempio di native advertising e di branded content: il contesto del mercato della droga viene approfondito dal Wall Street Journal partendo dalla ricostruzione storica effettuata da Netflix nella produzione della serie Narcos, che racconta le vicende del noto narcotrafficante Pablo Escobar – soprannominato il “Re della cocaina” – e del suo cartello di Medellín. Su Cocainenomics è possibile ottenere informazioni in merito sull’evoluzione dei traffici di droga in Sudamerica dagli anni Sessanta ad oggi, dalla logistica relativa al commercio con gli Stati Uniti fino all’economia post-Escobar. Il tutto sotto la guida del giornalista Peter S. Green (qui alcune delle sue storie ed inchieste).

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Nello specifico la serie è stata lanciata lo scorso 28 agosto negli Stati Uniti (il 22 ottobre in Italia) mentre Cocainenomics ha avuto il via il 25 settembre, diventando così un’estensione della serie dedicando approfondimenti di tipo giornalistico alla trama della serie stesse. Si può quindi dire che sia una vera e propria media partenership fra due universi mediali diversi ma complementari in grado di conciliare due diversi modi di analizzare e guardare uno stesso tema: la visione legata all’informazione del Wall Street Journal abbinata alla visione dell’intrattenimento di Netflix. Come racconta Tiffany Roberts – Account Executive, Real Estate & Economic Development del WSJ – sul suo profilo di Linkedin Pulse.

Perché questa scelta? Probabilmente la motivazione sta nel fatto che l’informazione sta andando versa questa direzione, ossia di un modo di informare e informarsi sempre più personalizzato e legato ad interessi specifici. Non a caso sul sito è anche possibile effettuare un test attraverso il quale l’utente può verificare quanto è preparato sul tema droga. Una sorta di infotainment tendenzialmente appartenente al mondo televisivo e ora potenziato dal web grazie a piattaforme di streaming on demand come Netflix in grado di raggiungere più direttamente e velocemente gli interessi degli utenti, diventando così un’opportunità per i media tradizionali per potenziare e migliorare il loro universo digitale.

Le serie televisive stanno diventando sempre più dei veri e propri brand inseriti nel mercato mediale e che per questo motivo vengono ad intersecarsi con soggetti reali – in questo senso Netflix sta facendo un capolavoro anche con House of Cards, ma questa è un’altra bella storia che ci riserviamo per un’altra volta. Cosa diventerà Netflix fra qualche anno ancora non lo sappiamo. Di sicuro sarà interessante scoprirlo.

Giuliano Martino 

 

 

 

 

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