Droghe leggere, al via la discussione in Parlamento. Intervista a Laura Tonini

Domani, lunedì 25 luglio, alla Camera dei Deputati inizierà la discussione sulla proposta di legge n. 3235 per la legalizzazione dei cannabinoidi, promossa dall’intergruppo parlamentare “Cannabis legale” capeggiato da Benedetto Della Vedova. Quale occasione migliore quindi per concludere questo speciale sulla droga se non un’intervista a Laura Tonini, autrice televisiva e sceneggiatrice, che per Vice si è occupata in più occasioni del tema relativo alla legalizzazione e depenalizzazione dell’uso delle cosiddette droghe leggere.

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Laura Tonini (@lauratonini), autrice televisiva, scrive su Vice di cinema, televisione. Si occupa anche del tema della legalizzazione delle droghe leggere

Laura, come ben sai per questo #TBUtalksaboutDRUGS ci siamo occupati del tema “droga” sotto diversi aspetti, dalla musica al narcotraffico passando per le dipendenze. Con te vorremmo cercare di capire di più sulla legge che da domani verrà discussa in Parlamento. 

Certamente. Una proposta di legge, della quale mi sono occupata spesso su Vice, che definirei “particolare” per l’Italia.

In che senso “particolare”? 

La proposta di legge che si inizierà a discutere domani alla Camera può essere interessante perché muove da principi diversi: innanzitutto è una proposta bipartisan, con firmatari provenienti sia dal centrodestra che dal centrosinistra, e poi parte da un principio che è qualcosa di più della depenalizzazione, con un sistema di vendita che è quello del Monopolio statale simile a quello in vigore per sigarette e alcol.

Quindi diciamo una sorta di rottura rispetto al passato, se pensiamo alla legge Fini-Giovanardi e alla legge Iervolino.

Il caso Giovanardi è un po’ particolare perché non solo la sua legge era incostituzionale in quanto non legittima nelle forme e nei contenuti, ma anche perché dal testo della legge si percepisce un distacco dalla realtà evidente, se pensiamo ad esempio all’equiparazione fra droghe pesanti e droghe leggere. Quando la legge è stato dichiarata incostituzionale c’è stato però poco da festeggiare, perché invece di aprire una discussione ad un nuovo impianto sanzionatorio più moderno è tornata in vigore la legge che c’era prima, ossia la legge Iervolino. Diciamolo: la legge Iervolino è sicuramente meno dannosa della legge Giovanardi, che ha veramente intasato i tribunali di lavoro per delle sciocchezze, però si basa sempre su un intento repressorio che va sempre ad influire su quel famoso discorso di spese carcerarie e sanzionatorie di cui si è sempre parlato molto. 

E proprio la riduzione delle spese giudiziarie, così come la riduzione del numero di detenuti per i reati connessi al possesso di cannabis, sarebbero i “pro” di questa legge. Senza dimenticare ovviamente il tornaconto economico per lo Stato tramite tassazione. 

Esattamente. Non solo il ritorno economico sarebbe importante in termini di tassazione ma anche in termini di risparmi giudiziari, sanzionatori e processuali, dove mi sembra siano state calcolate spese per circa un miliardo di euro all’anno. Per quanto riguarda il tema del narcotraffico la relazione 2015 Antimafia ha espresso come l’azione repressiva nei confronti della diffusione delle droghe leggere abbia fallito in tutti i modi possibili. L’aspetto economico è qualcosa che aveva spinto anche il Governo Monti, negli ultimi mesi di vita, a prendere in considerazione l’idea di una depenalizzazione. C’è poi un dato occupazionale conseguenza dell’apertura di punti vendita regolati dal Monopolio statale per non parlare degli effetti sul PIL nazionale dati dal far emergere un mercato nero già esistente ma sommerso. Da questo punto di vista penso non ci siano discussioni da fare, le quali rimangono solamente più su un piano etico e morale.

A proposito di piano etico e morale: se si parla di droga non si parla comunque di qualcosa “che fa male”? In questo senso non è contraddittorio uno Stato che attraverso dei Monopoli legalizza droghe, sigarette e alcol salvo poi promuoversi allo stesso tempo come “guardiano” della salute pubblica? 

La situazione è assolutamente contraddittoria, basti pensare come dicevi alla situazione che abbiamo con gli alcolici e le sigarette. Sicuramente è difficile stabilire quelli che sono i confini etici e sanitari. Quello che secondo me ha senso considerare è che le politiche proibizioniste – di qualsiasi tipo – si sono rivelate politicamente e storicamente fallimentari. Penso abbia più senso che un fenomeno che non riesci a debellare sia almeno regolarizzato e controllato invece di far finta che non esista. La legge contro la coltivazione ad esempio parte dal principio che tu non potresti coltivare in quanto la cannabis che produci si va ad aggiungere a quella che già gira nel narcotraffico. Si crea quindi un paradosso per cui se tu compi l’atto illegale di comprare della marijuana da qualcuno hai una sanzione amministrativa mentre se la coltivi da solo incorri in un reato penale.

Quindi la proposta di legge cosa prevede? 

La proposta di legge prevede la coltivazione per uso personale ai maggiorenni con un limite di cinque piantine di sesso femminile, previa comunicazione all’Ufficio Regionale dei Monopoli. Inoltre è prevista anche la coltivazione associata che va a sfociare nei cosiddetti “Cannabis social club” – già presenti in altri Paesi europei – i quali potranno avere un massimo di 50 membri.

Per quanto riguarda il possesso e la vendita invece? 

Il possesso è legale fino a 5 grammi, 15 in privato domicilio. Rimane sempre legale l’utilizzo per uso terapeutico con prescrizione medica (in questo senso c’è un’evidente semplificazione del processo di produzione e prescrizione per uso medicale). La vendita è ovviamente riservata al Monopolio statale mentre lo spaccio rimane sempre illegale.

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Facciamo un attimo un passo indietro. Tu sei un’autrice televisiva e scrivi spesso di cinema e televisione. Come ti sei appassionata alla tematica “droga”? 

Mi sono interessata a questa tematica perché avevo letto una notizia relativa all’avvocato Zaina, uno dei più esperti in materia legislativa riferita agli stupefacenti, che era riuscito a far assolvere per non sussistenza del reato alcuni ragazzi che coltivavano un limitato numero di piantine di marijuana in casa. Poi ho approfondito la cosa e sempre grazie all’avvocato Zaina, che è diventato una sorta di consulente tecnico dei miei articoli, ho scoperto che ci sono state diverse sentenze in questo senso. 

Tornando alla legge, qual è la situazione parlamentare e quali invece le prospettive per la sua votazione? 

Sono sincera: non sono molto ottimista sulla possibilità che la legge passi così com’è. Il testo infatti non verrà votato a corpo ma articolo per articolo e quindi è suscettibile di modifiche in ogni sua parte. In più c’è la presentazione degli emendamenti: l’area politica di Alfano – scusa non riesco a chiamarla partito – ne ha presentati una cosa come 1300 con un evidente motivo ostruzionistico. Le previsioni dicono di una discussione che andrà avanti almeno fino ad autunno inoltrato prima che si possa arrivare ai voti. Se alla Camera con un po’ di fortuna si può sperare di avere una maggioranza numerica al Senato è molto difficile, in quanto i firmatari della legge sono circa settanta, e anche qui la votazione sarà articolo per articolo. 

Insomma, una tematica che già divide l’opinione pubblica e alla quale si aggiunge il rognoso iter parlamentare del rimbalzo fra le due Camere. 

Su un tema di questo genere la soluzione referendaria sarebbe stata forse quella più indicata. Renzi non potrebbe mai dare quell’appoggio personale per garantire alla legge di arrivare immune fino alla fine dell’iter parlamentare. Ma può essere un primo passo avanti, magari sugli articoli più condivisibili, come quello sul principio di detenzione e cioè sull’innalzamento della quantità consentita. Ripeto ho dei seri dubbi sul fatto che la legge arrivi alla fine così come è partita però quantomeno finalmente qualcuno è riuscito a fare una proposta decente e soprattutto moderna legislativamente parlando.

Fra gli articoli che hai scritto sul tema spicca una tua intervista al Senatore Giovanardi. Piccolo off topic: ci racconti qualche retroscena di questa intervista? 

Quando ho intervistato Giovanardi avevo già trattato con diversi articoli il tema quindi mi sentivo abbastanza preparata. Questa cosa dell’intervista è un po’ buffa perché quando avevo pensato di intervistarlo pensavo fosse quasi impossibile riuscire a mettersi in contatto. Ho cercato il numero  di telefono su Internet, ho telefonato, ho chiesto se ci fosse Giovanardi, mi hanno detto di richiamare dopo mezzora e dopo mezzora mi ha risposto direttamente lui! Non mi ha chiesto nemmeno per quale testata fosse l’intervista che già era partito da solo. E infatti ricordo la difficoltà nell’interromperlo per fargli le domande… dico sempre che se un pomeriggio non hai nulla da fare chiamalo così ti diverti a fare due chiacchiere!

Concludiamo con una domanda forse un po’ banale: cos’è per te la droga? Ognuno ha una definizione sempre un po’ soggettiva a riguardo… 

Se dovessi pensare alla droga sicuramente non mi verrebbe in mente la marijuana perché non la considero assimilabile ad un contesto di droghe chimiche. È difficile dare una definizione di questo tipo. Personalmente ritengo che il discrimine possa essere, nella maggior parte dei casi, l’abuso. È difficile dare una descrizione generale in questo senso ma penso che fra adulti ci si debba muovere fra due poli: abuso e buon senso. Sottolineando poi che è un principio che associo a soggetti adulti e maggiorenni, mentre per i minori è giusto che la legge renda, se non impossibile perché il modo si trova sempre, almeno molto difficile reperire droghe, pensando ad esempio all’iscrizione ai social club.

Questa proposta di legge tutela i minori? 

La tutela completa è sempre difficile perché come ti dicevo il modo lo si trova quasi sempre. Però attualmente la tutela è zero, perché il mercato è avvicinabile da chiunque. Con un mercato legale una tutela maggiore si può dare, anche se gli scenari sono sempre difficile da prevedere. 

Per seguire Laura qui alcuni suoi articoli su Vice.

Giuliano Martino

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