emily clancy

Intervista a Emily Clancy, “Coalizione Civica Bologna”

Emily Marion Clancy, 25 anni, speaker di Radio Città Del Capo, laureata di fresco e a pieni voti in Giurisprudenza, è la più giovane candidata di Coalizione Civica. L’ho intervistata per The Bottom Up e con questa intervista inauguriamo il nostro focus dedicato alle elezioni amministrative nella città dove, tre anni fa, siamo nati.

L’Emilia Romagna sta conoscendo un crollo delle percentuali di votanti e cittadini attivi. L’impressione generale è che questa campagna elettorale sia molto povera di contenuti di spessore, questo aiuta o disincentiva le persone ad andare a votare?
Credo che in generale si possa parlare di liste che scelgono di fare campagne elettorali di spessore e di liste che preferiscono evitare qualsiasi tipo di proposta o anche solo di critica costruttiva. Basta pensare al Movimento Cinque Stelle, che ha scelto di evitare qualsiasi contenuto, limitandosi a un cieco “no, no e poi no”. Noi abbiamo scelto un approccio propositivo: propendendo a non rispondere agli attacchi, evitando accuratamente polemiche e focalizzandoci sui temi che, in quanto cittadini e lavoratori che hanno scelto di impegnarsi in politica per passione, ci stanno a cuore. Il nostro programma è il risultato di mesi e mesi di lavoro caratterizzato da partecipazione, discussione e confronto.

Il leitmotiv della vostra campagna elettorale è “torna Bologna”. Come si traduce, concretamente?
Abbiamo scelto un tipo di approccio che ha come basi fondamentali la libera scelta e la partecipazione. Partiamo dal basso, il parere di tutti conta allo stesso modo, tutti sono invitati a partecipare e a discutere, e tutti sono disponibili e ben disposti all’ascolto e alle opinioni dell’altro. Crediamo nella solidarietà, nel lavoro, in un tipo di welfare alla Bernie Sanders. Crediamo in una Bologna diversa, molto diversa, da quella che queste amministrazioni stanno lasciando. Vogliamo impegnarci affinché la nostra città torni quella che era ai tempi d’oro, meta di viaggi e punto di riferimento per chi voleva cambiare il mondo.

Coalizione Civica ha come punto fondamentale del suo programma la risoluzione (o, almeno, il tentativo di risoluzione) della crescente e innegabile emergenza abitativa. Come si propone di agire e cosa si può concretamente fare per invertire la rotta?
L’obiettivo che Coalizione Civica si propone di portare a termine è rendere Bologna una città ad occupazione zero. La riqualificazione degli spazi abbandonati e la loro trasformazione in contesti comunitari permanenti è tra le nostre priorità.
Troppe famiglie sono per strada, giovani precari, anziani: non si tratta di qualche caso sporadico. Subito un censimento di tutte le proprietà pubbliche di valore storico monumentale o semplici fabbricati dismessi, conoscere (e far conoscere) è il punto di partenza per qualunque politica d’intervento condivisa, che si tratti dell’emergenza abitativa o di restauro del patrimonio culturale della città. Vogliamo promuovere pratiche inclusive e solidali rispetto all’abitare, va favorito un rapporto di convivenza basato su un patto abitativo che preveda un reciproco scambio di aiuto e sostegno in sostituzione del tradizionale contratto d’affitto. Auser sta lanciando un progetto in questa direzione, il Comune che io sogno dovrebbe supportarlo, ampliarlo, moltiplicandone l’effetto. Incentivi per la ristrutturazione eco-compatibile insieme alla possibilità di frazionamento delle abitazioni, vincolando gli incentivi all’utilizzo del contratto di affitto a canone concordato che aiuta molte famiglie in difficoltà e ha un effetto di ribasso generale sul mercato degli affitti.
Vogliamo fare di Bologna la città meno diseguale d’Europa, ci impegniamo in prima persona, mettendoci la faccia, affinché Bologna torni quella che era ai tempi d’oro.

Quale credete sia il vostro target elettorale?
Coalizione Civica punta a riportare i cittadini al voto: quelli che non lo fanno per delusione, i giovanissimi alla loro prima scelta, gli anziani che si sono sentiti abbandonati.

Come si costruisce un’amministrazione anti-austerity? Quali sono i punti centrali del vostro distacco dal Partito Democratico e come pensate di attuarli?
Il Pd è Renzi, un uomo solo al comando: noi siamo una forza democratica e come tale amministreremo Bologna. Basta alle ordinanze anti-alcool, anti-bivacco, anti-musica che dividono la città in una scacchiera e separano il centro dalla periferia. Per noi la città è unica, poche regole chiare per tutti. Anche per i bandi culturali stesso principio, tutti devono avere le stesse possibilità. Nuovi riconoscimenti per le realtà indipendenti, vero motore di Bologna: siamo città della musica Unesco ma nessuno lo sa. Sui rifiuti, altro esempio concreto: fino ad ora Hera, con il suo peso, ha puntato a sfruttare al massimo i vantaggi economici prodotti dagli inceneritori, a scapito di politiche finalizzate a massimizzare riduzione, recupero e riciclo dei rifiuti, che notoriamente producono migliori effetti ambientali e sociali e producono più lavoro. Il bando di gara per il nuovo affidamento è uno dei primi impegni della prossima giunta, per cui serve un mutamento radicale sul piano politico: il gestore si dovrà adeguare alle politiche pubbliche piuttosto che il contrario. Noi non abbiamo finanziatori a cui rendere conto con interessi particolari, siamo indipendenti e crediamo nelle tessere e nelle piccole donazioni degli iscritti. Infatti siamo poveri in canna.

Bologna città della musica UNESCO

Quanti e quali realtà convivono in Coalizione Civica? Come interpretate l’uscita di Rifondazione Comunista dopo le primarie?
Coalizione Civica è il risultato di mesi di lavoro e di dialogo fra realtà e persone anche molto diverse fra loro. L’aggettivo “civico” sottintende un auspicato progetto di incoraggiamento alla partecipazione cittadina, non a caso questo progetto conta al suo interno persone che non hanno mai fatto politica prima e che hanno deciso, in questo caso, di candidarsi in prima persona. Abbiamo al nostro interno persone appartenenti al mondo dei centri sociali, persone che precedentemente militavano in Possibile, SEL, addirittura PD. Per quanto riguarda l’uscita di Rifondazione, non posso dire di averne apprezzato il comportamento. Quando si accettano le regole del gioco (in questo caso le elezioni primarie), non si può mollare appena non va come avevamo deciso. Come cantavano i Rolling Stones, You can’t always get what you want. Le candidature erano aperte a tutti, davvero tutti, e l’unica promessa che ci eravamo fatti era quella di sostenerci a vicenda, e di compiere questo percorso #tuttiinsieme.

Quale è stato il tuo percorso politico e come sei approdata a Coalizione Civica? Cosa lo rende un progetto che merita fiducia e diverso da ogni altro?
Mi sono sempre impegnata in politica, sin da quando ero al liceo, ho sentito la vocazione alla politica e all’impegno per cambiare (ovviamente in meglio!) questo paese. Sono stata Rappresentante d’Istituto del Liceo Minghetti, ho continuato all’università candidandomi con UniSì e ho fatto un’esperienza in SEL di due anni. Il mio impegno cittadino più importante è probabilmente stato nel referendum per la scuola pubblica del 2013, da indipendente. Dal 2013 al 2015 nulla mi ha coinvolto come Coalizione Civica: era fondamentale presentare una lista unitaria con tutti i movimenti a sinistra del PD.
Sono e mi sento anche canadese e inglese, ma è Bologna la città che ho scelto: per questo motivo vorrei portare anche qui, in Italia, quello che funziona all’estero.

Una delle critiche che sono state più frequentemente rivolte a Federico Martelloni riguarda l’appartenenza e il passato in SEL: alcuni non lo ritengono un candidato davvero “civico”, libero da appartenenze a logiche partitiche. Cosa ne pensi?
Se impegnarsi per quello che credi è un demerito Federico Martelloni è colpevole! Era in Palestina con Action for Peace, era tra i leader delle tute bianche al G8 di Genova nel 2001, era in Chiapas a fianco degli zapatisti. Credo che questa sia la vera “politica civica” nel senso più alto.. Inoltre questa è la sua prima candidatura, quindi di che parliamo?

#CoalizioneCivica ready for #MidnightRun #Bologna

Una foto pubblicata da Emily Marion Clancy (@em.clancy) in data: 28 Mag 2016 alle ore 15:01 PDT

Quale tema, in quanto candidata al Consiglio Comunale, ti sta particolarmente a cuore e come pensi di poter agire in concreto?
Mi sono laureata in Giurisprudenza all’università Bologna con una tesi in antidiscrimation law e diritto transgender. Una delle mie proposte è quella dell’istituzione di un Assessorato alle Differenze: nonostante esista, a Bologna, la figura dell’Assessore alle Pari Opportunità, questa amministrazione ha scelto di trascurare. Io credo che sia fondamentale che Bologna torni ad essere una città solidale, e per questo potrebbe essere un’idea ampliare il concetto di tutela alle differenze, includendo varie categorie a cui si pensa fin troppo poco, ad esempio i diversamente abili. Un’altra proposta, elaborata da me e un altro candidato, è quella di potenziare ed estendere la mobilità notturna, aumentando l’orario di servizio di alcuni autobus, come la linea 25 e la linea 19, puntando quindi a riqualificare le periferie della città. Come si rende una città sicura? Abitandola, riempiendola tutta di proposte e di stimoli, non solo facendo del centro storico il salotto buono.

Sofia Torre

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