Braghini e discopunk. Cronaca di un concerto dei !!!

Se esistesse un premio alla carriera musicale per la categoria “fottuto genio”, quel premio dovrebbe essere assegnato ad occhi chiusi ai !!!. Sì, sempre loro: gli impronunciabili sono tornati, e lo hanno fatto con un live spaccaginocchia che mi ha fatto ballare fino a dimenticare i numerosi acciacchi dei miei ormai diciannove anni [citation needed]. Questo ne è l’impreciso resoconto.

Con una squadra eterogenea e raccolta a caso (due componenti su cinque non conoscevano nemmeno il gruppo) la sera del 27 febbraio ci avviciniamo in ordine sparso al Covo Club. La fila per il biglietto è lunga fuori dai cancelli del locale. Ma noi, forti della prevendita acquistata la sera prima e gelosamente custodita, ce la prendiamo comoda. Tra una sigaretta e una tessera da rifare entriamo che mancano ormai venti minuti alle 23. Il concerto inizia alle 22, ma – cazzomene, penso, prima c’è il gruppo spalla! Tali Stereolad, mai sentiti prima.

È forse comprensibile, quindi, la mia sorpresa quando entriamo nella sala lunga e stretta dove il Covo stipa i concerti, e sul palco vedo… loro. I Wonderboys di Sacramento. I paladini della discopunk. Gli Albert Einstein dello scuotimento di bacino, i Leonardo da Vinci del groove, i… vabbè, ce semo capiti.

Presi dal panico fendiamo la folla, cercando di avvicinarci al palco sulle note di un pezzo che, ad essere onesti, non mi sembra uno dei loro, ma la tensione è tale che sul momento non realizzo. Facciamo appena in tempo a notare che Nic Offer indossa una specie di prendisole azzurrino che il concerto finisce. Così, a due minuti dal nostro ingresso in sala.

Lo sconforto si abbatte su di noi come una tonnellata di mattoni, e io non riesco a muovermi né a parlare. Grazie al cielo, le voci corrono in fretta intorno a noi: i meglio informati ci dicono che in realtà il concerto non è finito, che quelli sul palco in realtà non erano i !!! ma gli Stereolad. Io mi incazzo: saprò pur riconoscere i componenti di uno dei miei gruppi preferiti, e quelli sul palco erano i !!!…

Rivelazione. Colpo di genio. Gli Stereolad SONO i !!!: stessa formazione, stessi strumenti, nome diverso, repertorio diverso.

I !!! HANNO FONDATO UNA COVER BAND DEGLI STEREOLAB E SONO IL GRUPPO SPALLA DI LORO STESSI.

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Foto via

Perché? Come dicono sul loro sito, “Per scherzo, per farsi una risata, perché volevamo farlo; le stesse ragioni per cui siamo stati i !!! per tutto questo tempo”. Vengo a sapere dopo che, a quanto pare, gli Stereolab sono uno dei punti di riferimento musicali per i Chk Chk Chk, e hanno pensato di omaggiarli (e probabilmente raddoppiarsi il cachet) scegliendo i loro pezzi più carichi e facendone le cover. Offer è persino vestito come (lui crede debba vestirsi) Laetitia Sadier, la cantante del gruppo franco-britannico.

Dio quanto gli voglio bene.

Con lo spirito rigenerato andiamo a prenderci un gin tonic, ci piazziamo alla giusta distanza dal palco e aspettiamo che i ragazzi ritornino in scena. La folla è elettrica, pronta a muovere il culo e a urlare; e quando finalmente i cinque rientrano dal camerino noto, tra le salve di applausi, che purtroppo il frontman si è cambiato, calandosi nel suo (leggermente) più sobrio outfit da concerto d’ordinanza.

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“Sir, ha dimenticato le sue ghette”. Foto via

Mentre i !!! iniziano a suonare, io mi spacco in due. Il mio corpo si muove sinuoso, seguendo le basse potenti, la cassa dritta e le chitarre che rotolano e incespicano, con quel tocco funky che garantisce il sudore sul dancefloor. La mia testa, invece, comincia a pensare.

Al secondo pezzo sale sul palco una bellissima cantante nera, che afferra un microfono e affianca la voce di Offer in parecchi passaggi. Ovviamente balla come una divinità cubana delle gonadi, e presto il pavimento del locale si fa appiccicoso di saliva. E qui mi rendo conto che sì, per quanto riguarda lo spettacolo sul palco i ragazzi bisogna lasciarli stare, sono davvero dei professionisti: tutti gli sguardi sono calamitati dai due cantanti, dai loro vestiti rispettivamente molto buffi e molto sexy e dal modo in cui ballano. Distratti dallo spettacolo e dal tiro danzereccio della musica, però, credo che molti dei presenti non si rendano conto di quanto sono effettivamente bravi i Chk Chk Chk.

Se la voce di Nic Offer non è, obiettivamente, quella di Pavarotti, l’ignota lady che canta con lui è straordinaria. La band, alle spalle dei due cantanti, non è da meno: il chitarrista e il bassista si scambiano gli strumenti quasi ad ogni brano, suonando indifferentemente l’uno o l’altro con mani d’oro. Il basso traina tutti i pezzi, con dei giri mai banali che ti afferrano dentro senza che tu te ne accorga, mentre le chitarre saltellano intorno, infiorettano, abbelliscono, e a volte tirano fuori dei suoni spaziali che spesso confondo con i sintetizzatori. La batteria pulsa sempre uguale e sempre diversa, un movimento tellurico costante che non viene avvertito ma muove tutto quanto, come la rotazione terrestre. Resto più volte basito nello scoprire certi riff che non avevo notato su disco, e che concorrono a formare le canzoni con un’unità e una coerenza invidiabili.

Un’altra cosa che capisco, vedendoli per la seconda volta dal vivo e con una discreta conoscenza dei loro video live, è che non troverete mai due concerti uguali dei !!!. La prima volta, allo Sziget Festival di Budapest, una donna a me sconosciuta (my fault) si era aggiunta sul palco per cantare “One boy/one girl”, senza contare che la formazione contava un tastierista in più. Al Covo Club li ho visti con la già citata cantante, anche lei ignota, e nella versione con cinque componenti (voce, chitarra, basso, batteria, elettronica). Circolano video live che li vedono suonare con sezioni di fiati, coriste nere, plotoni di tastieristi ai synth e così via. Eppure il tiro, la voglia di vivere e il sorriso che ti si stampa sulla faccia guardandoli suonare sono sempre quelli, non cambiano mai.

Chicca finale: a concerto finito, siamo sciamati con il resto della folla in cerca di aria fresca e, possibilmente, un altro gin tonic. Mentre chiacchieravamo e commentavamo il concerto nella sala 1 del Covo, cercando di sovrastare il volume del dj set, hanno fato la loro apparizione prima la dea dalla pelle bruna e poi lo stesso Offer. Cosa hanno fatto?

Hanno preso una birra e si sono messi a ballare in mezzo alla gente. Dopo un concerto (due per Offer, se si conta che aveva suonato anche come Stereolad) durato un’ora e mezza buona e passato, per la stragrande maggioranza del tempo, così.

Allego sotto l’unica foto che sono riuscito a fare al Covo e una scaletta piuttosto lacunosa. Oh, sentite, stavo ballando.

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!!! LIVE @COVO CLUB, 27/02/2016 – Tracklist

– Ooo

– Till the money runs out

– All the Way

– Must be the moon

– Fredoom! ‘15

– One boy/One girl

– Slyd

– I feel so free (citation needed)

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