Il giro del mondo in 8 notizie #11

Buonasera cari lettori! Oggi la nostra rassegna vi porta in Catalogna, in Siria con i militanti delle Forze Siriane Democratiche, e a casa nostra con una testimonianza interessante sul terremoto nelle Marche da occhi esterni, ma molto coinvolti. Parliamo anche di consapevolezza etnica nei costumi di Halloween e delle potenzialità delle nuove tecnologie applicate allo sviluppo economico. E, tristemente, diamo voce a nuovi allarmi sul cambiamento climatico.

Buona lettura!

Quick et nunc

“I am tired of being looked at badly for wanting to be Spanish as well as Catalan”

Mentre la situazione in Spagna non fa che evolversi continuamente, e confonderci tutti se dimentichiamo di leggere gli aggiornamenti per più di un giorno, domenica si è svolta a Barcellona una manifestazione che ha visto protagonista la cosiddetta maggioranza silenziosa.

‘We are all Catalonia’ march brings thousands out on Barcelona’s streets

Secondo i sondaggi, infatti, gli indipendentisti in Catalogna rimangono una minoranza della popolazione, sebbene siano aumentati negli ultimi anni, ma sono tradizionalmente più esposti all’attenzione dei media, mentre la maggioranza pro Spagna dà meno voce alla propria preferenza. Tuttavia, a tempi estremi misure estreme, i Catalani che vogliono rimanere spagnoli si sono esposti. Saranno accontentati? Si aspettano le prossime puntate. 

Fonte: The Guardian

Scavando a fondo

Questo interessante e impegnativo reportage del New Yorker ci riporta in Siria,tra le Forze Siriane Democratiche. La Lettera dalla Siria di Luke Mogelson ci immerge completamente nelle luci e ombre della guerra civile dal lato delle milizie curde. A partire dalle affiliazioni:

The Syrian civil war has produced many strange bedfellows. But it’s especially curious that Öcalan’s revolution, which strives to eliminate “capitalist modernity,” has made its recent advancements under the patronage of the United States. In Rojava, Kurds often refer to Donald Trump as Bâvê şoreş“Father of the Revolution”—and in Kobanî there is a kebab restaurant called Trump, with the President’s visage painted on its window. I met a Y.P.G. fighter who’d named his infant daughter America.

Dark Victory in Raqqa

L’ideologia che guida i curdi a lottare contro l’Isis, che coinvolge molti, soprattutto donne, al punto da far loro giurare di non tornare mai più a una vita da civili, produce risultati contrastanti: germogli di società ugualitarie e femministe, e arruolamento coatto di arabi provenienti da zone precedentemente controllate dall’Isis. Ma del resto, perché sorprenderci delle contraddizioni? Cercare eroi completamente immacolati in guerra è uno sforzo inutile e cieco.

Fonte: The New Yorker

Consigli per i click

Sebbene la produzione di anidride carbonica da parte di fonti umane si sia ridotta nel 2016, pare ci sia poco da stare allegri. L’atmosfera non ha ancora registrato il cambiamento positivo e si ostina a mantenere quantità record di CO2 per via dell’effetto di accumulo negli anni precedenti. Inoltre, dobbiamo vedercela con il fenomeno El Niño, che causando siccità limita la capacità delle piante di assorbire CO2. Una combinazione letale.

Record surge in atmospheric CO2 seen in 2016

Over the past 70 years […] the increase in CO2 in the atmosphere is nearly 100 times larger than it was at the end of the last ice age.

Gli scienziati hanno inoltre difficoltà a spiegare il continuo aumento dei livelli atmosferici di metano. Si teme si tratti di un circolo vizioso, con il metano che aumenta le temperature, e le temperature elevate che causano aumento del metano da fonti naturali. In ogni caso, non sono notizie rassicuranti.

Fonte: BBC News

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Che lo abbiate festeggiato o meno, Halloween è passato, e con esso le discussioni sui costumi. Nel caso di Moana, le controversie sono nate poco dopo l’uscita del film, con un costume da Maui che includeva la ‘pelle’ scura del personaggio. Questo articolo cerca di fornire alcune linee guida per approcciare costumi da Moana, Jasmine, Pocahontas, o simili, senza sminuire le culture che rappresentano.

Please don’t tell your kids they can’t dress as Moana this Halloween

Per esempio, se il vostro obiettivo è una principessa Disney, ispirarsi al costume originario (che è quello che i bambini preferiscono, in ogni caso); evitare simboli o tatuaggi estrapolati dal loro contesto culturale; usare il costume come pretesto educativo, per esempio spiegando ai bambini dove si trova la Polinesia nel caso di Moana. Evitare, in qualsiasi caso, di cambiare il colore della loro pelle. L’autrice invita comunque i genitori a non scoraggiarsi: azzeccare un costume figo e consapevole è possibile, e vale la pena tentare.

Fonte: Quartz

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Stephen Phelps vive nelle Marche. Un anno dopo il terremoto racconta su Al Jazeera una storia che noi fino a qualche mese fa sentivamo spesso nelle notizie, e che ora è sempre più lieve. Vale la pena risentirla da parte di chi ci si è trovato per caso e calarci nei panni dei lettori che scoprono due cose: esiste una zona d’Italia che è un gioiello nascosto, e adesso è gravemente danneggiata.

One year on, who will pay for Italy’s quake damage?

Phelps ci fornisce una prospettiva nuova: i danni sono su scala troppo grande per un singolo paese. Come i rifugiati, anche questa dovrebbe essere una sfida europea. Nel frattempo, l’Università di Cambridge raduna esperti per studiare le èroblematiche della ricostruzione? Un barlume di speranza? Chissà.

Fonte: Al Jazeera

Schermi diversi

Nella ricerca legata allo sviluppo economico dei paesi poveri, non si può certo dire che la digitalizzazione dei servizi sia la priorità più urgente a cui verrebbe da pensare. Eppure esistono studi recenti che provano come il progresso digitale possa portare i paesi a risparmiare risorse, tagliare gli sprechi amministrativi e ridurre i livelli di corruzione.

Digital solutions can help even the poorest nations prosper

Un esempio presentato nell’articolo è il registro della proprietà di terreni in Bangladesh. Il sistema attuale è cartaceo e lento e si presta a contestazioni frequenti. Un registro digitale taglierebbe i costi del 90% e ridurrebbe di più di metà le visite necessarie agli uffici preposti. Mettiamo in lista l’Italia per il prossimo progetto?

Fonte: Wired

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Dopo lo scandalo Weinstein, anche Kevin Spacey si trova sotto la scomoda luce dei riflettori per un’accusa di abuso. Nel suo caso, le implicazioni sono ancora più gravi perché la vittima, l’attore Anthony Rapp, avrebbe avuto 14 anni all’epoca dei fatti, e Spacey 26.  L’attore premio Oscar di American Beauty ha creato ancora più polemica dopo aver fatto coming out in un messaggio di scuse pubblicato su Twitter.

Kevin Spacey muddies the water

Secondo molti attivisti LGBT, l’associazione delle due vicende contribuisce a rinforzare lo stereotipo duro a morire di un collegamento fra omosessualità e pedofilia. Inoltre, può essere una tecnica per sviare l’attenzione dalle accuse.

Read cynically, Spacey’s statement was a misdirection technique worthy of Frank Underwood, designed to supplant Rapp’s allegation with his own coming out—the type of celebrity revelation that the media is used to celebrating.

Nel frattempo, Netflix ha sospeso House of Cards, e Spacey si è visto ritirare il premio Emmy. Se ha cercato di impiegare una tattica di distrazione, possiamo dire che è stata un fallimento.

Fonte: New Yorker

Altro giro, altro regalo

Il nostro regalo di oggi è un mini documentario sull’attesissimo film Loving Vincent, un’opera che unisce pittura e cinema con risultati unici. La coppia di registi Dorota Kobiela e Hugh Welchman ha infatti concepito un film interamente dipinto che racconta le ultime settimane di vita del grande artista Vincent Van Gogh e il mistero intorno alla sua scomparsa.

Ciascun frame del film è dipinto a mano su supporti brevettati specialmente per l’opera. Il documentario spiega in dettaglio l’incredibile procedimento dietro Loving Vincent. Cinque anni di lavoro, ormai quasi completo. Non vediamo l’ora di vederlo!

Parole, parole, parole

Citazione della settimana: “What are borders? They are the scars that historia has left engraved on the world, engraved with blood and fire, let’s not raise more, because they have cost a lot to build.”

Fonte: Voz de Asturias

Josep Borrell, ex presidente del Parlamento Europeo, catalano, alla manifestazione pro unità tenutasi il 29 ottobre a Barcellona

Parola della settimana: “gaslighting”: una forma di violenza psicologica, mirata a manipolare una vittima portandola a dubitare della sua stessa percezione o dei suoi stessi ricordi.

Fonte: Vox

Secondo Wikipedia: “Il termine deriva da un’opera teatrale del 1938 Gas Light […] La trama tratta di un marito che cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell’ambiente, e insistendo che la moglie si sbaglia o si ricorda male quando nota questi cambiamenti. Il titolo origina dal subdolo affievolimento delle luci a gas da parte del marito, cosa che la moglie accuratamente nota ma che il marito insiste essere solo frutto dell’immaginazione di lei.”

Chi perpetra violenze sessuali tenta spesso di usare questo metodo nei confronti della vittima, al fine di minarne la credibilità e sminuirne le accuse.

Francesca Maria Solinas

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