Gli Dei del Manga: Go Nagai – Devilman
Se qualcuno ha l’immagine distorta del fumetto (o dell’animazione) giapponese come un’accozzaglia di , donne procaci e/o violenza gratuita, è perché ha in mente la miriade di produzioni Chi non conosce le sigle di apertura dei famosi cartoni di e rappresentano l’infanzia per una generazione di italiani, quella che ha vissuto la propria giovinezza nei primi anni ’80, anche se ciò è dovuto al fatto che sono tali opere ad essere arrivate in Italia, magari a scapito di altre. Ma l’opera che più di tutte ha consacrato Go Nagai ad essere uno dei più grandi arrivata in Italia anche come un edulcorato anime per tutti, snaturandone drammaticamente la natura concettuale. : è la prima opera per il grande pubblico nella quale viene ; è la prima opera nella quale si dipinge il lato peggiore dell’essere umano, usando ciò come che lo conduce alla realizzazione che la razza umana sia un ecosistema autodistruttivo basato sull’egoismo, l’ignoranza e la paura; è prende a pesci in faccia il lettore sottoponendolo a torture psico-morali di ogni sorta, usando come manichini i suoi protagonisti. , impedendo una qualsivoglia realizzazione nel lettore che vede così frustrata ogni speranza residua di una fine se non dolce, almeno non amara. è inoltre un’opera enormemente intrisa di citazioni culturali desuete per un manga Giapponese. – di cui curerà anche una versione a fumetti in tre , uno per ogni cantica – e dalla cosmografia dantesca Nagai riprende a piene mani per quanto riguarda tecnica e stile dalle opere di Gustave Doré, leggendario illustratore ottocentesco, noto proprio per le sue tavolo dantesche. – così come in altri suoi lavori, passate spesso sotto traccia – sono è la storia di un mite ed introverso adolescente (Akira Fudo) che, messo al corrente dal suo migliore amico (Ryo Asuka) dell’esistenza di una specie preistorica ibernata nei ghiacciai dei poli, i , possessori di una serie di abilità genetiche quali la possibilità di fondersi tra loro, decide di fondersi con uno dei demoni per creare un che, alienando la parte razionale dell’essere umano, favorirebbero la fusione con un demone, essere violento e selvaggio. sono la rappresentazione del subconscio violento collettivo degli essere umani che rappresenta appunto una minaccia fagocitante – Satana e Devilmen nel pennino di Yu Kunitani, dalla saga Amon – il più bello degli angeli, il primo caduto – fa da contraltare alla deformità di , realizzando graficamente anche delle differenze morali: uno è il re dei Demoni, l’essere supremo, il del progetto di annientamento della razza umana; l’altro è pura passione, empatia e sentimento: , violento e selvatico, che si incarna nella metamorfosi morale del protagonista, il quale realizza infine la natura demoniaca dell’essere umano, in un finale all’insegna di una fredda ed irrazionale violenza, che realizza quindi la stessa come mezzo espressivo dell’autore, il quale la sfrutta come colore di una ideale tavoletta per delineare e rimarcare le tematiche che ci vuole proporre. della buoncostume, tanto in patria quanto all’estero: non a caso il cartone animato tratto da Specialmente in Giappone, un paese la cui società è fondata sull’ si percepisce una dialettica di rottura e forte critica nei confronti della standardizzazione della società. per lettori adulti. Attenzione, non significa “pornografico”, come la dicitura “per adulti” indica in occidente, ma anzi indica un genere nel quale la violenza è esplicitamente presente come mezzo per sottolineare la trama ed il messaggio del fumetto Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
