I Cani non sono Calcutta non sono i Cani – Live all’Alcatraz
Quattro parole tra un pezzo e l’altro, occhi stanchi ma sognanti che si riempiono come l’Alcatraz: murato, festante, commosso, che brandisce prima e si prende a gomitate nella violenza compassata di una “Velleità” (non) qualsiasi poi. Un concerto che inizia presto, ma che fa sudare la febbre di settimane di attesa, di biglietti fulminati e tante, troppe, domande sugli ultimi lavori dei due musicisti romani. Anzi: della s c e n a r o m a n a, che in via Valtellina riunisce da Torino a Lecce, da Bologna a Catania, da Pordenone a E Calcutta non è Contessa che non è Edroado che non sono I Cani: lo si vede dall’atteggiamento al palco del latinense , a mezza via tra un “disagio consapevole” e “la beata insofferenza verso tutto”. Barcolla lento verso l’asta del microfono e da lì, in quei gesti, racconta una storia che nemmeno lui avrebbe voluto diventasse di tutti. Sul palco si svuota di tutto ciò che ha dentro, senza reagire. Si muove immobile nel mondo che gli è crollato addosso e poi subito ricostruito secondo i suoi canoni leggeri e quasi banali, ma mai scontati o supponenti. è lo scivolo su cui tutti si lasciano andare e iniziano a sudare, cullati dalla voce di quel tipo buffo quasi in prestito su un palco da cui sembra essere stato dominato e non il contrario. E intendo pressione vera, pressione fisica, che toglie il respiro: l’Alcatraz s’affolla per mettersi davanti a I Cani, mentre l’aria si fa sempre più calda ed elettrica. Tutti sono speranzosi che Contessa si superi nell’interpretazione di un album ( ) dai suoni morbidi e sintetici, ma che ad una prima valutazione recideva nettamente col graffo de , dischi portanti e artefici dell’impatto sul giovane (ma non solo) pubblico indie, ormai disabituato ai suoni aspri e gonfi di bassi del buon Contessa. , e conseguentemente I Cani sono vivi e mordono Milano, quella piscina grigia e profonda in cui I Cani si tuffano ad occhi chiusi senza ver preso abbastanza fiato per sopravvivere. Sopravvivere a un passato che ha sbattuto Contessa su tutti i canali, pagine e piattaforme – sì, Mentre quaggiù non c’è spazio nemmeno per andare a prendere l’ultima birra, cala il buio sull’ possibile, quello in cui Niccolò ci conduce per mano, facendoci appoggiare sognanti al piano – da brividi, le sue interpretazioni soliste – per poi buttarti a terra a calci nello stomaco con I Cani “di prima”, direbbe qualcuno. : nonostante i movimenti compassati e la postura leggermente ricurva con cui si è presentato nel pre-tour, ci catapulta in quel mondo parallelo – interstellare? – che I Cani creano con suoni sintetici e profondi, ingombranti e pesanti, ma dolci ed essenziali. e ci guarda, scambia col tappeto di pelle sudata sotto di lui parole escluse al pubblico dai testi che già sono un trattato, una dichiarazione d’amore. Come farà mai, quel corpicino, a reggere da solo tutte le pene e le vittorie, i dolori e gli orgasmi indotti? Lo fa senza scordare il passato, accendendo la miccia e offrendo carne fresca ai gomiti degli Solo lui e il pianoforte, che accarezza ingobbito sulle note di , inglobato nel mondo celeste che ha creato per sé stesso, ma che vuole condividere con tutti. e grida che “non avere vent’anni e non avere gli esami fidati è qualcosa di più” , così come la bolgia che salta e suda, che grida e sputa, si svuota, si accascia sulle note di pezzi che li descrivono, che li possiedono. è il crepuscolo che scende sugli ultimi colpi de I Cani: Sfinito è Contessa, che quasi liberato da un peso lungo una vita si abbandona sul mare di ragazzi e ragazze che, sorreggendolo, lo portano in trionfo e – soprattutto – in fondo a questi novanta minuti infiniti, strappati da dentro, liberatori e tremendamente veri e difficili. Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
