Caro Buffa, grazie di tutto, ma forse è meglio così.

Caro Buffa, grazie di tutto, ma forse è meglio così.

E, sia chiaro, lo dico da fan di Buffa. Fan con dei “però”. grande? domanda interessante) pubblico come commentatore spalla di basket NBA , al fianco di un altro mostro sacro, Flavio Tranquillo, prima su Telepiù, poi su Sky. . E assegno a questa parola tutto il peso che ha. Insieme  a – e un po’ più di – Tranquillo, Buffa ha fatto conoscere alle masse (davvero possiamo parlare di . Soprattutto, ha fatto tutto questo con cognizione di causa (vedi esperienze in prima persona), con uno stile estremamente caratterizzato e personale, di cui parleremo molto, e ha fatto tutto questo senza mai salire in cattedra, come magari tende più a fare Tranquillo, perché , uno che si diverte a vedere quello che vede per lavoro. Le telecronache di Buffa aggiungono una dimensione di “piacevolezza dell’apprendimento” che ogni insegnante di scuola media sogna, oltre che una capacità di che farebbe comodo a diversi cantautori di alta fascia. Non a caso sul Tubo si trovano video degli di Federico Buffa e i video spesso non scollinano i 2-3 minuti. Lo difficilmente (specie prima di internet!) accessibili e selezionabili con la stessa perizia da parte degli altri giornalisti italiani, è , che è pure, mi pare, il grimaldello per il successo su larga scala che ha determinato l’influenza culturale da lui esercitata. . Spesso però, e veniamo alla prima pecca che gli imputo, la sua ammirabile che non necessariamente tu sei tenuto a conoscere. Oppure, all’interno della stessa mini-unità di narrazione, , a scapito della coesione del discorso. Questo si collega a un’altra spiccata caratteristica stilistico-retorica del duo Tranquillo-Buffa, che è quella dell’ironia, o meglio, , del darsela a intendere, nel far sì che la parte implicitata del messaggio sia fondamentale per il corretto scioglimento del sarcasmo contenuto della parte esplicita del messaggio, al fine della comprensione finale dell’enunciato. Perdonate i tecnicismi,  ma siamo qui per capire qualcosa di nuovo sul perché ci è piaciuto Buffa e del perché – secondo me – Mi permetto un esempio, per dare corpo a questa mia incursione in quella disciplina accademica che si chiama : la dott.ssa Vanessa Piccoli mi fa correttamente notare che in questo caso, in assenza di , che costituiscono il terreno della disciplina, sarebbe meglio parlare di “analisi del discorso”. (due esempi a caso, avrei potuto metterne anche di più indicativi) Ora, come vedete, questo sistema di conversazione duale con Tranquillo che, a differenza di quanto succede a un buon numero di commentatori sportivi . In particolare, la parte di dialogo a due di Tranbuffa è solo . Mi spiego: per altre coppie tv (tra cui inseriamo anche Tranquillo + Pessina o il raro Mamoli + Buffa) l’iceberg è più piccolo ma la parte visibile di esso è nondimeno più grande. , messo in atto da due persone che si conoscono e lavorano assieme da due decenni. per un pubblico ampio. Ora, questo forse è un infioccchettamento parascientifico che utilizzo per stigmatizzare (ma vale anche per le serie Tv, in un certo senso), . Lo sapeva Omero, lo sapeva Mike Bongiorno (“Allegria!”). Tranquillo specialmente ne fa uso forte (tanto da avere creato diversi “mostri” di cui è responsabile, tipo Paola Ellisse o Alessandro Mamoli, tanto per restare in casa Sky). Buffa però non si esime, in particolare ho in mente il suo stilema tipico “ “. La parte variabile della formula è prima di tutto il numero, che, prima di Buzzfeed, spesso ha in uggia i numeri “tondi”, come 5-10-15, e invece usa numeri non-standard tipo in cui X è fra i 6-7 migliori. Spesso infatti sono rifuggite macrocategorie come come “difensori d’area su lunghi che bloccano e poppano” o “playmaker che sfruttano un quarto di campo dopo il primo passaggio per creare spazio e favorire la ricezione del tiratore designato”. Insomma fa un po’ ridere immaginarsi i quadernetti dove Buffa tiene classifiche dei “√7 migliori stoppatori usciti da North Virginia che abbiano giocato prima dell’introduzione dei 3 secondi in area”. Fin qui, comunque, poco di male, specialmente in confronto a quanto un grande numero di persone (la domanda di quante siano veramente continua a tornare e  a tormentarmi) deve  a Tranbuffa nell più bello del mondo, nella versione nordamericana (ci tengo molto a sottolinearlo, in quanto sono uno di quelli che gode a veder perdere gli Usa nelle competizioni internazionali e che, in contrasto con il proprio personale idolo, che hanno rubato Buffa alla NBA per il 2014 e, a quanto pare, per sempre. Le storie  di per sè ampie, per forza condensate, nonostante il (e mi riferisco al pubblico dei calciofili, che in Italia sappiamo essere predominante). Buffa (e il suo autore, ricordiamolo. Non sto a cercare il nome, ma so che esiste) un po’ cade vittima delle sue ellissi e delle sue impliciture, che in questa sede non hanno un altro dialogante a sostenerle , perché, al nocciolo, le storie che racconta sono sempre interessanti. E sono felice che non sia tornato all’ovile dell’NBA. Di contro, da molto e dove l’interscambio occulto fra i due membri va oltre quello che ci possiamo immaginare, e perché, in ogni caso, si tratta di artifici retorici difficili da sostenere e portare avanti senza la bravura e l’intendimento peculiare di chi li ha usati e fatti propri nel contesto originario. Oh, intendiamoci, Davide Pessina è un bravo ragazzo, ma non ce la potrà mai fare, lui non è assolutamente il futuro del commento NBA. Ciononostante, oltre il Grande Buffa era qualcosa di auspicabile e che è stato fatto accadere con un tempismo degno dell’intelligenza dell’Avvocato, che sa che i grandi giocatori si ritirano quando sentono il primo segno di scricchiolio, non quando sono ormai in stampelle. Concludo spiegando meglio che il merito culturale che gli attribuisco risiede nell’aver creato un interesse extra-televisivo per vicende extra-sportive che riguardano uno sport che, nella versione nordamericana, è sostanzialmente basato su un vacuo spettacolarismo per 60/65 partite all’anno e su un’epica molto ben costruita sopra un salto di qualità della prestazione sportiva per altre 20-40 partite. Sono felice che siti come