Come Salvini sta trasformando l’Italia in una fabbrica di illegalità

. Un’equazione, quella elaborata dal Ministro dell’Interno che della lotta contro i migranti ha fatto una bandiera, che somma fattori diversi: la verso il diverso che trasforma, sistematicamente, il sospetto in sentenza, l’ipotesi in comprovata verità. (4.259 arrivi via mare in Italia nel mese di novembre 2018 rispetto ai 13.216 dello scorso anno, nello stesso periodo. Fonte: ) si trasforma in una vittoria. Una vittoria di Pirro perché il domani che le prospettano è fosco. L’Italia si prepara, infatti, a diventare una fabbrica dell’illegalità, un Paese dove un numero sempre crescente di persone si troverà senza documenti, senza un posto dove stare, senza una lingua con cui comunicare. dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) che ha analizzato le potenziali conseguenze del decreto Salvini, mettendo al centro dell’analisi proprio l’ Da aggiungersi agli oltre 70.000 nuovi irregolari nello scenario di status quo. Nella retorica politica, queste persone dovrebbero essere rimpatriate nel loro paese, ma i tempi della politica non corrispondono a quanto accade davvero. I : secondo le stime di Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e di costiera, riportate da un articolo de che, dunque, alla luce del numero di irregolari attualmente in Italia (ipotizzando che si possa effettivamente procedere con il rimpatrio) verrebbe a pesare sulle casse pubbliche per quasi 3 miliardi di euro. Il tutto guardando alla questione solamente dal punto di vista economico che, però, non è il solo poiché gli stati debbono rispettare alcuni vincoli legali come il (previsto dalla Carta europea dei diritti dell’uomo, CEDU), l’obbligo di rispettare in per cui, ai sensi dell’art.33 della Convenzione di Ginevra, a un rifugiato non può essere impedito l’ingresso sul territorio né può esso essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate, fino ai principi costituzionali di rispetto dei diritti umani e di uguaglianza di fronte alla legge tra il paese dove il migrante si trova e quello d’origine. In assenza di ciò, la persona forzatamente rimpatriata non potrà effettivamente rientrare a casa, ammesso che effettivamente ce ne abbia ancora una e che il paese d’origine sia un paese sicuro de facto e non soltanto a parole. il governo giallo-verde non solo non sta mantenendo le promesse elettorali che immaginavano rimpatri massivi e diffusi, ma addirittura sta facendo peggio dei predecessori quando al dicastero dell’Interno sedeva Minniti. Secondo i dati del Viminale riportati da Infatti, durante l’estate (da giugno ad agosto) sono stati rimpatriati in tutto 1.296 irregolari, a fronte dei 1.506 dello stesso periodo dell’anno precedente. Difficile immaginare che, entro il 2020, non solo l’Italia riesca a far “tornare a casa” le persone attualmente in condizione di irregolarità, ma addirittura gestirne l’aumento. , il sistema di accoglienza che d’ora in poi riguarderà soltanto persone la cui domanda d’asilo è già stata esaminata e approvata, ovvero persone che si trovano in Italia già da mesi e in alcuni casi anche anni, si tratterà di persone che n on avranno avuto l’opportunità di seguire un percorso di integrazione e formazione . Persone, per fare un esempio di grande impatto, private dei corsi di lingua poiché il È proprio lì, infatti, che i tagli promessi dal governo ai “famosi” per ciascun migrante vanno a colpire il sistema, con l’effetto collaterale di un , visti i posti di lavoro nell’accoglienza che hanno consentito a molti giovani di trovare un impiego. (ASGI) in una delle numerose note di commento al decreto Salvini, anche la salute fisica e psichica del migrante è messa a repentaglio : l’esclusione dai percorsi di integrazione costringerà le persone a trascorrere periodi sempre più lunghi in strutture temporanee come gli ex CIE e i CAS dove le mantenere condizioni igieniche sanitarie degne è talvolta complicato, talvolta ritenuto poco prioritario. Non sono passati nemmeno sei mesi da quando, proprio per ragioni sanitarie, l’ Che alternativa resta a chi si trova e si troverà in questa situazione? : saranno, e sono, persone vulnerabili. Esposte ai rischi comuni a chi si trova ai margini della società, ma con un nuovo handicap in più, la spada di Damocle dello status di irregolare. La sopravvivenza legata ad un filo, alla volontà di un caporale, per esempio, che acquisisce ancor più potere e può attingere ad un , dei quali 100.000 sottoposti a gravi forme di sfruttamento e lesione dei diritti fondamentali e per cui il lavoro nero e grigio rappresentano una strada senza uscita. Dati confermati anche dal dell’Osservatorio Rizzetto di Flai Cgil che stima come questi due fenomeni insieme, in Italia, generino un all’anno (a fronte del fatto che l’accoglienza in Italia costa, in totale, circa Esultare per il calo degli sbarchi – dimenticando chi, nel Mediterraneo, trova una tomba – è ancor più ipocrita, dunque, poiché altro non è che mettersi nei panni dello stolto che guarda il dito, quando il saggio indica la luna. , mettendo migliaia di persone in una situazione in cui non possono fisicamente tornare indietro né seguire processi di integrazione ed accoglienza, altro non sono che fabbriche di illegalità, sulla pelle di chi avrà sempre meno voce.