Abbiamo lasciato: piazze vuote, urne vuote

Questo articolo rappresenta il settimo passo di The Bottom Up nel percorso di avvicinamento alle elezioni politiche del 4 di marzo, dopo gli articoli su seguita alle elezioni del 2013 dove, in sostanza, tutti avevano “non vinto”. Una campagna aggressiva nei toni ed (perché la responsabilità politica, per quanto si difenda una determinata destra, è tutta lì) ma anche a quelli recentissimi di Si inserisce nel contesto di una pesante stagione, che si pensava ormai passata, sepolta sotto le macerie del , ma che invece sembra essere pronta a riaffacciarsi e a riportare alla realtà più cruda una nazione persa nelle sbornie della “Milano da bere” e nei balli del Bagaglino, nel tutto-e-subito della Scala Mobile e nelle cannette con la maglia del Che, riportandola a vivere in maniera totalizzante la politica. Ma, a guardar bene le cose, forse non è come sembra. della scorsa settimana (a proposito di anacronismi, che grandissima idea il blocco dei sondaggi nell’era di Internet! Funziona proprio bene) si può notare un : per non infierire non si aggiungerà al dato una stima degli Rispetto alla media degli Anni di piombo (7%), per il 2017 ci si attende un e il trend di crescita nell’arco temporale non pare essere stato rallentato da nessun grande evento ad alto impatto politico e sociale nel corso di quest’arco temporale (anzi, forse parrebbe pure accelerato). Ancora più interessante è provare a proiettare questo dato sulle generazioni più giovani: ad esempio, il 16 febbraio , ben al di sopra del 33% visto in precedenza e al primo posto per quella fascia di elettorato il Movimento 5 Stelle, ovvero il partito che dell’anti-politica ha fatto il suo pilastro. Ma di questo parleremo alla fine. Quindi, a fronte di un progressivo inasprimento dello scontro politico e ad una campagna elettorale serrata, il risultato parrebbe essere esattamente il contrario di quanto auspicato dai candidati in corsa: nel 2012, ai quali tuttavia vanno aggiunti elementi che cinque anni fa, semplicemente, non esistevano. ha portato ad un ulteriore salto quantico nel dibattito politico italiano: ma se da una parte abbiamo alcune realtà oggettivamente interessanti che non sarebbero potute nascere senza la Rete (credo sia l’unico caso al mondo dove un blog diventa un partito), dall’altra abbiamo riscontrato una per non sparire dal flusso mediatico è ormai un’esigenza imprescindibile per ogni soggetto che voglia veicolare un contenuto. Questo ha probabilmente portato all’incapacità di elaborare un pensiero organico, perché non influenzerebbe l’agenda setting e, in definitiva, non sarebbe nemmeno commutabile in notizia, proprio a causa della struttura dei nostri mezzi di informazione: troppi caratteri, troppo poco divertente rispetto ai gattini sulla colonna di destra, troppe poche immagini. La stessa , pilastro portante della scontro sul monopolio dell’informazione durante la prima parte dell’Epopea Berlusconiana, è stata in questa campagna per i suoi tempi eccessivamente lunghi e le ampie possibilità d’approfondimento. argomenti che spostano maggiormente l’opinione pubblica sono quelli semplici da comprendere e identificare e scontano un’ovvia banalizzazione: l’immigrato ha la pelle nera, la tassa piatta è facile, 80 euro a tutti. . Ovviamente non voglio sminuire i fatti precedentemente citati, ma se è vero che la storia si ripete prima come tragedia e poi come farsa, forse noi stiamo vivendo la seconda versione della tensione degli anni ’70. con la bandiera italiana legata a seguito di un’azione terroristica si trasforma in un atto dimostrativo e non eversivo, la è uno sbiadito richiamo ad uno degli episodi più significativi nella storia d’Italia. Non esiste una visione complessiva e si ha più l’impressione di trovarsi di fronte a piuttosto che a membri di organizzazioni paramilitari come negli Anni di piombo. a molti temi di carattere economico e sociale entrati a pieno titolo nei programmi elettorali: il rifiuto dell’Euro e dell’Europa, l’interventismo statale in economia, la tutela delle fasce più deboli, il rifiuto del sistema finanziario. In generale queste ideologie, al di là del giudizio di merito, risultano infinitamente più povere, confuse e disarticolate rispetto a quelle portate avanti nel secolo scorso. Ma se questo è vero per le fazioni estreme, storicamente più rigide nella definizione del proprio perimetro di contenuto, è ancora più vero per le : la destra storicamente liberista si sta riscoprendo sempre più interventista e (in parte) cattolica, continuando tuttavia a proporre misure aberranti dal punto di vista redistributivo come la flat tax; il centro-sinistra è il più forte sostenitore dell’Europa e del neoliberismo tanto da abolire (immolandosi) il simulacro dell’Articolo 18 post-Fornero, continuando tuttavia a promettere spesa pubblica e tutele lavorative. Se non hai nulla da dire, tutti ti sentono ma nessuno ti ascolta Come un serpente che si mangia la coda la stessa distruzione del contenuto a favore della pura comunicazione porta, sul medio periodo, a fare sì che le persone non siano mosse da partiti o da ideologie organiche, ma da che possono essere abbracciate o meno, in maniera fluida, dai partiti. Anche per questo motivo si sta velocemente sfibrando il rapporto delle persone con i partiti (e le conseguenti votazioni) spesso a favore magari di una sempre crescente attenzione a campagne specifiche di breve durata soprattutto “contro qualcosa o qualcuno”: dall’antimaschilismo post-Weinstein al fascismo di questi giorni, dall’immigrazione al terrorismo, si sta servendo un sul quale è impossibile avere un pensiero di sintesi e al più, come fanno alcune persone, ci si concentra in maniera approfondita solo su pochi argomenti. Se si possono riscontrare degli esempi virtuosi di specializzazione su determinati argomenti, è anche vero che l’eccesso di concentrazione su una tematica porta ad un’ulteriore distorsione della realtà e, in definitiva, ad : l’esempio più lampante è nel caso degli stranieri residenti in Italia, con il che sovrastima la loro presenza indicandone un numero almeno doppio o al fatto che addirittura la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale di Calcio sia stata Anche per questo motivo i partiti che sono cresciuti di più rispetto alla scorsa tornata elettorale sono quelli che hanno portato avanti contro l’altro (Immigrati, Rom, Casta, Europa) andando ad intercettare quella fascia di popolazione con maggiore rabbia inespressa coltivando questo sentimento e facendolo esplodere. , sfibrata dal dilettantismo e dall’improvvisazione di questo modo di fare politica: dai vecchi partiti fino ai nuovi movimenti nessuno pare avere un’idea seria sul rilancio del Paese, nessuno pare offrire un’idea innovativa, slegata dall’attacco del nemico di turno. E molti di questi disillusi, delusi e rassegnati sono appunto giovani. (Istat) perché prima non si hanno gli strumenti per essere autonomi e l’uscita dalla casa dei genitori è : si ha una generazione di finte partite Iva sottopagate e di infiniti stage, con una vita scandita a ritmo di bandi europei e contratti a tempo determinato che non si può permettere nella città in cui lavora perché i prezzi sono oggettivamente fuori mercato. Anche lo stipendio dei più fortunati, quelli con il posto fisso dopo una laurea in una materia tecnica o gli specialisti dei settori industriali, è di poco più di 1.000 euro al mese e copre a fatica i costi di sopravvivenza obbligando spesso a fino ai 30 anni: le stesse categorie di lavoratori tra Francia e Germania guadagnano e riesce a frustrare il morale anche quando propone un giovane alla presidenza del consiglio proponendo una persona con un CV con il quale non si verrebbe neanche chiamati per un colloquio dall’80% delle aziende della città in cui vivo. , nessun soggetto politico pare avere un’idea su come affrontare questo tema: però si parla un sacco di Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)