Ada Colau, “Alcaldessa” di Barcellona

Ada Colau, “Alcaldessa” di Barcellona

Il documentario vincitore del premio Best Direction al festival del cinema di Malaga del 2016, , Plataforma de Afectados por la Hipoteca, le vittime dei mutui) e ora prima cittadina della metropoli catalana. Il tempo del racconto è il presente, nessun elemento del film anticipa il risultato delle elezioni catalane, consegnando una è concentrato sulla figura di Ada Colau, ma durante la campagna elettorale il personalismo non nasconde mai il lavoro di squadra indispensabile per il risultato raggiunto. Nei dieci mesi che precedono le elezioni, la candidata sindaca si mostra al pubblico, svelando ogni lato della sua personalità. Madre, militante e poi candidata, il personaggio evolve con il passare dei minuti. Dapprima ruvida ed energica attivista il suo carattere necessariamente acquisisce tratti più istituzionali e accomodanti, mantenendo tuttavia intatta l’immagine non compromessa di sé. La fatica e la frustrazione che si accumulano vengono infine acquetate dalla consapevolezza che fiorisce negli ultimi attimi di campagna elettorale. in cui Ada, in solitaria, si libera delle preoccupazioni e degli stati d’animo contrastanti che via via prendono forma. Determinazione, stanchezza, frustrazione ed euforia si mescolano in un modo che non sarebbe stato possibile senza la formula del confessionale. Emergono tutti gli aspetti della donna, pubblici e privati, emerge la consapevolezza del proprio obiettivo e dei propri mezzi. che la candidatura di Ada Colau esprime e i problemi del nuovo millennio. In una società per certi versi simile alla nostra, la povertà, l’indigenza e l’esclusione di migliaia di cittadini dai servizi essenziali rappresentano un problema di grande attualità, non solo nella penisola iberica, ma in tutto il mondo. L’esempio di Barcellona è benaugurante sia per il suo esito favorevole, sia perché ha mostrato come una maggiore attenzione verso questi problemi di carattere sociale deve e può essere prioritaria. , Ada Colau ha realizzato il primo punto imponendo a tutti di parlare di diritti essenziali e accesso ai servizi fondamentali. A quel punto l’elettorato ha scelto chi in questi messaggi credeva davvero, come spesso accade. è divertente e mai noioso. Un documento di rara utilità e una lezione per tutti. Si può parlare di problemi seri, si può parlare di povertà e marginalità, si possono mettere al centro poveri ed emarginati e, così facendo, si può diventare “alcaldesa” di una metropoli come Barcellona.