La strada per il diritto alla genitorialità deve passare per l’Italia

La strada per il diritto alla genitorialità deve passare per l’Italia

Il complesso tema del diritto alla genitorialità, aperto con il documentario , non poteva che portarci a sbirciare il panorama italiano attuale. Le Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana […] solo quando sia accertata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione. Possono accedere coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi in Italia è consentito l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita solo alle coppie eterosessuali , tecnica alla quale prima era invece possibile accedere, purché la donazione avvenisse in modo anonimo e non in cambio di denaro. Si ricorre alla fecondazione eterologa, infatti, quando un genitore è sterile o se entrambi appartengono allo stesso sesso, per cui è necessario ricorrere a un gamete (spermatozoi o ovociti) donato da una terza persona per iniziare la gravidanza Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto, che rimane unicamente appannaggio delle coppie eterosessuali. Per questo motivo, ogni anno numerose coppie italiane fuggono all’estero per esercitare il proprio . Tra queste, c’è Alessia: «Io e la mia compagna stiamo insieme da 11 anni e quasi subito abbiamo iniziato a parlarne. Sapevamo che in Italia non avremmo potuto fare un granché, ma solo quando abbiamo iniziato a informarci concretamente ci siamo rese conto che ». Se è molto chiaro infatti cosa vieta qui la legge, , in coppia o single, che hanno già figli oppure vogliono provare ad averne. E abbiamo ottenuto così i primi chiarimenti». «Ci sono diverse soluzioni. Se una futura mamma non volesse muoversi di casa, potrebbe consultare il sito di , sulla base della quantità di spermatozoi presenti, fattore che determina poi la . Una volta scelto, si può far spedire a casa, insieme a un kit composto da pipette, ghiaccio secco e bidoncini per la refrigerazione. A quel punto si procede in completa autonomia. Il tutto per una cifra di poco superiore ai 1.000 euro». Visitando il sito, è possibile infatti selezionare le caratteristiche del donatore: nazionalità, anonimato, colore degli occhi e dei capelli, motilità, peso corporeo, razza, gruppo sanguigno, altezza. Il rischio di farsi inviare tutto e mancare i giorni fertili rimane però alto e comporta spesso un aumento di prezzi non proporzionale alle probabilità di riuscita. Motivo per cui, nella maggior parte dei casi, la fecondazione “in casa” viene scartata. «Nel frattempo noi ci siamo rivolte al ginecologo di famiglia, il quale ci ha spiegato che in Italia esistono numerose cliniche che seguono nel percorso di accertamento , fino al giorno dell’operazione all’estero. Si tratta di vere e proprie ». Dovendo scegliere a quale rivolgersi, la discriminante per loro è stata — oltre alla qualità — la possibilità di Ci sono Paesi in cui è stato stabilito per legge che il donatore deve essere anonimo , come la Spagna, mentre in altri è permesso scegliere. Per noi era importante che il donatore non fosse anonimo, sebbene questo ha implicato un aumento dei costi. Mi sono chiesta: se mi trovassi io in quella situazione, avrei la curiosità di conoscere mio padre? Non poter ottenere risposta a questa richiesta, rischierebbe di dar vita a una spirale di curiosità poco sana. Una curiosità che finirebbe per conferire alla persona più importanza di quanta effettivamente ne ha, perché sono dell’idea che puoi metterci tutto il DNA che vuoi, ma i figli sono di chi li cresce». Il , potranno richiedere alla clinica i riferimenti del genitore biologico. In Italia questo non sarebbe stato possibile perché, come previsto dalla L. 40, l’identità del donatore deve rimanere chiusa. esclusione di qualsiasi fattore di rischio per la salute del bambino Può sembrare un discorso di eugenetica, la verità è che qualunque mamma vuole il meglio per suo figlio. Nel nostro caso, ci siamo limitate ad escludere persone con disturbi quali asma o allergie, e a selezionare il gruppo sanguigno. All’inizio le informazioni offerte sono molto generiche, solo dopo aver acquistato il seme la clinica fornisce tutti i documenti in loro possesso per approfondire il profilo di un donatore. Per noi è stata una sorpresa ricevere a casa una lettera di cinque pagine, nella quale il donatore ci raccontava tutta la sua vita. Leggendola, abbiamo avuto la conferma di aver scelto la persona giusta». Rimane poi da stabilire con i medici l’aspetto più rilevante: a , sconsigliata però alle donne che superano i 35 anni d’età. Questo perché, da un lato, l’infertilità aumenta con l’età e, dall’altro, a causa del tempo biologico necessario alla buona riuscita dell’operazione: per aumentare le probabilità si propone infatti di partire con 5 o 6 tentativi. L’alternativa rimane la , sperando che ne vengano fecondati il maggior numero possibile, oppure con l’ ), per la quale basta uno spermatozoo ad ovulo e si ottiene la fecondazione. Nell’attesa di raggiungere la destinazione finale di questo lungo percorso, fissata alla Per acquistare i farmaci basta infatti recarsi in farmacia con la prescrizione , sia all’estero che in Italia: parliamo di una spesa di migliaia di euro, perciò è bene abbattere i costi quando possibile. Gli ormoni si assumono sotto la supervisione del ginecologo o della ginecologa italiana: i risultati di ogni ecografia devono essere sempre inviati all’estero, in modo da stabilire quando è arrivato il momento di salire per l’ultima o la penultima ecografia, alla quale segue poi l’ «La nostra fortuna è stata che gli embrioni prodotti erano di altissima qualità. Avremmo potuto decidere di . Alla fine, abbiamo optato per il trasferimento di tutti e due. Un’operazione molto dolorosa, ma ne è decisamente valsa la pena». che scalciano, trepidanti, in attesa di conoscere il mondo che li aspetta là fuori. «In Inghilterra noi siamo già riconosciute come genitori, la nostra responsabilità è totale. Mentre : i nostri figli porteranno il mio cognome e, per le Istituzioni, la mia compagna non sarà nient’altro che un’estranea». , perché questo sancisce semplicemente il legame tra le partner ma non verso i bambini. Se ricordate, il maxiemendamento del Governo al ddl Cirinnà aveva infatti bocciato l’Articolo 5, la famosa , che avrebbe consentito al figlio di essere adottato dal partner (unito civilmente o sposato) del proprio genitore. Ad oggi, l’unica novità è costituita dal fatto che se la madre biologica dovesse venire a mancare, la compagna sarebbe la prima persona a venire interpellata. , e solo se saremo fortunate, dopo essere state valutate dagli assistenti sociali, alla fine i nostri figli potranno avere il doppio cognome. Capisci che, dopo tutto questo, Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)