Le bufale nella campagna referendaria, da entrambe le parti

Le bufale nella campagna referendaria, da entrambe le parti

A fine anno, come al solito, si tirano le somme dei 12 mesi precedenti e questo 2016 è stato veramente provante sotto molti aspetti, non solo per Lapo Elkann. Ma se la serie di morti che ha investito riferimenti culturali come Bowie e Cohen verrà ricordata come una sfortunata sequela di eventi non correlati tra loro, l’insieme delle consultazioni popolari di quest’anno infausto ha un denominatore comune: fare schifo. Quantomeno nei toni e nelle bugie raccontate agli elettori. Ma se ripugnare in alcuni casi è una virtù, come per la tragedia Greca o per Bologna Violenta, questo è proprio Lo Schifo da evitare, la secondo l’Oxford Dictionary, e applicarla in questo contesto sarebbe sicuramente più elegante, ma, allo stesso tempo, stempererebbe troppo gli animi e, soprattutto, noi di The Bottom Up siamo per non adottare termini di auto-proclamati extracomunitari: ma al di là del termine scelto, il fatto che durante quest’anno abbiamo allegramente e serenamente distrutto nel contesto del dibattito pubblico è ormai evidente, così come l’aver fieramente abbandonato 400 anni di in più alla settimana (!) per la sanità Britannica dopo la Brexit”, promesse puntualmente ritrattate dopo le vittorie elettorali, i nostri fronti referendari si sono dati da fare per non sfigurare in questa speciale competizione e anzi possiamo dire che hanno egregiamente retto il confronto. che non staremo qua a riportare per non dare a certi soggetti ulteriori e preziosi click,  i principali (affrontarli tutti sarebbe impossibile) temi che hanno infiammato , che è talmente di poco conto che non credo sia neanche da discutere, il del totale), tra l’altro ottenuto andando a modificare la struttura portante delle istituzioni italiane, non dovrebbe neanche essere un argomento di dibattito. Ovviamente Renzi ha spinto molto su questo tema, risultando quantomeno ridicolo. Tengo tuttavia a sottolineare come gli , ma nel giro di sei anni, come principale loro opera politica dalla fondazione del Movimento. Il Comitato per il No omaggia Aristotele, la sua Logica e la grammatica italiana. Fonte: Pagina FB del comitato per il No In prima istanza, l’esecutivo non dovrà più ricevere la fiducia di due camere ma da una sola, ottenendo verosimilmente una maggiore stabilità. Inoltre, se i poteri di questo rimangono sostanzialmente gli stessi, si conferisce un nuovo strumento sicuramente importante all’Esecutivo: qualora ritenga che una legge sia essenziale all’attuazione del suo programma, il Governo può richiedere che questa venga discussa Questo strumento effettivamente potrebbe permettere di influenzare l’agenda legislativa del Parlamento, creando, perlomeno, una possibilità d’ostruzionismo. Tuttavia va sottolineato come il Governo continuerà comunque a necessitare della fiducia della Camera e un eventuale tentativo reiterato di bloccare il processo legislativo tradizionale sarebbe stroncato in breve tempo, qualora non si avesse la maggioranza. Contestualmente, se si avesse la maggioranza, quest’attività non sarebbe a priori necessaria. La definizione di questa è sostanzialmente decisa dalla legge elettorale che non è (non dovrebbe essere) oggetto di referendum. e una delle principali ratio dell’Assemblea Costituente è stata quella di elaborare un articolato sistema di pesi e contrappesi per Una delle soluzioni utilizzate era quella richiedere per il governo la doppia fiducia da parte delle due camere e, contestualmente, esplicitare che una di queste (il Senato) dovesse essere eletta su Quest’ultima disposizione rende di fatto molto più difficile avere una maggioranza assoluta visto che, ad oggi, si deve vincere le elezioni sia su base nazionale che su base territoriale. Però, è innegabile che, al di là delle modifiche alla costituzione, la vera chiave di volta è data dalla andando necessariamente a impattare sulla storia del paese e garantendo, ad esempio, una maggioranza schiacciante al PdL nel 2008 grazie ad importanti premi di maggioranza. E la stupenda legge Calderoli ci porta ad un tema caldo della campagna del No… (Ovvero, come la sentenza della Cassazione sull’incostituzionalità del Porcellum impatta sulla maggioranza parlamentare) di farlo o meno è tutt’altra storia e su questa si potrebbe aprire un dibattito infinito e, forse, interessante. (Ovvero, firme per i referendum e per leggi di iniziativa popolare) inequivocabili (cosa che il Fronte dei Sì tende ad omettere), con le firme necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare che passeranno da 50.000 a 150.000, è anche vero che la nuova Costituzione si impegnerebbe a fornire della democrazia diretta: ad esempio la nuova Costituzione andrebbe a indicare “ ” per la discussione di queste leggi. Che poi il termine “tempi certi” sia vago è fuori discussione. per il referendum abrogativo a fronte di 800.000 mila firme o il referendum propositivi non sono cambiamenti da sottovalutare. , non Presidenziale e men che meno una democrazia diretta, da Costituzione. E questo è sempre bene ricordarlo. che ha creato veramente grossi danni dopo la precedente modifica (si, si torna in sostanza alla Costituzione originaria dopo le splendide opere della : da una parte non torneremmo indietro di 80 anni, dall’altra non diventeremmo un Paese con un apparato centrale efficiente e all’avanguardia. , anche perché  credo che entrambe queste abbiano già perso: la vera Democrazia,il vero Nuovo, sarebbe evitare certe campagne, certo tifo da stadio, certe parole. , così come è complicato ridiventare esseri umani logici dopo essere stati Troll e stemperarsi dopo la foga elettorale. E dopo è un attimo trovarsi i vari Trump, Le Pen, Orban, Erdogan, May, Putin, Duda o le bufale trattate, non sono assolutamente esaustive di tutta la disinformazione procurata sul referendum ma, per cercare di equilibrare le voci tra le due posizioni si è scelto di trattare solamente queste che sono in sostanza quelle su cui spinge maggiormente il Comitato del No che si è scelto di identificare come ‘portavoce ufficiale’: trattarne altre avrebbe inevitabilmente  arrecato uno squilibrio a favore del Sì poiché il No, soprattutto per la natura eterogenea e meno verticistica della sua campagna, è portato inevitabilmente a creare un numero maggiore di informazioni non verificate a seguito di iniziative non coordinate. 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