E se i Thegiornalisti ci piacessero Completamente?

E se i Thegiornalisti ci piacessero Completamente?

Bologna, Estragon club, la pioggia novembrina che si insinua fino alle ossa e tanti romani. , molto carismatico che manda in un brodo di giuggiole i fan, una serie di singoli ballabili e cantabili. I Thegiornalisti hanno compiuto l’inimmaginabile: Perché grazie a quel suo sound nostalgico che ricorda gli anni ‘80, anche gli hipster possono mettere a tacere le loro coscienze appellandosi all’espressione chiave della loro esistenza: “ E quindi cosa ci fai alla data zero del Completamente Sold out tour della band romana? Ci siamo calate tra la folla con l’approccio di un antropologo, per osservare e partecipare questo fenomeno che intreccia la voce di Antonello Venditti e le atmosfere anni Ottanta da film di Carlo Verdone. Questione non secondaria è dare una risposta ad un quesito che, siamo sicure, attanaglia anche le vostre menti: Tommaso Paradiso è un antipatico montato pieno di sé o un genio incompreso che ci tiene tutti sotto scacco? era un brano su cui non ci eravamo soffermate durante l’ascolto del disco, nel live è probabilmente uno dei più riusciti. Se però dovessimo scegliere il momento più emozionante e intimo del concerto sicuramente diremmo che è stata l’esecuzione di ci fa invece pensare a quel Gianluca Grignani che affollava le radio quando eravamo ragazzini – momento nostalgia- e ci viene voglia di cantare a squarciagola insieme a lui. Non sono un caso tutti questi rimandi al passato e al citazionismo fittamente nascosto tra le parole. Se dovessi paragonare la musica dei Thegiornalisti a un regista, sarebbe uno di quelli che ti fanno uscire dal cinema con le lacrime, per tutte le citazioni che ha fatto. La citazione è come un amore: fa parte della tua vita. Ma torniamo all’effetto nostalgia che provocano le canzoni del Thegiornalisti tra il loro pubblico. Non è un caso che il momento più intenso e rappresentativo del concerto sia identificazione completa tra il testo delle canzone e il pubblico che non si perde nemmeno una parola. , e di tutte quelle piccole cose che acquistano ancor più valore quando sono passate. C’è la di un amore finito male, di un’occasione perduta, del tempo passato, che in fondo che fa subito vintage e subito calore, ci sono i film di Carlo Vanzina e tutto quell’immaginario condiviso che i Thegiornalisti hanno contribuito a sdoganare. Sempre a A un certo punto mi sono detto: ma a me piace Christian De Sica! Diciamolo a tutti, basta vergognarsi!”. è, di fatto, il manifesto della musica della band romana. Ed è probabilmente qui che si cela la chiave del loro successo. Perché diciamolo, Tutti noi in fondo vorremmo fare come Tommaso Paradiso e gridare al mondo che si, anche noi amiamo la cultura pop! , ma è solo un modo per tenere il pubblico sulle spine. Ritornano sul palco per eseguire tre dei loro principali successi. Si parte con , la canzone che li ha fatti conoscere al grande pubblico. La sorpresa è che proprio durante l’esecuzione di questo brano Tommaso Paradiso sparisce, si immerge tra il pubblico delle prime file, sparendo dalla vista dei più. Non lo si rivede più. Quello che sappiamo, invece, è che il pubblico si è lasciato andare è un concerto compatto: un’ora e un quarto in cui succede tutto quello che deve succedere. La scaletta ha tutte le tracce più famose e più belle, la musica c’è, la voglia di (moderatamente) divertirsi pure. , sono proprio loro ad incollarsi in testa e a farti ascoltare le parole con più attenzione. Esci dal concerto  con la voglia di riascoltare il cd da capo e annegare in quell’atmosfera così rassicurante che solo la combinazione tra leggerezza e malinconia sa creare. Certo, quando ti rendi conto che sul palco c’è ancora Tommaso Paradiso che se la gode mentre dalle casse viene sparata a tutto volume e il pubblico ancora canta, torna alla memoria quella domanda iniziale, quel dubbio amletico che, di fatto, non risolviamo mica. Ma che, ci prende in giro che mettono su una loro canzone che in scaletta manca? Ed è a quel punto che inizi a realizzare che forse a lui piace scrivere canzoni e le canta un po’ per sport. Forse pensa che sia più bello se a cantarle è il pubblico, quindi tanto vale godersi un’oretta di gloria&giubilo per poi infilarsi nel primo bar a raccogliere ispirazione per il prossimo testo. Che poi dev’essere straniante avere di fronte qualche migliaio di persone che canta a squarciagola i fatti tuoi. Al prossimo concerto, glielo chiedo. Nel frattempo, di fronte ad uno che tiene migliaia di persone lì a pendere dalle sue labbra, che comincia il concerto in anticipo, si fa pregare per uscire a cantare le canzoni più famose (e la gente lo prega), che tra un tour con la band e l’altro ci infila un tour in cui chiacchiera di quel che gli pare (e la gente ci va),  la mia reazione è: Però durante il tragitto verso casa non riesci a smettere di pensare a lui, a Tommaso Paradiso. Possibile che un essere, a pelle e a distanza, così vanitoso e presuntuoso, istintivamente insopportabile, possa fare delle canzoni che non riesco a togliermi dalla mente? Di solito se il cantante mi sta antipatico non riesco nemmeno ad ascoltarlo. E invece lui ce la fa, ti fa andare ai concerti dei Thegiornalisti Tommaso Paradiso. E allora ti dici che no, uno così non lo puoi proprio reggere proprio perché ti frega. Allora ti ripeti, convinto, che ad un suo concerto non ci andrai mai più. Ma ne sei proprio sicuro?  Forse no, mannaggia a te e ai tuoi ritornelli, Tommaso Paradiso.