Studenti internazionali nei Paesi Bassi: trasporti e affitti, due facce della stessa discriminazione

DEN HAAG – La Brexit ha portato a un crollo nelle iscrizioni di studenti europei a università inglesi. Migliaia di studenti hanno optato per i Paesi Bassi: la maggioranza delle università offre un’ampia scelta di corsi in inglese, per gli europei a un costo nettamente inferiore dello UK, circa 2500 euro. L’aumento è impressionante: se nel 2016 il numero di studenti internazionali alla triennale era circa 20mila, nel 2021 sono quasi 50mila studenti. L’aumento più forte riguarda proprio l’Italia: gli studenti italiani triplicano in sei anni, diventando la seconda popolazione studentesca in Olanda. 

Fonte: Incoming degree mobility in Dutch higher education 2021-22

La lingua inglese non è solo dentro le università: chiunque, non importa l’età, è in grado di avere una conversazione di base in inglese, e questo permette a tutti i non-olandesi di non sentirsi discriminati o avere difficoltà in termini di lingua. I Paesi Bassi sembrano quindi un Paese accogliente per gli studenti internazionali, ma è davvero così? Non se devi prendere un mezzo pubblico, non se devi affittare una stanza: gli studenti internazionali sono discriminati. Casa e mezzi di trasporto sembrerebbero due problemi separati, eppure sono strettamente collegati. Dato l’inferno nel trovare un alloggio «molti studenti internazionali, se i trasporti pubblici fossero gratuiti, amplierebbero la loro ricerca di alloggio anche in aree non centrali o al dì fuori della città universitaria», racconta Emma Santin, studente italiana all’Aja.

L’abbonamento gratuito per gli universitari

Due studentesse di Relazioni e Organizzazioni Internazionali a Leiden University campus Den Haag (L’Aja) vivono alla stessa distanza dall’università. Monica Costa, italiana, e Nayeli Schumacher, in parte olandese e in parte messicana. Entrambe si sono trasferite un anno e mezzo fa all’Aia per l’inizio dell’università ed entrambe utilizzano i mezzi pubblici per il tragitto casa-facoltà. La differenza? Monica, essendo una studentessa internazionale, non può usufruire degli stessi benefici di Nayeli, che è in parte olandese. «Mensilmente pago più di 150€ di trasporti perché, oltre a dover prendere il tram per andare all’università all’Aja, tutti i venerdì devo andare a Leiden per una lezione» afferma Monica. Nayeli, grazie alla sua cittadinanza olandese, non paga nulla: dall’inizio degli anni 90, gli studenti con meno di 30 anni possono viaggiare gratuitamente su tutti i tram, autobus e treni nel territorio olandese, facendo richiesta dell’abbonamento studentesco (l’OV Student Travel Product, o studentenreisproduct in olandese).  Quando Nayeli passa la carta per uscire dal tram alla fermata Klavermarkt-Stadthuis vicino all’università, nello schermo del tornello appare Uitgechekt Student Week Vrij, che significa che il suo tratto era gratuito. Al contrario, «per raggiungere l’università con i mezzi pubblici devo pagare almeno 3,88€ al giorno», spiega Monica.

Tram a Den Haag. Beatrice Manicone/The Bottom Up

Gratis, ma non per tutti: gli internazionali devono lavorare

Tecnicamente, per gli olandesi lo studentenreisproduct è un prestito fatto dal governo che si trasforma in un regalo se lo studente si laurea entro 10 anni. Se non si è olandesi ma si vuole beneficiare dei trasporti gratuiti, è necessario avere almeno una delle tre caratteristiche: aver vissuto in Olanda per almeno 5 anni  avere un genitore che ha vissuto nei Paesi Bassi per almeno 5 anni o che lavora almeno 56 ore al mese (raramente applicabile a universitari). Oppure, terzo caso, lavorare in Olanda per almeno 56 ore al mese oppure avere uno stipendio di almeno 147,60 euro mensili. «Per uno studente internazionale è poco realistico lavorare così tanto», sottolinea Monica. «Per la mia facoltà un lavoro part-time è difficile da bilanciare con lo studio, specialmente se poi si vogliono fare anche attività extracurricolari; infatti, per mia esperienza personale, un numero così alto di ore di lavoro potrebbe avere delle ripercussioni sul rendimento scolastico». Proprio per questo motivo, un gran numero di studenti opta per un contratto a chiamata in cui i giorni e gli orari di lavoro sono più flessibili e gestibili durante il periodo universitario. Il problema? Con questo tipo di contratto non si ha la garanzia di raggiungere i requisiti ogni mese. I due fattori rendono di fatto impossibile a moltissimi studenti internazionali fare domanda per lo Student OV. 

«Le condizioni che gli studenti internazionali sono obbligati a soddisfare per richiedere lo Student OV sono estremamente ingiuste: alla fine, che uno studente sia olandese o internazionale è comunque uno studente in Olanda», sostiene Nayeli. Secondo lei, continua, se il governo non vuole garantire a tutti gli internazionali i trasporti completamente gratuiti, dovrebbe almeno considerare una riduzione del prezzo. «Anche se non siamo olandesi, comunque viviamo qui e contribuiamo all’economia dei Paesi Bassi», protesta Monica, «quindi trovo ingiusto che noi dobbiamo pagare un prezzo pieno».

Trasporto discriminato, affitti discriminati

La questione dei trasporti gratuiti per gli studenti internazionali è strettamente legata a un altro problema che l’Olanda sta affrontando: mancanza di alloggi, prezzi di case e stanze alle stelle. Monica abita nella periferia dell’Aja, dove si è trasferita quest’anno dopo aver vissuto per il primo anno relativamente vicino al campus dell’università: «L’anno scorso, quando vivevo più vicina, usavo spesso la bicicletta per muovermi, adesso che abito più lontana sono costretta a usare il tram o altri mezzi pubblici».

Pista ciclabile a Den Haag. Beatrice Manicone/The Bottom Up

Per gli studenti sarebbe molto più semplice vivere in centro, o comunque in una zona vicina all’università, ma spesso non è possibile: a causa della crisi immobiliare la maggioranza di noi si trova a dover dover accettare qualsiasi cosa, e questo implica anche appartamenti in periferia». Abitare in periferia implica anche il fatto che gli studenti devono passare più tempo sui mezzi pubblici, a un costo più alto: per arrivare dalla fermata centrale dell’Aja (Hofvijver) al punto più turistico della spiaggia (Kurhaus) un biglietto sola andata costa 2,00€ e per raggiungere i due quartieri in periferia in cui i prezzi dell’affitto sono più bassi il costo la tratta sola andata oscilla tra 1,80€ (quartiere Laak) e 1,95€ (quartiere Leyenburg) Questo significa che, nonostante gli affitti abbiano prezzi più bassi, è necessario considerare anche la spesa dei trasporti. Per questo motivo Monica, come molti altri studenti universitari, preferirebbe abitare in una zona centrale, ma non può permetterselo. «Pago 550€ al mese e condivido la camera con un’altra ragazza». spiega Emma, che vive in centro all’Aja. «Abbiamo il bagno in comune con altre due persone e la cucina è l’unico spazio che abbiamo a disposizione solo per noi due. Per non parlare dei disagi che il proprietario ci ha causato in questo anno e mezzo».

Anche potendosi permettere affitti così alti, in generale, per uno studente internazionale è estremamente difficile trovare appartamento in Olanda poiché i locatori vogliono spesso solo persone olandesi – il famoso no sorry, dutch only disclaimer che viene messo all’inizio degli annunci sui vari siti immobiliari. «Io e la mia coinquilina abbiamo provato a cercare altri appartamenti, ma sembrava quasi impossibile. Inoltre, dall’anno scorso il Comune dell’Aja ha indetto una nuova legge che proibisce a più di due persone di diverso nucleo familiare di condividere un appartamento, a meno che il proprietario non richieda un permesso apposito», aggiunge Emma. «All’Aja, proprio per questa ragione, moltissimi studenti internazionali, per pagare un prezzo minore, preferiscono trovare alloggio in periferia, dove sono autorizzati a condividere lo spazio con più di una persona».

Beatrice Manicone

Immagine copertina: stazione Den Haag, Creative Commons BY-SA 3.0