La Spagna è il primo Paese europeo a introdurre il congedo mestruale

Il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato un disegno di legge il 17 maggio 2022 in materia di protezione dei diritti sessuali, riproduttivi e diritto all’aborto. Tra le varie tutele, la novità più grande è l’introduzione del congedo mestruale, consentendo così l’assenza giustificata dal lavoro alle donne che possono dimostrare clinicamente di avere un ciclo particolarmente doloroso. La proposta, di iniziativa della Ministra delle Pari opportunità Irene Montero, è stata approvata dal Congresso dei deputati con 201 voti a favore, 140 contrari e 3 astensioni. Il Senato ora dovrà approvare ogni emendamento.

Prima della Spagna, nessun Paese europeo aveva incluso nella propria legislazione sul lavoro un provvedimento sul congedo mestruale. In Italia nel 2016 era stata presentata una proposta di legge che prevedeva tre giorni di riposo retribuito (il c.d. congedo mestruale) per le donne affette da dismenorrea, quindi che avrebbero certificato di avere un ciclo mestruale particolarmente doloroso, che provoca crampi al basso ventre e vertigini, di cui “tra il 60 e il 90% delle donne ne soffre,  causando tassi dal 13 al 51% di assenteismo a scuola e dal 5 al 15% di assenteismo al lavoro”, come specificato nel testo della proposta di legge. Negli anni il dibattito è stato ripreso, e lo scorso 3 maggio il Comitato Vulvodinia e Neuropatia del pudendo ha depositato una proposta di legge per riconoscere l’endometriosi e la vulvodinia come malattie croniche e invalidanti.

L’endometriosi come malattia invalidante

In Spagna il congedo per malattia dovuto alla dismenorrea esiste già. Dal 2021, per esempio, il Comune di Girona assicura alle donne che soffrono di dismenorrea o endometriosi il diritto a 8 ore di pausa dal lavoro. Questo tipo di congedo prevede che le donne si rivolgano a un medico per curare il disturbo.
Al momento l’intenzione è di introdurre il congedo mestruale, un congedo per malattia senza limiti di tempo coperto al 100% dallo Stato, senza alcun costo per l’azienda ottenibile dietro una precedente diagnosi e condizione medica che prevede endometriosi, ovaie policistiche e fibromi come sintomi invalidanti. Questo tipo di congedo viene equiparato alla previdenza sociale, in modo tale da non aggravare ulteriori costi al datore di lavoro. Nello specifico, sono stati stanziati circa 104 milioni di euro da parte del Ministero, in modo tale da garantire un permesso retribuito ed eliminare un motivo di discriminazione. In realtà, di questi fondi solo 23,8 milioni serviranno a finanziare il congedo mestruale a spese dello Stato e non dei datori di lavoro. Usufruiranno di tale diritto solo le donne che proveranno di avere un ciclo mestruale particolarmente doloroso. Nel Paese infatti circa il 15% delle donne è affetta da dolori mestruali invalidanti, e “questo problema si ripercuote a livello lavorativo, perché comporta una diminuzione del reddito familiare” spiega in un’intervista Emi Escudero (Comisión de Impulso de Endomadrid) a The Bottom Up l’associazione spagnola Endomadrid, che si occupa di difendere gli interessi e migliorare la vita delle persone affette da patologie uterine. 

“Il problema principale è che la diagnosi richiede in media circa 8 anni, e non tutti i medici sono competenti in materia, non tutti riescono a riconoscerla. E nei casi in cui viene diagnosticata, manca comunque una cura al momento”, continua Escudero. “L’endometriosi è una malattia che soffre del pregiudizio di genere della medicina e della scienza, per questo è necessario investire nella ricerca, in una formazione adeguata alla comunità medica, così come è necessario aumentare la consapevolezza nella popolazione e riconoscere che è una patologia invalidante”. Esistono diversi metodi per ottenere una diagnosi di endometriosi quali la risonanza magnetica, l’ecografia o la tomografia assiale computerizzata. In ogni caso il metodo diagnostico definitivo è la laparoscopia, che consente l’ispezione visiva del bacino. “La diagnosi assume una particolare rilevanza considerando il fatto che il 47% delle donne con endometriosi ha maggiori sintomi prima dei 20 anni, e che il loro progredire porta gravi conseguenze sia per la salute fisica che emotiva”.

L’associazione si occupa proprio di aiutare le persone che soffrono di questo tipo di patologia. “Il nostro compito è di informare le persone dei loro diritti, dei trattamenti palliativi e delle cure che possono migliorare la qualità della vita”. Inoltre, organizzano anche dei workshop in materia e hanno un gruppo di supporto mensile presso l’Ospedale di La Paz, in collaborazione con il personale dell’Unità ospedaliera Endometriosi. 

Il resto della normativa

Oltre al congedo mestruale, il disegno di legge prevede alcune importanti innovazioni in tema di salute riproduttiva. Per le ragazze oltre i 16 anni sarà possibile ottenere un’interruzione volontaria di gravidanza senza l’autorizzazione da parte dei genitori o del tutore legale, è prevista l’eliminazione del periodo di riflessione di tre giorni ed è inserito l’obbligo di informare sui diritti e sugli aiuti pubblici a sostegno della maternità. Inoltre è stata introdotta la possibilità di abortire nelle strutture sanitarie pubbliche, con metodo chirurgico o farmacologico, entro le 14 settimane, mentre per motivi medici fino alla 21esima settimana. Fino a questo momento l’85% degli interventi, circa 74mila all’anno, erano effettuati nella sanità privata, anche a causa della mancanza di medici del settore pubblico disponibili ad eseguirli. 

Foto: Francesca Capoccia/The Bottom Up

A tal proposito, si è promossa la creazione di un registro di obiettori di coscienza, per garantire alle donne di conoscere preventivamente se un medico pratica o meno l’interruzione di gravidanza.
E’ invece rimasta inaccolta la proposta per la riduzione dell’IVA dal 10% al 4% sui prodotti per l’igiene femminile (assorbenti, tamponi), mentre è stata eliminata per assorbenti e tamponi da distribuire a coloro che si trovano in condizioni economiche precario, nei centri educativi, nelle carceri e ai servizi sociali. Invece i contraccettivi ormonali e la pillola del giorno dopo saranno gratuiti per tutti.
Un aspetto importante della proposta di legge riguarda soprattutto l’educazione sessuale nelle diverse fasi educative. Insegnanti, famiglie, studenti devono sapere che il dolore mestruale non è normale e cos’è l’endometriosi e i suoi sintomi. Questo aiuta ad abbreviare anni di diagnosi”, conclude Escudero.

Sonia Faseli

Foto copertina: Cosmopolitan

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