PARIGI – Domenica 24 aprile avrà luogo il secondo (e ultimo) turno delle elezioni presidenziali francesi. Come nel 2017, la gara all’Eliseo si giocherà tra Emmanuel Macron, presidente uscente e candidato del movimento La République En Marche (LaREM), e Marine Le Pen, fondatrice del partito Rassemblement National (RN). I due candidati presentano dei programmi elettorali molto diversi tra di loro, quello di Macron generalmente centrista, mentre quello di Le Pen si inscrive nella politica della destra sovranista.
In mancanza di un candidato di sinistra, come pensano di votare i francesi senza rappresentanza al secondo turno? Quali sono i temi che li spingono a dare fiducia a un candidato più che a un altro?
L’uguaglianza di genere, i diritti sessuali e riproduttivi, così come l’immigrazione e la religione islamica sono temi chiave dei programmi dei due candidati: nel 2017 Macron aveva fatto dell’uguaglianza di genere la sua “grande causa”, mentre l’immigrazione è da sempre un punto forte della politica di Le Pen. Questi temi sono dunque molto frequenti nel dibattito politico, discussi nell’opinione pubblica e dividono l’elettorato.
Le opinioni personali di ciascun elettore su queste tematiche influenzano inevitabilmente la scelta di voto. Tra i nostri intervistati, Lucie Daniel, esperta di advocacy per Equipop, ha una considerazione diversa dei due candidati rispetto a François Guennoc, presidente de L’Auberge des Migrants. Equipop è un’associazione femminista e di solidarietà internazionale che opera da vent’anni a Parigi e in Paesi nella parte ovest dell’Africa (Burkina Faso e Senegal) su temi relativi ai diritti sessuali e riproduttivi, quindi educazione alla sessualità, prevenzione del virus HIV e lotta contro le violenze sessuali. L’Auberge des Migrants è un’associazione creata nel 2008 che si occupa principalmente di scopi umanitari. Concretamente, oggi possiede un magazzino a Calais dove svolge le sue attività principali: distribuzione di legno a persone migranti per permettere loro di scaldarsi e cucinare, rispetto dei diritti a Calais (tramite il gruppo “Humain right observa”), e funge da ombrello per altre 7 associazioni, con le quali rappresenta la principale piattaforma umanitaria a Calais.
Il voto delle femministe contro Le Pen
Per quanto riguarda i diritti delle donne e la salute sessuale, Lucie Daniel, in quanto portavoce di Equipop, spiega chiaramente che non sia possibile votare Marine Le Pen. “Quello che è pericoloso con Le Pen”, dice, “è il progetto sociale che la candidata propone nella sua totalità. E’ sempre stato e continua a essere un progetto di società profondamente antirepubblicano, antifemminista e razzista e, in quanto tale, deve essere combattuto”. Le associazioni femministe, tra cui Equipop, criticano il fatto che Le Pen giochi sul suo essere donna, sottintendendo che una donna difenderebbe i diritti delle donne. Questa comunicazione non deve nascondere le sue prese di posizione e la sua politica. In difesa dei diritti delle donne, molte femministe (tra le quali Caroline de Haas, una delle fondatrici del movimento nous toutes, e Cecile Duflot, direttrice di Oxfam France) invitano a votare Macron, o per meglio dire, a votare contro Le Pen. “Il suo progetto di società è sessista e misogino”, dice Daniel, “e si inscrive nella linea di azione del Fronte Nazionale (principale partito nazionalista e di estrema destra francese a partire dal 1984), il partito di suo padre Jean-Marie Le Pen”. Dall’altro lato, Macron non presenta una politica apertamente sessista, ma il suo operato non ha risposto agli obiettivi prefissati e alle richieste delle associazioni femministe.

Contraccezione, salute sessuale e diritto all’aborto
Nel suo quinquennio alla presidenza di Francia, Emmanuel Macron ha comunque promosso diverse politiche in tema di uguaglianza di genere. Come riporta il sito del servizio pubblico francese, per facilitare l’accesso delle giovani donne alla contraccezione, dal 1 gennaio 2022 si applica la copertura totale dei costi contraccettivi a tutte le donne fino a 25 anni, anche se non copre ancora tutti i metodi contraccettivi.
Le posizioni di Le Pen, in campo di diritti riproduttivi, si distaccano da quelle del suo avversario. Nonostante negli ultimi anni sia stata più prudente rispetto al passato in materia di diritto all’aborto, la posizione della candidata di RN si iscrive in una politica conservatrice, dichiarandosi contraria a estendere la durata dell’interruzione volontaria della gravidanza. “E’ inquietante per i diritti delle donne pensare ai modelli ai quali Le Pen si ispira: Trump, Putin, Orban, Capi di Stato conservatori, xenofobi e particolarmente misogini, con esercizio di potere sessista”, denuncia dice Daniel. “Questo dimostra che il suo accesso al potere sarebbe catastrofico per le donne in Francia”. Per paura che i diritti riproduttivi vengano eliminati, Equipop chiede, insieme ad altre associazioni femministe, la costituzionalizzazione del diritto all’IVG (aborto), in modo tale da renderebbe l’accesso alla pratica più sicuro e al riparo dai medici obiettori di coscienza.
La condizione delle donne
L’uguaglianza di genere era la “grande causa” del mandato di Macron. Secondo un bilancio del suo periodo al potere (realizzato da Oxfam, Equipop e CARE France, con la contribuzione della Fondation des Femmes, del Planning Familial e ONE France e che si Iscrive nella mobilitazione collettiva delle associazioni francesi femministe #EcoutezNousBien) le sue azioni a riguardo sono state insufficienti. Come emerge dai risultati, la maggior debolezza è costituita dai pochi fondi che sono stati impiegati nella lotta alle violenze di genere e nel tentativo di uguagliare la condizione femminile a quella maschile: nel 2022 è stato destinato lo 0,25% del bilancio dello stato. “Per noi è veramente insufficiente”, dice Daniel, “e pensiamo che una grande parte dei problemi passino da lì. Ciò che manca oggi in Francia sulla questione delle violenze di genere è soprattutto un finanziamento che permetta l’aumento dei mezzi umani e finanziari, delle formazioni (di polizia e dell’apparato di giustizia) e dei corsi di educazione sessuale nelle scuole”. Sulla base della critica fatta all’operato di Macron, la mobilitazione collettiva delle associazioni francesi femministe #EcoutezNousBien ha creato una petizione per introdurre 10 misure che vorrebbe vedere realizzate nei primi 100 giorni del prossimo mandato. Tra queste anche la richiesta alla futura presidenza di impegnare 1 miliardo di euro contro le violenze domestiche e contro le disuguaglianze uomo-donna.

L’immigrazione
Con il governo Macron, François Guennoc ha sottolineato un inasprimento delle politiche di repressione verso le persone migranti a Calais (città nel nord della Francia, meta di tante persone immigrate che sperano di poter attraversare il canale della Manica e arrivare nel Regno Unito). Il presidente de L’Auberge des Migrants ritiene che, nonostante le sue parole moderate, Macron abbia in realtà aggravato la situazione sul litorale, dove polizia e strumenti tecnologici, quali droni, bloccano la frontiera per conto degli inglesi e, allo stesso tempo, scoraggiano gli immigrati a restare. Queste misure si traducono in violenze fisiche e verbali, espulsioni, rifiuto di destinare alloggi ai migranti e, da settembre 2020, il divieto per molte associazioni di fornire loro cibo e acqua, come comunica Huffingtonpost. Nel report annuale del 2020 pubblicato da Human Right Observers (HRO) in collaborazione con L’Auberge des Migrants, si parla di svariate situazioni di abusi su migranti da parte delle autorità.
Dall’altra parte, “il programma di Le Pen è discriminatorio e razzista”, dice Guennoc, “volto a escludere il più possibile gli stranieri”. La politica della candidata è apertamente xenofoba. Come scrive Les Echoes, il suo programma prevede: priorità nazionale, la soppressione dello ius solis e un inasprimento del diritto di asilo, che dovrebbe essere trattato prima dalle ambasciate all’estero, per permettere l’ingresso nel territorio nazionale ai soli aventi status di rifugiati.
Davanti a due politiche migratorie che non sono per lui sufficienti, Guennoc si augura un cambiamento su tre livelli. Nel breve termine, spera nella possibilità per i rifugiati di alloggiare legalmente a Calais. A medio termine, si augura l’istituzione di una politica francese più accogliente. A lungo termine, spera in una politica europea migratoria organizzata.
La questione islamica
“Anche la politica verso l’islam è discriminatoria e razzista”, dice Guennoc, “ed estremamente stigmatizzante”. L’auberge des Migrants non si occupa solo di immigrati musulmani (ma anche cristiani, protestanti e atei), anche se questi sono la maggioranza. In Francia sono discriminati, soprattutto dalla destra. “La destra estrema, e ora anche la destra tradizionale”, dice il presidente dell’associazione, “stigmatizzano l’islam in generale con il pretesto della lotta al terrorismo. La paura dell’islam è parte integrante della politica della destra”. Questo, spiega Guennoc, rende il loro lavoro più difficile e criticato, tanto a Calais quanto in Francia.
Davanti alla questione islamica e alle proposte sulle politiche migratorie, il presidente dell’Auberge de Migrants non ha dubbi: “il mio voto non sarà né Macron né Le Pen. Accetto il rischio che questo favorisca la candidata di RN”. Nonostante definisca il progetto di Le Pen come razzista, le proposte di Macron non prefigurano un cambiamento politico. La paura è che la situazione si aggravi, per questo le organizzazioni si organizzano per restare a Calais e continuare il loro lavoro, grazie al contributo volontario di diversi giovani e grazie ai finanziamenti dei donatori. “Siamo molto pessimisti sulla politica migratoria dei prossimi anni, ma siamo positivi sulla possibilità di tenere testa alle autorità”.
Veronica Gennari
Fonte foto di copertina: L’Auberge des Migrants