La Francia ha vietato le terapie di conversione nei confronti delle persone LGBTI+

Il 25 gennaio 2022 il parlamento francese ha approvato la legge sul divieto delle terapie di conversione di orientamento sessuale nei confronti delle persone LGTBI+. Su il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che “queste pratiche indegne non hanno posto nella Repubblica. Perché essere se stessi non è un crimine. Perché non c’è nulla da guarire”. Al fine di far passare questa legge, è stato molto importante il lavoro di organizzazioni e associazioni francesi, come , Homosexualites et Socialism, che dal 1983 promuove la famiglia socialista e radicale nella lotta contro le discriminazioni di genere. “Il nostro lavoro è stato soprattutto di advocacy, diffondere testimonianze di associazioni specializzate in questo campo e denunciare la contrarietà iniziale del governo e della maggioranza del parlamento di proporre una legge per vietare le terapie di conversione”, ha spiegato l’associazione in un’intervista a The Bottom Up. di divieto delle terapie di conversione di orientamento sessuale. Come si può leggere dal volti a modificare o reprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere , reale o presunta, di una persona ed avere l’effetto di alterare il suo stato di salute fisico o psichico”. Laurence Vanceunebrock, deputata di En Marche e relatrice di testo ha dichiarato che attraverso questa norma “inviamo un segnale forte, perché condanniamo formalmente tutti coloro che immaginano, come fosse una malattia, di cambiare il sesso o l’identità”. “Questa legge indica chiaramente che in Francia esistono ancora pratiche simili alla tortura contro le persone LGTBI+, che non sono state protette sufficientemente dalla legge” ha commentato HES che insieme ad altre associazioni si è resa portavoce per sostenere tutte le persone LGTBI+ che fino a questo momento hanno subito discriminazioni in materia di terapie di conversione. “Ci sarà un arsenale legale per presentare reclami e indagare sui documenti. Ma questo non può avvenire senza un miglioramento nella gestione delle denunce presentate dalle persone LGTBI+, nell’accoglienza nelle stazioni di polizia e nelle successive indagini da parte dei giudici su queste denunce”. , sono pratiche di origine pseudoscientifica che hanno come obiettivo quello di cambiare l’orientamento sessuale di una persona da omosessuale a eterosessuale, o a modificarne e ridurre i comportamenti sessuali. Secondo l’ la promozione di terapie di cambiamento contribuisca a determinare un clima negativo nelle persone gay, lesbiche, bisessuali”. Un loro studio ha messo in evidenza come le terapie di conversione siano una delle cause principali di depressione, confusione, ansia, isolamento, e difficoltà nelle relazioni sessuali. Subire tali pratiche può comportare maggiore possibilità di contrarre malattie sessuali, di fare uso di sostanze stupefacenti, o addirittura condurre al suicidio. Anche secondo la , World Psichiatric Association, le terapie di conversione dell’omosessualità possono alimentare pregiudizi e discriminazioni e sono potenzialmente pericolose. deve diventare uno dei principali assi della salute pubblica nei prossimi anni e i problemi di salute LGTBI+ devono essere pienamente integrati nei programmi di formazione dei professionisti” ha spiegato HES. “Per fare questo, i politici devono considerarli come temi di primaria importanza di salute pubblica”. A tal proposito, l’associazione ha sviluppato un con argomenti e proposte per spingere il prossimo governo a lavorare su questi temi. L’obiettivo è una semplificazione delle procedure per il cambio di sesso, un adeguato accesso alle cure mediche per le persone LGTBI+, una maggiore tutela per i giovani LGTBI+, e un efficace funzionamento delle strutture residenziali per anziani LGTBI+. Inoltre, nel programma sono presenti campagne di sensibilizzazione per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili sia per giovani che per anziani. dall’elenco internazionale delle malattie nel 1990. I metodi usati nelle pratiche di terapie di conversione consistono in determinati trattamenti chirurgici, tra cui isterectomia e lobotomizzazione, alcuni trattamenti farmacologici come somministrazione di ormoni e tranquillanti sessuali e altri tipi di trattamenti come l’ipnosi fino all’elettroshock. Allo stato attuale, nonostante le numerose restrizioni, ci sono ancora Paesi in tutto il mondo che praticano alcune di queste terapie. “La Francia è una delle 200 e poche nazioni ad aver fatto il maggior numero di progressi su questi temi. Fu il primo a sopprimere, durante la rivoluzione francese, il crimine della sodomia, ma c’è ancora tanto su cui lavorare”, osserva HES. sulla legalizzazione delle terapie di conversione riportando le pratiche di terapie riparative e i divieti imposti a livello globale. Oltre alla Francia, altri Paesi hanno definitivamente bandito tali pratiche a livello nazionale. In Europa sono compresi Germania, Paesi Bassi, Spagna, Gran Bretagna, e Albania. In Itali, invece, uno studio della stima che una persona su dieci ancora subisca questo tipo di terapie. In Brasile, Ecuador e Malta sono stati imposti divieti delle terapie di conversione a livello nazionale, mentre in Canada, Spagna, Stati Uniti e Australia i divieti sono solamente a livello locale. Inoltre, nonostante l’Assemblea nazionale delle Nazioni Unite si sia contraria alle terapie di conversione e alla criminalizzazione dell’omosessualità, ancora 73 La Francia aveva stabilito che l’omosessualità non dovesse essere considerata reato già nel 1982. In questo modo veniva abolita una che era stata introdotta vent’anni prima, contraria agli atti osceni perpetrati dagli omosessuali. Le leggi che proibiscono qualunque discriminazione legata all’orientamento sessuale sono state emanate dal 1985 in poi, mentre il cambio di genere per le persone transessuali è stato legalizzato definitivamente nel 2009. “Le norme sociali non scompaiono magicamente dopo l’adozione di una legge. Ma sicuramente possono aiutare a cambiare mentalità”, commenta HES. “Sono ancora tanti i miglioramenti da compiere nei confronti dei diritti e delle persone LGTBI+. Ad esempio, la Francia non ha ancora vietato la mutilazione di bambini intersessuali, e le persone trans non possono ancora accedere alla riproduzione assistita. Ci sono molte e del modo in cui la scuola tratta gli studenti LGTBI+”. Un cambiamento a livello legislativo rappresa anche un’opportunità di visibilità e di dialogo. “ . I dibattiti sul matrimonio lo hanno dimostrato bene. Grazie alla visibilità che i media possono offrire alle persone LGTBI+ è più semplice cambiare il nostro sguardo e la nostra mentalità”, conclude HES.