Maia Sandu, la neoeletta Presidente della Moldavia e Presidente del “Partito Azione e Solidarietà” moldavo “PAS”, ha vinto le elezioni del 15 novembre 2020 ottenendo il 57,72% dei voti rispetto al 42,28% del candidato socialista, Igor Dodon. È una vittoria significativa per una parte della popolazione che aspira a cambiare la situazione politica ed economica e che versa in una condizione di povertà e corruzione endemica da troppo tempo. L’elezione, che per la prima volta nel Paese ha portato una donna alla vittoria, accendendo così la speranza anche nei più scettici che vedono in lei un’occasione di cambiamento.
La situazione in Moldavia
La Repubblica della Moldavia è uno Stato relativamente giovane diventato indipendente nel 1991 in seguito alla dissoluzione dell’Unione sovietica che ha provocato un evento a catena di dichiarazioni di indipendenza delle cosiddette ex Repubbliche socialiste sovietiche. Il passato sovietico risulta essere così un retaggio storico e culturale che ancora persiste nel tessuto sociale e politico del Paese e dal quale risulta essere ancora difficile separarsi.
Nel corso della sua storia la Moldavia ha subìto una divisione capillare tra ovest ed est. Nel Paese vi sono ancora molte persone simpatizzanti della Russia e desiderose di continuare a rimanere sotto la sua influenza, mentre la fascia più giovane della popolazione vorrebbe vedere dei cambiamenti concreti a livello politico ed economico per poter continuare a vivere e lavorare nel Paese, di conseguenza guardano di più al modello europeo, improntato su apertura e sviluppo, vedendo nell’ Unione Europea un’opportunità per il Paese. Queste due direzioni sono rappresentate rispettivamente da Igor Dodon e Maia Sandu. A questa divisione politica si aggiungono anni di malgoverno, povertà dilagante ed emigrazione in massa di giovani e intere famiglie, alle quali si è aggiunta la più grande frode bancaria mai esistita nel Paese, famosa come il “ Furto del Secolo ” in cui nel 2014 venne sottratto allo Stato moldavo un miliardo di dollari da un gruppo di politici, alcuni dei quali facevano parte dell’allora Partito Democratico. I principali responsabili dell’accaduto sono ancora in libertà e alcuni di essi ancora presenti nel parlamento moldavo dove detengono le loro funzioni di deputati e/o presidenti di partito.
Chi prenderà le redini del Paese
La neoeletta Presidente Maia Sandu si presenta sulla scena politica come un personaggio nuovo rispetto ai politici che l’hanno preceduta nella rispettiva funzione, in grado di portare il Paese verso cambiamenti concreti. Si mostra preparata e vanta un’ottima istruzione, ovvero una laurea in economia e un master in amministrazione pubblica presso la Harvard Kennedy School of Government negli Stati Uniti. È conosciuta per aver lavorato presso la Banca mondiale in qualità di economista dove ha avuto l’occasione di farsi conoscere meglio, per poi tornare nel Paese dove ha lavorato come Ministra dell’Istruzione (2012-2015), come Presidente del partito “Azione e Solidarietà” e in seguito alle elezioni parlamentari del 2019 come Prima ministra.
La sua vittoria alle elezioni presidenziali del 15 novembre 2020 è stata possibile grazie anche alla sua crescita politica avvenuta nel corso degli anni in seguito alla sua sconfitta nel 2016, quando aveva concorso durante le elezioni presidenziali, avendo sempre come avversario Igor Dodon. Negli ultimi quattro anni, la nuova Presidente della Moldavia è riuscita a conquistare la fiducia delle persone, in particolar modo della diaspora, infatti quasi il 92% della diaspora ha votato per lei. Sicuramente Maia Sandu dovrà far fronte alle sfide che la aspettano, riuscendo allo stesso tempo a mettere in atto tutti i punti della sua agenda politica.
L’agenda politica di Maia Sandu
L’agenda politica della neoeletta Presidente risulta essere ambiziosa, nonché rivoluzionaria e riformista. Nella conferenza stampa in seguito alla pubblicazione dei risultati finali delle elezioni, la Presidente ha tenuto un discorso nel quale ringrazia tutti i cittadini e le cittadine che hanno creduto in lei e ha promesso di impegnarsi e lavorare negli interessi del popolo e del Paese. Sandu ci ha tenuto a ribadire che ogni persona dovrebbe poter vedere dei cambiamenti, incluse le persone che hanno votato per il suo opponente, il socialista Igor Dodon e che lei lavorerà per tutti e tutte, indifferentemente dalle preferenze politiche. La comunicazione adottata dallo staff di Maia Sandu, nonché la sua predilezione nel comunicare sia in romeno che in russo, risulta essere inclusiva e attenta a tutti e tutte e rispettosa delle diversità etniche presenti sul territorio.
Uno dei primi punti della sua agenda politica è quello di rendere lo Stato moldavo uno Stato funzionale con delle istituzioni forti che possano garantire dei servizi di qualità. La massiccia emigrazione dei cittadini e delle cittadine moldave e la loro permanenza in altri Stati li ha portati ad una maggiore consapevolezza di come e cosa dovrebbero essere in grado di garantire le diverse istituzioni, formando un senso civico e maturando maggiori richieste di accountability e responsiveness da parte della classe politica.
Per rendere possibile ciò la Presidente si propone di indire delle elezioni parlamentari anticipate che permettano di poter formare una maggioranza favorevole alle riforme e ai cambiamenti che lei stessa si propone di implementare. Impresa ardua considerando la forte opposizione all’interno del Parlamento, in particolar modo del Partito socialista moldavo guidato da Igor Dodon e del Partito “Sor” con a capo Ilan Sor, e la dilagante corruzione presente quasi in tutte le istituzioni dello Stato considerate “catturate”.

Il pacchetto di riforme comprende la riforma nell’ambito della giustizia, la quale risulta rispondere a pochissimi individui che sono in grado di controllare la maggior parte delle istituzioni e la risoluzione della crisi economica, la quale è stata accentuata dalla mancanza di un dialogo con i Paesi vicini a parte che con la Russia, con cui il presidente Igor Dodon ha mantenuto stretti rapporti trascurando le relazioni diplomatiche ed economiche con altri Stati vicini creando così una sorta di “quarantena diplomatica”. Attraverso la risoluzione della crisi economica vi potranno essere dei miglioramenti della vita delle persone, una crescita dei salari e delle pensioni al momento molto basse e addirittura sotto la soglia di povertà.
Maia Sandu si propone di impegnarsi nella lotta alla corruzione in tutti gli ambiti e di favorire ed attrarre nel Paese investimenti che possano aiutare i piccoli imprenditori e le attività locali a poter crescere. C’è bisogno altresì di riforme nell’ambito dell’istruzione e del sistema sanitario, quest’ultimo prossimo al collasso per via della noncuranza del governo moldavo e per la mancanza di materiale medico e ospedali adeguatamente attrezzati per far fronte al numero crescente di persone infettate dal Covid-19.
“We will establish a pragmatic dialogue with all countries, including Ukraine, Romania, European nations, Russia, and the United States”
Indubbiamente un altro punto del programma sarà il riallacciamento delle relazioni diplomatiche con tutti i Paesi inclusa la Federazione russa. Un tentativo di instaurare un equilibrio nella politica estera creando un’armonia tra influenze e collaborazioni con diversi stati sia della zona euroasiatica che dell’Europa.
I fattori che hanno favorito l’elezione di Maia Sandu
Considerando la situazione instabile della politica e dell’economia in Moldavia nonché una forte sfiducia delle persone nelle istituzioni dello Stato e nella figura del Presidente uscente, gli elettori e le elettrici hanno optato per allontanare i politici che si preoccupano solamente dei propri interessi economici. Le persone sono stanche e desiderano vedere un cambiamento ed essere considerate dalla classe politica eletta . Tutti i cittadini e le cittadine, indifferentemente da dove si trovino, se nel Paese oppure all’estero, hanno combattuto per poter esercitare il proprio diritto al voto durante le elezioni presidenziali. Nella sconfitta di Igor Dodon hanno avuto un grande peso le scelte elettorali della diaspora, considerata come “elettorato parallelo” e il cui attivismo è stato un fattore chiave per la vittoria di Maia Sandu, perché le persone sono determinate a cambiare la situazione sia per i cari rimasti ancora in patria, sia per un eventuale loro ritorno.
La Presidente dovrà affrontare diversi ostacoli
Maia Sandu dovrà sicuramente affrontare una classe politica corrotta e collusa, poco disponibile a cedere le redini del potere e a cambiare per diventare una classe di politici onesti e corretti, così come la Presidente insiste che debba essere. L’appoggio del popolo in tutto questo processo di riforma e cambiamento delle istituzioni è fondamentale per poter affrontare le resistenze del Parlamento e permettere l’avvio verso quella che dovrebbe essere un’operazione di riforma completa del funzionamento e l’esistenza di un’intera classe politica e delle istituzioni. Maia Sandu risulta essere ancora sostenuta dalla persone che l’hanno votata e continua, nei suoi discorsi e richieste politiche, a ricordare questo appoggio e a specificare che tutto quello che lei si ripropone di fare è una richiesta diretta e chiara dei cittadini e le cittadine moldavi. A prova di ciò è stata la manifestazione del 6 dicembre 2020 davanti al Parlamento moldavo per protestare contro le azioni della maggioranza socialista e richiedere le elezioni parlamentari anticipate.
Ala Jalba
Immagine di copertina: neoeletta Presidente Maia Sandu, foto dalla pagina Facebook del Partidul Acțiune și Solidaritate.