buoni propositi per il nuovo anno

Happy new decade

Fine di un decennio, tempo di bilanci. Il 31 dicembre sarà l’ultimo giorno di questi schizofrenici anni Dieci italiani. Tra postumi di una crisi da cui ancora non sembriamo riprenderci (dal 2008 abbiamo perso il 17% della produzione industriale), mercati che diventano sempre più concentrati, e colossi digitali che aumentano di valore giorno dopo giorno, ripercorriamo insieme tutto ciò che questi anni Dieci ci hanno regalato, cambiando per sempre abitudini individuali e strutture sociali.

Il primo squillo arriva subito, ma è forse solo il prodotto naturale di quanto già visto con l’affermazione di Apple sul mercato degli smartphones. È il 2010, io frequentavo il primo anno di Università a Bologna e a Cupertino veniva lanciato il primo iPad, inaugurando un mercato, quello dei tablet, che nonostante le difficoltà di oggi, ha goduto di grandissima popolarità e ha rivoluzionato il nostro modo di interfacciarci alla tecnologia. I tablet non hanno solo condizionato la fisionomia degli smartphones (schermi sempre più grandi), ma anche quella dei laptop (segnando l’evoluzione dei 2-in-1 PC).

La crisi finanziaria è ormai diventata crisi del debito, entriamo nel 2011. Mentre i mercati accompagnavano il governo Berlusconi quater verso la sua insospettabile fine, Facebook raggiungeva la valutazione di 50 miliardi, Apple lanciava Siri e la macchina Watson batteva i concorrenti umani a Jeopardy! (noto quiz televisivo americano). È l’ingresso dell’Artificial Intelligence (A.I.) e della grande fase di automazione sul palcoscenico mondiale, e il mondo sta assistendo alla transizione da rete 3g a 4g. L’entusiasmo è alle stelle. A settembre il Governo incassa poco meno di 4 miliardi di euro dall’asta per l’assegnazione delle frequenze, ma non ne beneficerà mai. Il 9 novembre 2011 gli italiani imparano il concetto di Spread, che raggiunge il suo massimo storico: 574 punti base. È l’inizio di una nuova era. La seconda Repubblica è finita, la terza non è ancora adulta abbastanza. Il 12 novembre Berlusconi dà le dimissioni, quattro giorni dopo sale al governo Mario Monti. Cominciano, davvero, gli anni 10, anni di austerità, di Europa e sovranismi.

Pronti ad entrare negli anni Venti?
Pronti a cominciare questi anni Venti?

È negli anni di crisi e di austerità tra il Governo Monti (2012) e il Governo Renzi (2014) che la sharing economy si afferma definitivamente in Italia. Airbnb e Blablacar sono le due aziende leader, ma molte sono le piattaforme di condivisione tra utenti che vengono lanciate in questi anni. È un passaggio fondamentale, in Italia e nel mondo, da un punto di vista concettuale ed economico. Airbnb, nel 2015, a fronte di un valore di 26 miliardi di dollari impiegava 1600 persone. Blablacar, sempre nel 2015, impiegava 400 persone e il suo valore si aggirava a 1,6 miliardi di dollari. Pochi dipendenti e tanti utenti. È il sistema piattaforma inaugurato da Google, Facebook e Twitter, che però diventa fisico e si impone sul territorio. La diffusione di Airbnb è stata talmente capillare e invasiva da creare problemi di tipo abitativo in alcune città (Bologna, Firenze, Venezia, tra le altre). Tutto gira su internet, i telefoni sono sempre più presenti nella quotidianità delle persone e il mercato delle Mobile Application (più comunemente App) cresce. Nel 2012, solo negli Stati Uniti, vale 18 miliardi di dollari. La crescita sarà esponenziale e le app invaderanno ogni aspetto della nostra vita: musica, salute, lavoro, incontri.

Le persone condividono, scambiano, e usano le app dai propri device: l’orologio non si ferma e Renzi subentra al serenissimo Enrico Letta. È il 2014, il PD raggiunge il suo massimo storico alle Europee (e poi più niente). Amazon lancia Alexa e il dispositivo Amazon Echo, entrando a piedi pari nel mercato per le smart house. Il termine “smart” è ormai sinonimo di “giusto” ed entra nel linguaggio politico e sociale. Il politico deve essere smart, il lavoro deve essere smart e certamente il lavoratore deve avere smart skills. Alla sharing economy si accoda la gig economy, l’economia dei lavoretti. Glovo e Uber Eats seguono Deliveroo e Just Eat entrando in Italia nel 2014 e creando una categoria di lavoratori che prenderanno la scena sul finire degli anni Dieci: i riders. Il modello piattaforma tiene, pochi dipendenti e alto valore. Le piattaforme di servizi di food delivery fanno un passo successivo. I corrieri non sono inquadrati come dipendenti, ma come collaboratori. Gli algoritmi vengono adattati alla gestione del personale e i fattorini lanciati su e giù per le strade di città senza protezione e per pochi spicci a consegna. Il tempo sembra procedere lineare, ma il cottimo è il sistema di remunerazione che meglio si sposa con le nuove tecnologie. L’era delle grandi piattaforme comincia ufficialmente e tutto si muove nel Cloud. Il Cloud Computing è ormai pronto a rivoluzionare il mondo delle imprese e ad abilitare un’enorme quantità di servizi altrimenti impossibili.

Passo indietro. È il settembre 2013 e viene presentata la Playstation 4. Assieme alla Xbox One della Microsoft, la punta di diamante del videogaming targato Sony sarà fondamentale per lanciare il gaming online e l’industria videoludica che ora vale 152 miliardi di dollari. Con l’espansione del videogaming, sono saltati al pettine tutti i nodi più nascosti della questione, in particolare quelli legati alle condizioni di lavoro all’interno dell’industria. Siamo al punto di svolta: la seconda metà degli anni Dieci sarà caratterizzata dalla consapevolezza che la tecnologia non è un elemento indipendente. Chi controlla la tecnologia può disciplinare il lavoro.

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I dilemmi non son più gli stessi

Ma andiamo avanti. Il tempo non sarà lineare, a questo punto lo sappiamo, ma non si ferma di certo. È il 2015. Due anni dopo l’ingresso storico in Parlamento, il M5S si riorganizza attorno all’ultimo prodotto di Gianroberto Casaleggio, la piattaforma Rousseau, che verrà inaugurata l’anno successivo con la morte del fondatore. La politica diventa mercato e la piattaforma dei 5 Stelle avrà un ruolo fondamentale nella politica nazionale degli anni a venire. Servirà a deresponsabilizzare i politici e svuotare di senso la rappresentanza parlamentare. Posti di fronte a un quesito secco e a più o meno argomenti di approfondimento, agli elettori iscritti al movimento verranno chieste le cose più diverse, dal caso Diciotti di Salvini all’autorizzazione delle alleanze nel Parlamento Europeo. Nel frattempo, Netflix debutta in Italia e lo streaming online diventa un modello di business dominante. Il mondo sta cambiando rapidamente, l’Italia anche. Il 2015 è l’anno del Jobs Act e dei Voucher di Poletti, ancora attacchi al lavoro. Ma è una politica che paga pegno. Solo un anno dopo, quando nel mondo debutta Google Home, Renzi perde il referendum del 4 dicembre, il Regno Unito chiede di uscire dall’Unione Europea e Trump diventa il leader dell’ Occidente. Siamo alla fine di un’epoca e all’inizio della successiva. Si comincia a parlare di 5g, le aziende della Silicon Valley sembrano arrancare dietro i colossi dell’Oriente, come Huawei, e Gentiloni subentra a Renzi portando a compimento la legislatura. L’Italia firma il memorandum in Libia per fermare i flussi migratori, proprio come l’Europa aveva fatto in Turchia. Sono gli anni più duri dell’ideale europeo, messo in ginocchio dopo gli attacchi di matrice terroristica in Francia, Regno Unito e Belgio. Vengono eretti muri, bloccate persone, finanziati campi di detenzione. Per un secondo ci siamo anche sentiti al sicuro. Infine, è successo. È il 2018, in Italia la Lega prende il 17% dei consensi alle elezioni di marzo e il M5S è il primo partito. Mentre dal nulla emergeva il Prof. Avv. Giuseppe Conte, in Svezia una ragazza appena quindicenne decideva di non andare a scuola e protestare pubblicamente contro l’apparente accidia dei governi nei confronti del cambiamento climatico. Greta Thunberg, solo un anno dopo, sarà una delle persone più famose al mondo e il climate change sarà sulla bocca di tutti. È passato un anno e non c’è un prodotto che non vanti un minor impatto ambientale rispetto alla concorrenza. Tutto conta, i veicoli elettrici prendono il sopravvento. Tesla è leader nel settore, Toyota da anni domina il mercato dell’ibrido, ma ora tutte le grandi aziende automobilistiche entrano nella corsa.

Ultimo atto, 2019. Il governo giallo-verde cade al Papeete Beach e sui Social Network, il governo giallo-rosso nasce su Rousseau. È il governo Conte bis, Di Maio è ancora ministro, ma ora degli Affari Esteri. Il bipolarismo era morto da anni, eppure solo ora se ne colgono le implicazioni. Tre partiti con simile distribuzione di consenso implicano un’impossibile alternanza: uno dovrà allearsi con entrambi, alternativamente. Glovo raggiunge la valutazione di 1 miliardo di dollari il giorno prima che un fattorino a Torino venisse travolto da un’auto e finisse in coma. È un collaboratore, non un dipendente. Se si risveglierà avrà solo perso soldi e punteggio. È l’alba di una nuova era.

Luca Sandrini

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