Gorr aveva ragione? – Thor e Jason Aaron

Gorr aveva ragione? – Thor e Jason Aaron

, ovvero l’ultimo capitolo dell’affresco narrativo raccontato nel corso degli ultimi 7 anni con protagonista il e Ghost Rider nel 2007, finchè due anni dopo non gli viene affidata , una nuova serie regolare dedicata al mutante artigliato uscita in concomitanza con quell’orrore di celluloide che è di Jason Aaron comincia nel 2012, con un primo arco narrativo, in collaborazione con il croato , vero maestro illustratore, in cui viene introdotta la figura di , nemesi di Thor attraverso i millenni, un essere che ha come unico scopo di vita l’eliminazione delle divinità dall’universo. È qui che incontriamo il del titolo dell’ultima miniserie, un Thor invecchiato di millenni, che vive alla fine del mondo, su una Terra ormai arida e sterile, in quasi completa solitudine. , per citare i più recenti del nuovo millennio, avevano saputo scrivere storie avvincenti e fresche. Fin dal primo ciclo, però, Aaron fa capire di avere in mente che è stata la sua run). Ci introduce a un Thor , sprezzante e avventato, e al Re Thor menzionato sopra, che mette a confronto con il Thor che tutti conosciamo, . Conclusa la prima parte del suo ciclo, Aaron torna su temi più classici, e recupera l’elfo dannato , creato da Walt Simonson nel 1984, che comincia a pianificare una guerra (già parte del mythos Marvel da decenni) che vuole accaparrarsi l’Antartide per sfruttarne le risorse petrolifere. Durante l’evento , scritto sempre da Aaron, l’Osservatore (un alieno con la testa enorme che ha come scopo di vita – avete indovinato – osservare la storia dell’Universo che si chiama Uatu ed è il delegato della razza degli Osservatori per la Terra) viene ucciso da , quello originale, e la sua morte rivela segreti inconfessati di moltissimi eroi. Confrontato dai Vendicatori, Fury sussurra qualcosa nell’orecchio di Thor, che a causa di questo segreto perde la capacità di sollevare il suo martello, e diventa , un salto temporale in avanti di qualche mese ci mostra , che si rivelerà poi essere Jane Foster, ex compagna del figlio di Odino. Immaginate il pandemonio che si è scatenato tra i nerd di tutto il mondo: ma Thor ! È inaccettabile! Hurr durr! I nerd, però, si sono dimenticati che ”, che come tutti gli aggettivi non si declina, e dunque può essere sia maschile che femminile), riceverà il potere di Thor. Inoltre, , direi che, cari nerd, possiamo accettare serenamente che lo possa essere una donna. Soprattutto perché il ciclo con Jane Foster – in cui lei, oltre a essere Thor, combatte il cancro – dimostra anche agli ultimi scettici le grandi capacità narrative di Aaron, la cui sottotrama di , nella quale Aaron rivela finalmente che Nick Fury aveva bisbigliato al figlio di Odino che “ : un’umanizzazione del personaggio meno umano del pantheon Marvel, un Thor fragile, insicuro, arrabbiato per essere diventato indegno, e affacciato sull’abisso al punto da unirsi all’Hydra del Capitan America malvagio durante l’evento . L’ultimo ciclo di Aaron su Thor è quello in corso di pubblicazione in Italia, prologo e tie-in de , l’evento del 2019 per Marvel Comics, durante il quale il piano di Malekith giunge a compimento – ma non potrà essere davvero portato a termine finché Thor avrà un martello , non ha ancora terminato la sua corsa negli Stati Uniti (e in Italia deve ancora terminare proprio ), dunque non possiamo sapere cosa riserverà il futuro prossimo al Tonante (il cui nuovo team creativo, composto da , promette comunque benissimo), né ad Aaron, che rimane saldamente al timone della serie dedicata agli come lo conosciamo, che ha lasciato il segno su Thor tanto quanto lo hanno fatto gli autori che hanno dato forma al personaggio, come Walt Simonson o Dan Jurgens, e ha fatto del suo ciclo – preso anche a ispirazione per il prossimo per chi voglia comprendere il personaggio e per tutti gli appassionati di fumetti.