L’Egitto di al-Sisi: una prigione a cielo aperto

In Egitto, negli ultimi anni, l’implementazione dei diritti umani è catastrofica, quasi nulla. Oltre a una diffusa il Parlamento egiziano ha approvato una nuova legge che autorizza la nei confronti di portali informativi indipendenti e delle pagine Internet di gruppi per i diritti, con il pretesto di sviluppare . Dal 2017, le agenzie di sicurezza hanno infatti bloccato l’utilizzo di almeno senza autorizzazione e supervisione giudiziaria. In generale, in qualsiasi ambito, politico, economico, sociale o culturale che sia, Sempre più frustrati da queste condizioni, i cittadini hanno quindi iniziato a manifestare un profondo dissenso popolare e a radunarsi, dando vita ad una sono tante: di carattere politico, ma anche economico e sociale. Negli ultimi cinque anni infatti, che sostiene sanità, istruzione, infrastrutture pubbliche e servizi è completamente collassato . Questo, associato all’assenza di prospettive e alle quotidiane violazioni arbitrarie da parte delle forze dell’ordine, ha fatto precipitare il tenore di vita della maggior parte della popolazione egiziana al punto che più di Consapevoli della critica condizione politica, economica e sociale che caratterizza il paese, , in seguito alla partita di coppa tra le due principali squadre di calcio, con gli slogan quali Il Cairo in Piazza Tahrir, Alessandria, Suez, Ismailia, Port Said, Damietta, Mahalla e molti altri ancora. , imprenditore edile e aspirante attore ora in esilio in Spagna, che, dopo aver lavorato a stretto contatto con l’esercito, ha iniziato a e dello stesso Presidente nell’unico luogo dove è ancora possibile esprimersi in libertà: i La risposta delle forze dell’ordine non si è fatta attendere: da quel venerdì fino ad oggi le autorità egiziane hanno preso la decisione di reprimere militarmente ogni protesta, lanciando un’ la polizia egiziana ha istituito posti di blocco informali in cui agenti ed informatori in borghese perquisiscono senza mandato i cittadini, controllandone anche i cellulari in cerca di contenuti sospetti. Pur con motivazioni infondate, questi controlli portano spesso ad arresti. La , in quanto basata solo sulla partecipazione o sulla richiesta di partecipazione a proteste pacifiche, con l’arresto di chiunque sia considerato una minaccia con le utilizzo dei social media per diffondere informazioni riguardanti un gruppo terrorista e i rischi che si corrono a fare informazione in Egitto, si è è venuti a conoscenza dell’ persone, tra le quali almeno 111 minorenni di età compresa tra 11 e 17 anni . Oltre a esponenti politici, i servizi segreti egiziani hanno sequestrato tra cui i docenti di scienze politiche Hassan Nefea e Hazem Hosny; , costretti a confessare di cospirare contro il Paese. Sottoposti a misure cautelari vi sono anche , come Ahmed Sahran e Mohamed Hamdi Younis, entrambi ingiustamente accusati di terrorismo e di rappresentare un rischio per la sicurezza del Paese (tutto questo per aver chiesto al Procuratore generale del Cairo di iniziare un’indagine sulle accuse di corruzione, abuso d’ufficio e malversazione delle politiche di al-Sisi). Vittime della politica del Presidente egiziano sono poi anche come Alaa Abdel Fattah – attivista politico e ingegnere informatico che aveva già scontato un’ingiusta condanna per aver preso parte, nel 2013, a una protesta pacifica – e Mohamed Ibrahim, fondatore del , i cui comunicati stampa sono stati accusati dal Governo di essere politicizzati e privi di fondamento. Questo perché da anni tali organizzazioni sono impegnate nella protezione dei cittadini e dei loro diritti, mettendo in discussione le politiche dello Stato, imputato pubblicamente per il facile utilizzo della tortura, ormai una routine comune in Egitto. In alcuni casi sono state oggetto di forti intimidazioni anche da parte delle forze di sicurezza, come è accaduto ad esempio al . Sebbene alcuni attivisti ed oppositori abbiano lasciato il paese per la paura di finire in carcere, altri, molti, non si sono fatti intimorire e in nome dei propri diritti sono scesi pacificamente in piazza, continuando coraggiosamente a scontrarsi con le autorità e a difendersi contro le ingiustizie