Laicità perduta? La breccia, 149 anni dopo

Laicità perduta? La breccia, 149 anni dopo

terminava il regno del potere temporale più potente di tutti i tempi: quello dei Papi cattolici. Terminava a opera di qualche decina di migliaia di soldati del neocostituito , che aveva attaccato Roma dopo anni di virtuosismi diplomatici e vigliacchi doppi giochi finalizzati a rendere la Città Eterna capitale del regno, un posto che nell’immaginario collettivo le spettava di diritto. La presa di Roma non era nei piani iniziali di Cavour, che non ha sempre avuto tra le sue priorità l’Unità d’Italia: eppure, anche lui si convinse che era necessaria per poter dare peso al regno sullo scacchiere internazionale, e in uno dei suoi ultimi discorsi, poco prima della sua morte e poco dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, ne sostenne la proposta. : il Papa (Pio IX) avrebbe dovuto rinunciare al potere temporale in cambio della rinuncia al Giurisdizionalismo (ovvero l’amministrazione degli affari ecclesiastici da parte delle ragionerie del Regno) dello Stato italiano. Questo progetto, però, naufragò, e dunque si cominciò ad attivare la diplomazia e a ipotizzare i più vili stratagemmi Il problema, infatti, non era tanto lo Stato Pontificio in sé, quanto per via di un trattato precedentemente sottoscritto! Per quanto il neonato regno potesse contare sulle forze militari degli staterelli che lo avevano costituito, di certo inimicarsi la Francia di Napoleone III non sarebbe stata una buona idea. Fortunosamente, , ed iniziò a muovere verso il Lazio, sfruttando delle insurrezioni di matrice mazziniana nella zona. Fu sconfitto a : una violazione del trattato in vigore, che prevedeva che le truppe italiane (che non erano unite ai garibaldini in questo caso) si tenessero lontane da Roma in cambio del non intervento di quelle francesi su altri campi. Con questa scusa, tre anni dopo, “Fantozzi riuscì finalmente a farsi assegnare un appartamento a riscatto lungo le mura dello stato pontificio… a Porta Pia.” L’influenza militare dello Stato Pontificio nel 1870 era significativamente ridotta rispetto agli anni d’oro, per quanto l’influenza religiosa fosse ancora forte. Eppure, che uno Stato osasse sfidare apertamente, per pura brama di conquista, il potere di Santa Romana Chiesa era ancora inaudito. La celebrazione di questa tappa fondamentale della storia europea ed italiana fu oggetto di una : in tale data, il Vaticano ottenne la definizione di Stato Indipendente e il cattolicesimo fu proclamato religione di Stato. Assieme al pagamento degli assegni di congrua (una specie di piccolo stipendio pagato dallo stato ai parroci, prima con fondi derivanti dalla vendita dei beni ecclesiastici e, a partire dal 1932, con fondi dell’erario, cioè con le tasse di tutti), queste condizioni non mutarono , quando, con l’accordo di Villa Madama stipulato tra l’Italia e il Vaticano, il cattolicesimo smise di essere religione di stato e i finanziamenti alla Chiesa passarono al sistema dell’ (un sistema di finanziamento di tutte le confessioni religiose che stipulano un accordo con lo stato italiano, pesantemente sbilanciato a favore della Chiesa Cattolica). (così come non viene chiesto, va detto, alle altre confessioni religiose; però, per dire, i Valdesi non usano l’8 x mille per le spese di culto e online). A fronte di un 37% di scelta per destinare la donazione alla Chiesa cattolica, poiché il meccanismo ripartisce le quote non assegnate in proporzione alle firme ottenute, questa ottiene l’80% del denaro dell’8 x mille. L’ora di religione cattolica è ancora presente nei programmi scolastici, con (ma stipendiati con i soldi di tutti i contribuenti), e, anche se in teoria ci sarebbe la possibilità di scegliere un’alternativa, in pratica è raro che questa alternativa sia un valido sostituto, le poche volte in cui viene effettivamente messa in piedi. Anche solo parlare di togliere i crocefissi dalle aule scolastiche della scuola pubblica, che vi stanno appesi in virtù di quale il crocefisso esprimerebbe “valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato” dal Concordato mussoliniano, rimodellato ma senza mutarne significativamente il contenuto tra il 1984 e il 1986, in anni, vale la pena ricordare oggi, di ingerenze pesanti da parte delle gerarchie cattoliche in Italia. Se e indirizzi gli appartenenti alla sua corrente di pensiero verso questa o quella posizione politica, quello che è inaccettabile è che le cariche dello Stato diano precedenza alle richieste cattoliche, quando non vi si piegano direttamente, nelle parole o nei fatti. Per quanto , soprattutto a sinistra, che lo vedono come un “riformista” per via delle sue posizioni su etica del lavoro e ambiente, sui temi dei diritti civili e sull’evoluzione della società anche Jorge Mario Bergoglio non si distanzia significativamente dai suoi predecessori: aborto, eutanasia, matrimonio egualitario, identità di genere, e più in generale , e le conquiste fatte in tutti questi anni in nome della laicità e dell’autodeterminazione non verranno cedute facilmente. Divorzio, aborto, unioni civili, sono tutte , come le già menzionate leggi Siccardi e come, naturalmente, l’assalto a Roma del 1870. , entrano prepotentemente in scena, forti della potenza dei mezzi di comunicazione contemporanei. Il lavoro di associazioni come la , di idee politiche come quelle radicali e anche di espressioni storiche della laicità come l’UAAR si sostituisce alla politica nella rappresentazione delle istanze laiche, per ciò che ancora non lo è. Dove l’inerzia o la sottomissione della politica paralizzano, col pretesto di rappresentare la volontà dei cittadini, sono loro che di quegli stessi cittadini, molto più laici di quanto pretenda la politica,