Gentili lettori,
Bentornati alla nostra rassegna settimanale della stampa estera!
Oggi tracciamo il viaggio della nave Aquarius, che dopo le traversie del fine settimana viene accolta dalla Spagna, approfondiamo l’ipotesi che Donald Trump voglia distruggere le alleanze tra paesi occidentali e raccontiamo le speranze dei disertori nordcoreani che ora iniziano a sognare di tornare a casa. Concludiamo con un aggiornamento sull’abrogazione della net neutrality negli USA e con un omaggio a un grande personaggio che abbiamo perso: Anthony Bourdain.
Buona lettura!
Quick et nunc
L’odissea della nave Aquarius, che pone il nuovo governo italiano ancora una volta sulle prime pagine dei giornali internazionali, sembra finalmente arrivata a una soluzione: il nuovo primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha infatti invitato la nave a fare porto a Valencia. La decisione arriva dopo un finesettimana di rimpalli fra Matteo Salvini e il primo ministro di Malta Joseph Muscat: Salvini dichiara che d’ora in poi l’Italia chiuderà i porti e dirà “no al traffico di umani e al business dell’immigrazione illegale”, mentre Muscat accusa l’Italia di aver violato gli accordi internazionali, secondo i quali la nave avrebbe dovuto fermarsi in un porto italiano e ringrazia la Spagna per il suo intervento.
Un’occasione perfetta per il nuovo primo ministro spagnolo, che in un solo colpo si distanzia ampiamente dalle politiche di non accoglienza del suo predecessore, consolida la sua base di consenso presso i partiti spagnoli di sinistra e parte con il piede giusto per guadagnare prestigio e influenza sulla scena europea. Dopo anni di isolazionismo, sembra che la Spagna voglia tornare sul campo della geopolitica internazionale. Speriamo aiuti.
Spain ‘will accept’ disputed migrant ship Aquarius

Scavando a fondo
Che fine ha fatto Duterte, il presidente delle Filippine? O Maduro, come vanno le cose in Venezuela? La verità è che ogni settimana mi propongo di esplorare altri paesi, altre storie, altri presidenti, e ogni settimana lui torna puntualmente a fare qualcosa di cui bisogna parlare. Donald, ma perché non ti prendi un calmante e non stai rilassato per un po’? Non ci sei solo tu! In ogni caso, questa analisi pubblicata sul New York Times presenta una sorta di interessante teoria del complotto che però potrebbe essere una spiegazione realistica per l’imprevedibile e lunatico atteggiamento di Trump nei confronti dei suoi presunti alleati occidentali: Trump in realtà sta cercando di distruggere le alleanze occidentali.
Secondo l’autore, se esistesse una to-do list dal titolo “Distruggere l’alleanza atlantica”, le azioni potrebbero includere:
- esplicita ostilità nei confronti dei leader di Canada, Germania, Francia, Giappone, ostilità non mirata alla crescita degli USA, ma puramente per gusto di conflitto;
- ricerca di nuovi alleati, preferibilmente fra gli avversari di quelli vecchi come, per esempio, la Russia;
- cercare di instaurare governi in altri paesi che rigettino anch’essi l’alleanza.
Suona familiare? Sulla ragione di tale comportamento e la consapevolezza del proposito, si possono al momento solo fare speculazioni. Ma l’importante è comprendere la posta in gioco: i trattati di commercio internazionali, per esempio, con tutte le possibili ripercussioni sui paesi coinvolti. L’atteggiamento conciliante di leader come Macron o Trudeau non sembra finora aver portato a molto. Ma allora quale linea dovrebbero adottare gli alleati degli USA per impedire il disfacimento di un equilibrio tanto delicato?
Trump Tries to Destroy the West

Consigli per i click
Il prossimo summit tra Donald Trump e Kim Jong-un sta alimentando speranze nei disertori nordcoreani, che adesso si chiedono: potranno finalmente tornare a casa? Alcuni di questi sono disertori di alto profilo, che dopo aver rischiato tutto nella loro fuga dalla Corea del Nord, hanno denunciato gli abusi del regime. In Corea del Sud e in particolare a Seoul è presente una comunità di circa 30.000 fuggitivi, e in questo articolo del Washington Post è presente un gruppo particolare: quattro degli otto disertori che hanno incontrato Donald Trump a febbraio per raccontare le loro storie di prigionia, tortura e sofferenza, in una fase in cui la tensione tra gli USA e la Corea del Nord era estremamente alta.
Le loro storie sono tasselli della Storia con la S maiuscola, ma sono anche incredibilmente intime e personali: come per Jung Gwang-il, che contrabbanda penne usb e altri mezzi tecnologici pieni di informazioni, film di Hollywood e racconti da altri disertori in Corea del Nord per portare notizie dal mondo alle persone del paese blindato; come Lee Hyeon-seo, che ha raccontato la sua vita in Corea del Nord e la sua fuga nel libro “La ragazza dai sette nomi”. Nessuno di loro spera di poter tornare in Corea del Nord a breve, ma tutti hanno questo sogno e questa nostalgia. Un sogno che per alcuni adesso acquista più forza.
Outspoken North Korean defectors allow themselves to wonder: Could they really go home again?

Schermi diversi
Sei mesi dopo che la Net Neutrality è stata ufficialmente abrogata negli Stati Uniti, cominceranno lentamente i cambiamenti. Oggi, l’11 giugno, scade la data ufficiale comunicata dalla FCC, e da questo momento non ci sarà nessuna protezione federale per la net neutrality. Tuttavia, questo non significa che i suoi sostenitori si siano rassegnati: i dibattiti e le proteste in merito continuano, e lo stato di Washington ha fatto passare una legge che di fatto ripristina le norme di net neutrality nello stato. La FCC al momento affronta numerosi processi da parte degli attorney general dei singoli stati e delle associazioni dei consumatori.
Tutto fa pensare che sarà una lunga lotta, ed è improbabile che le compagnie che forniscono i servizi tenteranno di approfittare dell’abrogazione della net neutrality, fintantoché l’attenzione dell’opinione pubblica rimane attenta e il polverone non si placherà. Tuttavia, non è il caso di adagiarsi sugli allori: il passato è pieno di esempi di compagnie di telefonia che hanno “giocato sporco”, come AT&T che ha cercato di costringere i suoi clienti con iPhone a pagare extra per l’uso di FaceTime o Verizon che ha bloccato l’invio di messaggi da parte di un’associazione pro aborto ai propri sostenitori. La lotta deve continuare, e anche l’attenzione del pubblico.

Altro giro, altro regalo
Cibo e viaggio: Anthony Bourdain diceva di avere “il lavoro più bello del mondo”, un lavoro che si è costruito unendo i suoi molti talenti: la scrittura, la cucina, la passione per il cibo e le culture diverse che voleva portare davanti agli occhi di un pubblico. “Posti che non erano sulla mappa, lui li ha segnati”, come racconta il video che condividiamo oggi con voi. Bourdain univa il racconto di viaggio e di cibo all’approfondimento, e spiegava nei suoi programmi le problematiche storiche, sociali e politiche dei paesi che visitava. Un mix unico e potente, che gli è valso numerosi riconoscimenti internazionali.
Vogliamo omaggiarlo anche noi, con un doppio regalo: un video che racconta la sua vita, la vita di un uomo fuori dai confini, e un articolo di The Atlantic che racconta come attraverso la sua incredibile empatia e il desiderio di connettere con comunità diverse e spesso svantaggiate abbia creato “un’incredibile piattaforma per spiegare al suo pubblico come le loro vite fossero legate a quelle di altre persone”.
Buona lettura e buona visione.
Anthony Bourdain’s Extreme Empathy
Parole, parole, parole
Francesca Maria Solinas