Il giro del mondo in 4 notizie #30

Gentili lettori,

Bentornati alla nostra rassegna settimanale della stampa estera! 

Torniamo a comunicarvi notizie e approfondimenti interessanti della settimana, e cominciamo dalla Corea del Sud, dove il presidente Moon Jae-in sta facendo notevoli sforzi per proseguire il dialogo; andiamo poi in Irlanda, dove gli attivisti per il diritto all’aborto celebrano una vittoria storica che ripaga più di trent’anni di impegno e proteste. Vi portiamo poi a Creta, dove un gruppo di rifugiati siriani va in cerca delle proprie antiche radici, e in Africa dove nuove scoperte archeologiche mettono in discussione ciò che sappiamo sull’evoluzione dell’uomo. In conclusione, gattini digitali per tutti!

Buona lettura!

Quick et nunc

Nella caotica situazione tra Corea del Nord e Stati Uniti, l’elemento costante appare essere la mediazione di Moon Jae-in, il presidente della Corea del Sud. Fin dall’inizio del suo mandato, Moon ha costantemente manifestato una volontà di pace nei confronti della Corea del Nord, e possibilmente una volontà di agire come guida in questo processo. Il successo delle sue intenzioni è stato altalenante: la Corea del Nord era inizialmente poco ricettiva, e durante l’estate scorsa la situazione è peggiorata notevolmente con il fuoco incrociato di minacce fra Kim Jong-un e Trump. In quella occasione, Moon Jae-in ha agito in modo fermo, ribadendo che nessuna guerra sarebbe più scoppiata nella penisola e che gli Stati Uniti non avrebbero potuto attaccare senza il benestare della Corea del Sud.

Poi è arrivato un principio di distensione, le Olimpiadi di Pyeongchang con la partecipazione della Corea del Nord, e ora Moon Jae-in cerca di mantenere sul tavolo l’ipotesi del summit con Kim Jong-un e Trump. Moon ha promesso una cooperazione economica con la Corea del Nord, e secondo alcuni esperti, questo eccesso di ottimismo potrebbe creare problemi. Kim Jong-un potrebbe volere unicamente un alleggerimento delle sanzioni e non essere interessato a una denuclearizzazione completa del paese. In ogni caso, Moon è sicuro: “la denuclearizzazione e una pace duratura nella Penisola coreana non possono essere abbandonate o rimandate, sono un compito storico”. 

How South Korea Pulled Trump and Kim Back From the Brink

Fonte: The Atlantic

Scavando a fondo

“Se credi che qualcosa sia giusto, devi andare avanti”. Venerdì l’Irlanda ha preso una decisione storica: l’abrogazione dell’ottavo emendamento, che equiparava la salute della donna a quella del feto nell’utero e di fatto sbarrava la strada a qualunque possibilità di legalizzare l’aborto. Il sì è passato con una valanga di voti, il 66%, e ora gli attivisti storici che lottavano fin dall’istituzione dell’emendamento nel 1983 festeggiano.

Anni di lotte, di insulti, di minacce, di denunce – anni passati a spingere la società verso un cambiamento. Tre anni fa, l’approvazione dei matrimoni omosessuali, e ora questo risultato: l’Irlanda è in piena evoluzione. Gli attivisti veterani passano la mano con fiducia: “Guardando i giovani, sentiamo che il futuro è sicuro nelle loro mani. Hanno vinto due referendum e assistito a un cambiamento sociale incredibile; è fantastico sapere che puoi cambiare il sistema quando qualcosa è sbagliato”.

Painful activism pays off for Ireland’s abortion campaigners

Fonte: The Guardian

Consigli per i click

Si dice spesso che la storia abbia una sua circolarità; fasi e avvenimenti si ripetono ciclicamente, spesso in un modo tragico che ci fa pensare che gli umani non impareranno mai dai loro errori. Qualche volta però la circolarità della storia si manifesta sotto forma di ritorni, di ricerca di radici; è quello che succede alla famiglia di Ahmed, cognome Tarzalakis. Ahmed è fuggito dalla Siria con la sua famiglia come tanti suoi connazionali, ma la sua fuga ha il sapore di un ritorno: il ritorno a Creta, da cui i suoi nonni erano fuggiti in esilio. La loro storia è parte della complessa storia collettiva delle isole greche: durante il dominio dell’Impero Ottomano, un quarto della popolazione dell’isola si convertì all’Islam, ma con l’indebolirsi del dominio una serie di rivolte portarono all’espulsione della minoranza musulmana.

Ahmed appartiene a un villaggio di esuli che, pur nati e cresciuti in Siria, hanno tramandato per due generazioni la lingua greca, le usanze, le storie di Creta. Così, quando lui e i suoi familiari hanno deciso di lasciare la Siria, non hanno avuto dubbi sulla meta. Stabilirsi lì non è facile, e il rischio di tensioni con i locali è sempre presente. “Non voglio che pensino che siamo qui per riprenderci le terre”, dice il cognato di Ahmed. Comunque, la comunità di rifugiati sta crescendo e Ahmed e la sua famiglia pensano a trovare stabilità. Nonostante la tristezza delle circostanze che l’hanno portato lì, Ahmed è contento di poter sperimentare la vita nella patria dei suoi antenati. “Se tornassimo in Siria, vorrei comunque mantenere questi legami”.

Coming home after 130 years

Fonte: BBC News

Schermi diversi

L’Africa orientale nella storia dell’evoluzione dell’uomo è stata finora poco considerata, a differenza delle regioni a nord e a sud del continente. La scoperta di una rete di caverne chiamata Panga ya Saidi in Kenya sta portando gli archeologi a riconsiderare le teorie sull’alba delle civiltà umane. La caverna è stata scoperta dieci anni fa, e nel corso del tempo ha rivelato strati sempre più antichi di utensili e altri oggetti costruiti dall’uomo.

Si è partiti da vasi risalenti all’Età del ferro, fino a trovare strumenti in pietra rimasti sepolti per 78.000 anni. Negli strati intermedi, oggetti che testimoniano una graduale evoluzione delle tecniche di costruzione. La caverna ci insegna due cose: che gli esseri umani in Africa orientale non vivevano solo nella savana, ma in un’ampia varietà di habitat, inclusa la foresta tropicale che circonda il sito di Panga ya Saidi; che l’evoluzione nella Tarda età della pietra non avviene di colpo con un inaspettato salto cognitivo, ma gradualmente, nel corso di decine di migliaia di anni.

Enormous cave in East Africa shows human evolution happened gradually and in unexpected places

Fonte: Newsweek

Altro giro, altro regalo

I gatti dominano internet, ma chi spenderebbe migliaia di bitcoin (o meglio, di ether) per comprarne uno? Soprattutto uno che non si può accarezzare, coccolare o postare su Instagram in mille pose buffe? Evidentemente, molti. I “criptogatti” sono un’insolita istanza di oggetto da collezione digitale. Utilizzando tecnologia blockchain, i creatori dei criptogatti hanno fatto in modo che ognuno di questi felini sia unico e irripetibile. Un’impresa notevole in un ambito come il digitale, dove pressoché tutto si può copiare più o meno facilmente.

I criptogatti sono dunque oggetti da collezione, e possono essere acquistati da una sola persona, che può in seguito farli riprodurre, creando nuovi gatti, anch’essi unici in base alla combinazione di caratteristiche del loro codice. Il vantaggio è che gli adolescenti di domani non riempiranno la casa di pacchetti di figurine doppie cercando l’ultima che gli manca per completare l’album. Lo svantaggio è il prezzo: alcuni criptogatti sono stati acquistati per la bellezza di 100.000 dollari. Perlomeno non hanno bisogno di una lettiera.

Parole, parole, parole

35 anni di proteste. Fonte: The Irish Times

 Citazione della settimana:“I never thought I’d see the day. When I heard [the exit poll results], I cried. I howled. It was one of the best days of my life.”

Anne Marie Keary, attivista da più di trent’anni per il diritto all’aborto in Irlanda

 

 

 

Francesca Maria Solinas

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