Il giro del mondo in 4 notizie #29

Gentili lettori,

Bentornati alla nostra rassegna settimanale della stampa estera! 

Ancora una volta, ecco una rassegna dei migliori articoli che finora non siamo riusciti a condividere con voi. Parliamo di deportazione, di lutti e ruolo della donna nella famiglia, parliamo di identificazione religiosa e di domande fondamentali sulla Vita, l’Universo e Tutto Quanto. E chiudiamo con una raccomandazione letteraria e di un canale YouTube estremamente interessante.

Buona lettura!

Quick et nunc

Nel 2009, Laura viene fermata da un agente in pattuglia in Texas mentre guida con le amiche verso casa dopo il suo turno di lavoro. Non ha patente, non ha assicurazione, non ha visto. Ha un bambino di due anni che deve essere operato per un ascesso sul collo, e un’ordinanza restrittiva contro il suo ex marito violento, rimpatriato in Messico anni prima, che si dice si sia unito a un cartello della droga e le manda spesso messaggi con minacce di morte. L’agente chiama la pattuglia di confine. Laura viene costretta a firmare un documento di rimpatrio volontario. L’agente della pattuglia di confine la rimpatria la mattina dopo. Sul ponte che la porta in Messico, lei si gira e gli dice “quando mi troveranno morta sarò sulla tua coscienza”.

Laura è solo una dei tanti migranti che cercano di fuggire negli Stati Uniti da situazioni violente, minacce alla loro incolumità, minacce ai loro figli, alla loro vita. In teoria, gli ufficiali di confine dovrebbero informarsi di questo tipo di pericolo, ma di fatto ciò raramente accade. Laura è morta in Messico, a Reynosa, la sua macchina data alle fiamme per strada, pochi giorni dopo il suo rimpatrio, prima che i suoi familiari riuscissero a fare alcunché per farla tornare negli USA. E questa è solo una delle tante, difficili storie di nessuno presenti nell’articolo. Storie ai confini. 

When Deportation Is a Death Sentence

Fonte: The New Yorker

Scavando a fondo

“Quand’è il tuo compleanno? Hai un secondo nome?” non sono domande che una persona si aspetterebbe di sentire dal proprio padre. Eppure è proprio ciò che succede all’autore di questo pezzo su Medium. Per citare letteralmente: “I miei genitori sono stati sposati per 46 anni, durante i quali mamma cucinava tutto per lui. Puliva intorno a lui. Si occupava delle sue tasse. Finché non si è ammalata, mio padre non aveva letteralmente mai usato uno sportello bancomat nella sua vita, perché quello era sempre stato un compito di lei. Una o due settimane dopo il funerale, ha dovuto chiamare una delle mie zie per chiedere dove gli uomini comprano i vestiti.”

Il rovescio della medaglia di una situazione in cui la vita di una persona dipende dal delegare tutte le attività non legate al lavoro al partner, è il totale smarrimento se il partner improvvisamente scompare. La situazione dell’articolo deriva da una varietà di fattori: l’eccesso di lavoro (il padre dell’autore usciva di casa alle cinque e mezzo di mattina per tornare solo alle nove di sera), il conformismo, un partner a cui piace mantenere il controllo della situazione. Si crea così uno strano paradosso: una situazione in cui lo stereotipo maschile per eccellenza è quello di un uomo che non sa gestire gli aspetti pratici della vita quotidiana. Per non parlare delle emozioni. L’articolo ha però una nota positiva: come il padre dell’autore, tutti possono cambiare e diventare partecipanti attivi nella vita familiare, in senso pratico e in senso emotivo. Da sperare che non per tutti sia necessario uno shock come un lutto per arrivarci.

For 46 Years, My Mum Did Everything for My Dad

Fonte: Medium

 

Consigli per i click

Il Centro di ricerca Pew ha condotto uno studio sull’appartenenza religiosa degli americani e sul loro credo. Le risposte lasciano intendere che il panorama sia estremamente complesso e ricco di varianti individuali. Quattro americani su cinque dicono di credere in dio. Di questi, il 70% crede nel dio della bibbia giudeo-cristiana, mentre il restante 30% sostiene di credere in un altro potere spirituale superiore. Fra coloro che si proclamano cristiani, le cose si complicano ulteriormente. Il 20% afferma di credere in un potere superiore, ma non nel dio della bibbia. Scendendo nello specifico, questa percentuale sale al 26% dei protestanti e 28% dei cattolici.

Ci sono ovvi limiti a uno studio del genere: implicazioni culturali possono spingere le persone ad affermazioni inesatte (per esempio, è noto che gli atei spesso non si dichiarano apertamente); lo studio non ha incluso molti membri di minoranze musulmane o induiste. Tuttavia, ci insegna che identità religiosa e credo sono due cose diverse, e che quando si inizia a guardare nel dettaglio, le comunità religiose sono composte di individui, ognuno con una sfumatura interpretativa diversa, con una fede diversa. In fondo, ci insegna che domande come “Credi in Dio?” non sono semplici e mai lo saranno.

This poll asked Americans if they believe in God. The answers were fascinating.

Fonte: Vox

 

Schermi diversi

Ispirato dalla Guida Galattica per Autostoppisti (se non sapete cosa sia, cercatela, ne vale la pena, scoprirete un universo nuovo e assolutamente incredibile), uno studio pubblicato dai fisici Roland Allen e Suzy Lidstrom pubblica le risposte a quelle che secondo gli autori sono le 42 domande fondamentali per capire la Vita, l’Universo e Tutto Quanto. Motherboard ha ripreso lo studio riassumendo le domande e risposte in lunghezza Twitter, vale a dire 280 caratteri o meno. Ve ne riportiamo un paio, che fanno capire come in realtà spesso le risposte della scienza portino principalmente a farsi altre domande, sperando nella continua ricerca di trovare le domande giuste.

Perché la materia esiste ancora? Sulla base del Modello Standard della fisica delle particelle, materia e antimateria avrebbero dovuto essere eliminate nelle prime fasi dell’universo, lasciando solo fotoni. Invece, c’è una relativa abbondanza di materia e una carenza di antimateria. Che succede?

Il nostro universo è stabile? Aspetti del bosone di Higgs suggeriscono che il nostro universo sia solo “leggermente stabile” o che sia forse in una fase di transizione verso uno stato più stabile che risulterebbe in un universo con proprietà fondamentalmente diverse. La domanda è se l’universo sia stabile o meno ora.

The 42 Biggest Questions About Life, the Universe, and Everything

Fonte: Motherboard

Altro giro, altro regalo

Crash Course è un canale di collaborazione fra diversi esperti e presenta playlist dedicate agli argomenti più svariati: chimica, fisica, mitologia, letteratura, storia mondiale, informatica… Se un argomento non c’è su Crash Course, è perché non esiste. Propongo qui uno dei video più belli dalla playlist sulla letteratura tenuta da John Greene, che potreste conoscere per essere l’autore del romanzo “La colpa è delle stelle”. Il libro presentato si intitola Beloved, Amatissima in italiano, ed è un romanzo breve di Toni Morrison sul “peccato originale dell’America, la schiavitù”. John Greene dipinge un quadro incisivo e drammatico delle implicazioni del possesso di un essere umano sull’individualità e sul senso della famiglia. Una riflessione su cosa significhi essere madre quando ci si trova costrette a procreare figli che vengono allontanati, venduti, dati via, figli che una donna ha portato in grembo, ma che non sono suoi. La storia di Beloved è tragica, a tratti spaventosa, è la storia di tutti i nessuno che sono spariti senza lasciare traccia, i senza nome. Come dice John Greene, grazie a questa storia, abbiamo almeno un nome con cui ricordare questi nessuno: beloved. Buona visione.

 

Francesca Maria Solinas

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