Abele se ne frega – “E Maria pianse sui piedi di Gesù”, Chester Brown

per chi non lo conoscesse, è un fumettista canadese (quebecoise, per la precisione). Attivo dal 1983, ha prodotto intorno alle sette , sorta di diario delle sue esperienze con il sesso a pagamento, ha suscitato grande interesse e dibattito. Nel volume del 2011 esponeva con grande dettaglio i motivi per cui questa dovrebbe essere depenalizzata ( ) dedicando una lunga appendice alla confutazione degli argomenti che sono solitamente usati contro il sesso a pagamento (il tutto con la pedanteria che ci si può aspettare da un uomo che si segna su un taccuino data e dettagli dei suoi rapporti sessuali). Il fatto che nel volume seguente avrebbe trattato, insieme alla prostituzione, una delle sue altre grandi fissazioni, ovvero la , ha generato reazioni un po’ d’incredulità un po’ di sospetto, del tipo “l’abbiamo perso definitivamente”. Soprattutto perché si pensava che il tutto sarebbe stato un tentativo di avallare la prostituzione basandosi sul sacro testo. un fumetto in cui trovano spazio storie della Bibbia che riguardano la prostituzione, ma vederlo come un a favore di essa è il modo più povero di leggerlo ( e pensare che Chester Brown si sia perso adesso e non lo sia già da decenni è un tragico error , ma non solo. Il libro infatti inizia con la narrazione della storia di Caino e Abele, per poi concentrarsi sulle storie di Tamar, Rahab e Rut. Quella di Caino e Abele, che tendenzialmente è ricordato come il primo fratricidio da parte di quel bastardo invidioso di Caino, è invece una storia che mette in chiaro l’oggetto di indagine dell’intero libro: ovvero la distanza tra come pensiamo al Dio dei cattolici e come questo è realmente raffigurato nella Bibbia. Ma mi spiego meglio. sono figli di Adamo. Mentre il primo decide di attenersi al dettame che Dio ha dato al padre di non mangiare la carne di altri animali, Abele se ne fotte allegramente, uccide e mangia conigli e selvaggina varia, diventando più grande e forte del fratello. Dio non lo punisce per questo, ma non solo: quando i due figli di Adamo offrono i loro sacrifici, Dio rifiuta quello di Caino e accetta solo quello di Abele. Al che si consuma il fratricidio e Dio condanna Caino ad essere per sempre ramingo. riportata da Gesù, si racconta di un padrone che prima di partire per una lunga spedizione lascia in custodia i suoi soldi ai suoi tre servi, con l’ordine di custodirli. Uno li sotterra fino al ritorno del padrone, uno li investe in dei commerci per raddoppiarli, uno… li spende tutti in prostitute. Al ritorno del padrone, questi fa rinchiudere il servo più obbediente, biasima quello che ha cercato di accrescerli, mentre abbraccia e bacia il servo che ha speso tutto i soldi a puttane. Questa è la vera forza della parola di Dio, per Brown: che accetta, anzi Per chi scrive (un ateo, nello specifico) è un modo molto spiazzante di vedere il Dio dei cattolici, abituato come sono a conoscerne il lato prescrittivo e punitivo, dovuto (secondo Brown) soprattutto a Paolo. La riflessione di Brown spinge a rivalutare completamente l’insegnamento cattolico e a riflettere sui motivi per cui è stato tramandato in un modo piuttosto che nell’altro, passando da essere il credo dei ribelli dell’anno zero a strumento di controllo per le masse. Non è la prima volta, comunque, che Brown visita il sacro testo. L’aveva già fatto all’inizio della sua produzione pubblicando sul suo periodico brevi episodi tratti dal Vangelo di Matteo, in cui appariva un Gesù arcigno e guerresco, intenzionato a far capire bene di essere la ricerca fatta sulle versioni della Bibbia alternative a quella ufficiale. Oltre a lavorare molto sulla scelta dei dettagli di ogni storia (come spiegato nelle note, anche stavolta debordanti), Brown avvalla senza dubbio l’ipotesi per cui la madre di Gesù fosse a tutti gli effetti una prostituta (trasformando da adesso le vostre bestemmie in opinione) e immagina un Matteo intento a capire come fare a far trapelare quest’informazione senza incorrere nella censura dei Paoliti, avversari della prostituzione. (Per inciso: Matteo avrebbe voluto far capire che la Madonna era una prostituta disseminando nella genealogia figure alte di donne che hanno “preso l’iniziativa nella sfera sessuale per ottenere vantaggi sociali”.) Se questa deriva biblico-complottista può a tratti risultare fastidiosa, gli va riconosciuto comunque un immenso fascino. è una lettura realmente arricchente, per le profondità in cui si inoltra e per lo spostamento di visione che provoca nel lettore; un’opera in cui Brown ha inchiodato sulla pagina , trasformando la lezione oppressiva del cattolicesimo in un seducente strumento di rivoluzione. Chapeau.