Il giro del mondo in 4 notizie #22

Gentili lettori,

Torna la nostra rassegna settimanale della stampa estera! 

Abbiamo digerito l’uovo e anche i chilometri della gita di Pasquetta, perciò ora torniamo alla nostra attività di ricerca di notizie e approfondimenti per voi.

Oggi parliamo del calo dei mercati in relazione alle incertezze del governo Trump, delle proteste di venerdì dei palestinesi a Gaza finite nel sangue, della tensione in crescita fra Taiwan e la Cina, di un nuovo tipo molto speciale di influencers che stanno spopolando su Instagram. Vi portiamo inoltre in Iraq a vedere se e come si cerca di ricostruire il patrimonio archeologico distrutto a Mosul.

Buona lettura!

Quick et nunc

All’inizio della presidenza Trump, i mercati americani sono cresciuti rapidamente, per motivi che includono la felicità degli investitori alla prospettiva di tagli alle tasse e minori regolamentazioni per le compagnie. La presidenza Trump sembrava una manna per le grandi imprese, e ha mantenuto le promesse, ratificando tagli alle tasse a dicembre. Ma alcuni fattori hanno creato un clima incerto che ha portato i mercati a ristagnare – il primo trimestre in declino dal 2015. Vediamo perché.

Markets That Climbed the Trump Bump Are Tumbling Down From It

Una delle ragioni è il recente scandalo in merito all’uso dei dati da parte delle compagnie come Facebook, che ha portato il governo a minacciare un giro di vite nei confronti dei giganti dell’hi-tech. Un bersaglio particolarmente in auge è Amazon,che Trump ha recentemente preso di mira su Twitter. Un’altra causa dell’inquietudine dei mercati è la “trade war” che ha spinto Trump a stabilire tariffe e dazi su prodotti importati: la Cina, target principale dei dazi, ha immediatamente risposto con tariffe su beni importati dagli USA, danneggiando le compagnie americane, in particolare chi esporta carne e frutta sul mercato cinese. Il clima è precario: i mercati potrebbero riprendersi in breve tempo o calare ulteriormente, e molto dipende dalla gestione di Trump. Insomma, allacciate le cinture, sarà un periodo movimentato.

Fonte: The New York Times

Venerdì, una protesta perlopiù pacifica ha coinvolto migliaia di palestinesi a Gaza; la protesta, denominata Marcia del ritorno, dovrebbe durare sei settimane, con marce e manifestazioni più intense in particolare il venerdì. Il primo venerdì, quello di Pasqua e di Passover per gli ebrei, è finito in un bagno di sangue, con diversi morti (i numeri variano tra 16 e 18 nelle fonti) e un gran numero di feriti tra i palestinesi. Quando la manifestazione si è avvicinata al confine fra Gaza e Israele, i soldati israeliani hanno disperso la folla con lacrimogeni e proiettili di gomma, e successivamente hanno sparato con munizioni normali. Da qui in poi le versioni variano: secondo Israele, che si rifiuta di assecondare gli appelli a una commissione d’inchiesta, i manifestanti erano in gran parte terroristi di Hamas che hanno assaltato il confine, mentre secondo i palestinesi i soldati hanno sparato su una folla inerme.

The recent protests in Gaza became another example of how the Israeli right is immune to criticism

L’articolo dell’Independent affronta una questione complessa: la reazione dei partiti di destra israeliani alle critiche. Per chiunque non si allinei con le azioni dei militari, sia a livello internazionale che interno, sono pronte rapidamente accuse di antisemitismo, e di schierarsi con forze che “desiderano la distruzione di Israele”. In linea con questa retorica, il paese si dipinge come costantemente in pericolo, pur rimanendo innegabilmente la forza dominante tra le due entità in conflitto. Da questo punto di vista, le critiche non indeboliscono la destra israeliana, anzi la rafforzano. Nella vita politica israeliana non c’è più spazio per una voce che invochi, come conclude l’Independent “la prosperità di entrambi al posto delle aperte ostilità come maggior garante di pace”.

Fonte: The Independent

Consigli per i click

I rapporti fra Taiwan e la Cina stanno diventando sempre più tesi e difficili. L’isola si vede come un’entità in cerca di indipendenza, come recentemente affermato anche dal suo premier. Il presidente cinese ha parlato di “punizione della storia” per chiunque miri a dividersi dalla Cina. Non si va per il sottile, insomma. La Cina ha intensificato azioni mirate a isolare Taiwan dalla comunità internazionale, usando la sua influenza economica per danneggiare commercio bilaterale, turismo e scambi culturali.

Will China turn Taiwan into the next Crimea?

La preoccupazione sale nella comunità internazionale; si richiamano analogie alla Crimea e a Putin, e si temono possibili azioni militari della Cina, che ha intensificato le esercitazioni nella zona. Il principale alleato di Taiwan sono gli Stati Uniti, che con Trump attuano una politica estera instabile e particolarmente variabile nei confronti della Cina di Xi Jinping. Trump sembra fare sforzi diplomatici di andare d’accordo con il presidente cinese in vista di un equilibrio in Corea del Nord, però stabilisce tariffe per le importazioni dalla Cina e ratifica accordi con Taiwan per aprire a contatti bilaterali a tutti i livelli. Insomma, se la Cina ritiene che gli Stati Uniti stiano provocando, potrebbe testarli sul terreno. Quanto può essere al sicuro Taiwan con un alleato come Trump?

Fonte: The Guardian

Schermi diversi

Con il mondo degli influencers nel pieno di una crescita che non accenna a fermarsi, nascono anche i primi esperimenti virtuali: l’articolo parla di Shudu e Miquela, due influencers molto speciali, e non solo per il numero di followers. Infatti, Shudu è dichiaratamente la prima modella digitale, mentre Miquela vanta una backstory che rende molto più incerta la sua natura reale o virtuale, anche a causa dell’assenza di conferme o smentite. Guardando il suo profilo, è difficile credere che si possa celare una persona dietro le foto, perché il suo viso appare perlomeno pesantemente ritoccato, eppure… Insomma, il mistero rimane e di certo contribuisce alla sua popolarità.

The fascinating world of Instagram’s ‘virtual’ celebrities

La nascita di figure come queste, in bilico fra virtuale e reale, crea molte domande e riflessioni sulla natura della nostra società e del nostro vivere online. Quale può essere il posto per la realtà virtuale nel mondo dei social network? I detrattori del concetto di influencer virtuale sostengono che manchi proprio la vita quotidiana, il contatto, la comunicazione che crea il legame fra influencer e follower. Per i realizzatori di questi progetti, invece, il legame è già basato su una vita quotidiana patinata e rielaborata, dunque la realtà virtuale non è che il passo successivo. Intanto Miquela e Shudu ricevono richieste da potenziali sponsor come Fenty Beauty, abbracciano cause come Black Lives Matters e vantano un notevole seguito di followers. Staremo a vedere se sono qui per restare.

Fonte: BBC News

Altro giro, altro regalo

Un regalo dall’Iraq: il patrimonio storico dell’Iraq è compromesso dagli anni di guerra, e il governo al momento ha problemi più pressanti di cui occuparsi. Gli archeologi sono preoccupati perché le perdite sono state notevoli, a causa dei conflitti e della vendita di artefatti antichi da parte dell’ISIS sul mercato nero. I siti storici rimanenti sono ancora in pericolo di danni, e un enorme sforzo sarà necessario per documentare cosa si è perso e proteggere quanto è rimasto. Un messaggio di speranza da un paese gravemente danneggiato, ma anche di preoccupazione. Anche la storia e l’architettura, i patrimoni delle civiltà, soffrono a causa delle guerre.

Parole, parole, parole

Vi ammazzo forte. Fonte: Fortune.com

Citazione della settimana: Qualsiasi azione e trucco per dividere la Cina incontrerà la condanna del popolo.

Xi Jinping, sempre diplomatico, parlando delle velleità indipendentiste di Taiwan.

Parola della settimana: a bumpy ride: un percorso accidentato. La metafora della guida, per chi sia stato in gita a Pasquetta in zone dalle strade poco curate e piene di buche come me, è decisamente azzeccata. Un percorso accidentato si applica a tutti gli ambiti, dal lavoro, alle realtà internazionali alla vita personale. Contiene anche in sé un pizzico di speranza: tutti i percorsi accidentati prima o poi arrivano a una destinazione, non resta che continuare a guidare e cercare di sopportare la nausea pensando ai paesaggi che ci aspettano.

Fonte: Huffington post

Francesca Maria Solinas

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