“Entre os Homens de Bem”: le lotte della comunità LGBT e la lobby evangelica in Brasile

verrà proiettato il 6 marzo nell’ambito della rassegna di documentari selezionati da Internazionale , organizzata da Kinodromo, Sfera Cubica, Housatonic, Emiliodoc e The Bottom Up. , pervasivi nella politica e nella vita del Brasile. Durante la visione del film, il percorso di Wyllys appare sempre più in salita, con le nubi incombenti dell’ , sostenuto dalla destra dei gruppi evangelici, a svoltare a destra il corso della politica brasiliana. L’atmosfera è surreale a causa della miscela di elementi incredibilmente diversi tra loro: vediamo dei movimenti per i diritti degli omosessuali, cerimonie candomblé e aggressivi comizi tenuti da pastori o politici integralisti, attraversato dal paese, fra spinte al rinnovamento e ideologie conservatrici radicate e legate a interessi economici. , professore, giornalista e attivista candidato in parlamento dal Partido Socialismo e Liberdade e , nonché noto per i suoi proclami contro le donne e le unioni interrazziali. Due mondi diversi, rappresentati al momento della corsa verso le elezioni del 2014, in una tensione crescente. Ma chi sono i nostri protagonisti? O professor Jean Wyllys: dal Big Brother alla lotta per i diritti LGBT viene presentato all’inizio all’interno di una cerimonia di candomblé: scopriamo in seguito che si tratta del giorno prima delle elezioni del 2014. Flashback al 2005, quando Wyllys è . Un annuncio che fa la storia della televisione e della comunità LGBT brasiliana, essendo la prima volta che la casa ospita un concorrente apertamente omosessuale. “Sei più uomo di tutti i maschi che conosco” commenta ammirata una degli altri concorrenti. Jean Wyllys, “il professore”, vincerà l’edizione e proseguirà con un altro tipo di esposizione mediatica; il suo attivismo lo porterà a ricevere frequenti abusi verbali, minacce online e fake news diffuse a suo nome per minarne la credibilità. , ma lo vediamo anche in momenti più personali che danno un’idea più approfondita del suo vissuto e della sua lotta. Jean Wyllys è nato ad nello stato di Bahia da una famiglia modesta; la cittadina è sede di una delle prime comunità ecclesiastiche di base. Jean si allontana dalla chiesa quando vede che i religiosi lottano contro le ingiustizie subite da neri e contadini, ma le tollerano negli omosessuali. Una delle scene più intime del film inizialmente sembra una pura pausa, come accade a volte nei documentari biografici: Jean Wyllys guarda e parla al telefono. Sembra aspettare qualcosa. Poi quel qualcosa arriva. Due personaggi omosessuali si baciano e Jean esulta. Il primo bacio tra due uomini in una delle telenovele di Globo. Si commuove. ” Sembra una cosa da nulla, ma è importante, significa molto. Significa che se c’è rappresentazione, i ragazzi di oggi potranno crescere con modelli positivi. . I loro esponenti in Parlamento vengono intervistati dal documentarista in merito a Jean Wyllys e alle sue proposte legislative per tutelare i diritti degli omosessuali e rispondono con commenti di scherno e rifiuto. Secondo il deputato , “c’è una dittatura gay in corso, una dittatura pianificata, partita dall’ONU a cui tutti i governi di sinistra si sono prostrati”. Successivamente, a mò di contraddittorio, vediamo i partiti evangelici prendere il controllo del Comitato dei diritti umani e discutere cure per convertire gli omosessuali. Come esprime Jean Wyllys, “le chiese sono imprese che godono di immunità fiscale”. Jean Wyllys è il settimo candidato più votato di Rio de Janeiro Dalle elezioni del 2014 uscirà il Congresso più conservatore dai tempi della dittatura militare. della presidentessa Dilma Rousseff a causa di scandali finanziari legati alla compagnia statale di energia le prossime elezioni si svolgeranno nel mese di ottobre di quest’anno. Bolsonaro non viene presentato con particolari preamboli nel documentario, e all’inizio è quasi assente. Nella seconda metà del film però la sua personalità si impone senza mezzi termini. Jair Bolsonaro è un ex militare, allineato a visioni politiche nazionaliste, conservatrici, anticomuniste, antisinistra. notoriamente nostalgico della dittatura in Brasile e celebre per abusi verbali , in particolare per aver detto a una collega parlamentare che “non la struprerebbe mai perché non ne vale la pena”. Prima del suo voto all’impeachment della presidentessa Rousseff, Bolsonaro esprime un , colonnello della dittatura militare e capo dell’unità dove Dilma Rousseff aveva subito torture. Il deputato è stato inoltre denunciato per aver utilizzato denaro pubblico per viaggi personali e piazzato familiari in cariche pubbliche . Questi episodi non vengono narrati nel documentario, ma il deputato vi appare comunque come un personaggio in ascesa, un’ombra che si allunga sui progressi sociali del Brasile. ? Ammesso che nella tensione fra i cambiamenti che avanzano e le strutture esistenti che resistono, anche con la violenza, sia possibile arrivare a una conclusione. Le nuvole si addensano sul Parlamento di Brasilia alla fine del documentario, e , quasi un modo di domandarsi il senso del suo impegno personale, del suo mettersi in prima linea, esporsi. L’unica ragione di essere della politica è mediare i conflitti tra gli uomini. Pertanto, l’unica speranza che abbiamo, se vogliamo evitare una completa deriva nel disordine, nella repressione, nella violenza, è la politica, il nostro strumento di dialogo e compromesso. Dopo quanto abbiamo visto nel documentario, è un messaggio di speranza o di sconforto? Non possiamo saperlo; ma abbiamo il dovere di partecipare.