Diritti civili, un vuoto pericoloso

Diritti civili, un vuoto pericoloso

94.7 e 96.25 Mhz FM oppure in streaming sul sito e su smartphone sintonizzandosi sul canale di PODCAST della puntata di The Listen Up del 15 febbraio 2018 , gli italiani sarebbero tutt’altro che indifferenti ai diritti LGBT: per esempio, . Non solo, i dati smentiscono la convinzione che a destra prevalga una certa ostilità verso le persone gay: il partito di centro destra guidato da Giorgia Meloni, il 67,7% dei quali “ha espresso opinioni positive e di vicinanza alle persone lesbiche, gay e trans”. Infine, sorprende leggere come sia proprio Di contro, le destre perseverano nella difesa della “famiglia tradizionale”, inasprendo ancor più i toni in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo: dal palco del convegno “Oltre l’inverno demografico” organizzato a Roma lo scorso 27 gennaio da Alleanza Cattolica e dal comitato “Difendiamo i nostri figli”, la parlamentare , candidata con Forza Italia e risolutamente contraria alle unioni civili, , appunto ndr) portano verso la fine dell’umano”. Il problema, per la deputata uscente di Idea, è che aprirebbero la strada alla – non prevista dall’attuale legge sulle unioni civili, per cui ai giudici è riservata la facoltà di valutare caso per caso -, attentando alle fondamenta della famiglia eteronormata. Rincara la dose proprio di abolire le unioni civili e introdurre in Costituzione il principio per cui l’adozione sia riservabile esclusivamente a coppie composte da un uomo e una donna. , ma resta il fatto che per i diritti civili – di tutte e tutti – il panorama di questa campagna elettorale è , ove non compare alcuna menzione a tematiche riguardanti l’omogenitorialità, il matrimonio tra coppie dello stesso sesso, la regolamentazione della gestazione per altri ( ) – peraltro tema delicatissimo, il vero grande assente dal dibattito politico – o una legge che tuteli dall’omo/transfobia. Come si accennava sopra, si conferma la , consultabile direttamente sul blog di riferimento, che nei 20 punti elaborati pare in realtà bypassare completamente la voce “diritti civili”. , figura dal ruolo centralissimo nella battaglia per l’approvazione delle unioni civili. Nemmeno la guidata da Emma Bonino sono i primi ad affrontare esplicitamente la necessità di riformare il diritto di famiglia in favore del di LeU si legge inoltre che “è necessario percorrere la strada della per affermare il pieno diritto di autodeterminazione della persona”. L’attenzione è rivolta anche a percorsi formativi e scolastici “sull’educazione affettiva, sessuale e alle differenze, con un approccio critico alle relazioni di potere tra i due generi”. Nulla sulla legge 40, sul cui superamento continua ad esprimersi a la lista costituitasi dal basso attorno agli attivisti del centro sociale napoletano Je so’ Pazzo di cui è portavoce , ricercatrice precaria all’università L’Orientale di Napoli, titola significativamente il dodicesimo punto del suo “autodeterminazione e lotta alla violenza contro le donne e le persone LGBTQI”, dimostrando una certa sensibilità nel cogliere l’intreccio inestricabile tra questione di genere, classe e razza. Nel clima attuale contrassegnato da intolleranza xenofoba, preoccupanti rigurgiti fascisti e rappresentazioni essenzializzate da “scontro di civiltà”, sottovalutare i risultati del sondaggio citato in apertura sarebbe un grave errore di superficialità. Sebbene l’Italia sconti in chiave securitaria, secondo una logica di compressione del significato di sicurezza: non più quella sociale, garantita dal welfare e da strutture collettive in grado di ammortizzare gli effetti di politiche neoliberiste, ma esclusivamente la sicurezza privata, incentrata sulla lotta alla criminalità urbana e al disordine sociale di cui “l’immigrazione incontrollata” sarebbe la principale responsabile. In caso di vittoria, il centrodestra ha promesso di adottare una linea dura su alle frontiere. Logiche non del tutto estranee anche a certa componente della sinistra, ma di cui Lega, Forza Italia e alleati hanno fatto il proprio cavallo di battaglia. con i valori e i principi della Costituzione italiana, in quanto considererebbe la donna inferiore all’uomo e non rispetterebbe la giustizia dei paesi e viene mobilitata in strategie discorsive razziste: accade ogni volta che viene compiuto uno stupro in cui sia coinvolto un immigrato, secondo un perverso meccanismo di , a cui Salvini dice da sempre di ispirarsi, in seguito alle molestie di massa denunciate a Colonia la notte di Capodanno 2015 arrivò persino a proporre l’idea di un referendum anti-immigrazione. è dolorosamente testimone della pericolosità di narrazioni di questo tipo. Secondo queste rappresentazioni stereotipate, gli immigrati, e gli arabi in particolar modo, sarebbero dunque tutti misogini. Non solo, essendo la loro cultura “barbara”, sarebbero anche intrinsecamente omofobi. L’ , ossia la cooptazione apparentemente progressista dei diritti LGBT all’interno di discorsi nazionalistici e xenofobi, è un fenomeno crescente negli Stati Uniti, in Israele ma anche in grossa parte d’Europa ( per un breve approfondimento). Intersecando altri assi di differenziazione quali la classe e la razza, l’uso strumentale dei diritti sessuali delle minoranze è funzionale a legittimare gerarchie tra le stesse , nonché politiche d’integrazione differenziali e relazioni di potere asimmetriche basate su divisioni semplicistiche e binarie Noi/Loro. manifesto in occasione dell’Europride di Roma del 2011, dal blog del laboratorio Smaschieramenti Ad oggi, le tematiche LGBT non paiono essere una priorità per molti dei principali partiti italiani, per le destre particolarmente. Eppure, Matteo Salvini ha dimostrato negli anni una o, e c’è solo da sperare che non decida un giorno di sfruttare i diritti LGBT come ennesimo, potenziale catalizzatore del panico morale scatenato attorno all’immigrazione e alla sua gestione.