immigrazione campagna elettorale

Immigrazione, quali soluzioni dai partiti per il problema più sovrastimato?

Articolo scelto per la trasmissione radiofonica The Listen Up, a cura di The Bottom Up, in onda ogni giovedì dalle 20.00 sulle frequenze di Radio Città del Capo. Potete ascoltare The Listen Up a Bologna e dintorni sui 94.7 e 96.25 Mhz FM oppure in streaming sul sito e su smartphone sintonizzandosi sul canale di Radio Città del Capo attraverso l’applicazione TuneIn.​

Qui potete trovare il PODCAST della puntata di The Listen Up dell’8 febbraio 2018.


Il 4 marzo 2018 si giocherà la partita fondamentale delle elezioni politiche in Italia. Siamo ormai nel vivo della campagna elettorale e tra i temi più caldi sui quali si affrontano quotidianamente gli esponenti dei partiti rientra sicuramente quello dell’immigrazione e della sua gestione.

Un tema molto importante, caro alla maggior parte dell’opinione pubblica, ma spesso interpretato in modo pressappochista e poco corretto. Secondo il «Rapporto Italia 2018» di Eurispes, infatti, più della metà degli italiani sopravvaluta la presenza degli immigrati: solo il 28,9% dei cittadini sa che l’incidenza degli stranieri sulla popolazione è dell’8%. Più della metà del campione, invece, si limita a stimare la presenza di stranieri nel nostro Paese: per il 35% della popolazione la presenza sarebbe al 16%, mentre per il 25,4% degli italiani la percentuale si aggira attorno al 24% (ipotesi che indicherebbe che un residente su quattro sarebbe straniero). Questi dati sono fondamentali in un momento storico come quello che stiamo vivendo, per interpretare i programmi politici e soprattutto le strategie dei principali partiti concorrenti.

Accoglienza o rimpatri forzati?

accoglienza rifugiati
Fonte: piuculture.it

Il primo campo di scontro riguarda i migranti come tali, dove da una parte c’è chi vuole aumentare la tutela di richiedenti asilo e rifugiati, mentre all’opposto c’è chi gioca il proprio consenso sul respingimento degli stessi dal territorio italiano. Il Partito Democratico promuove l’idea di un Piano Nazionale per l’integrazione, sbilanciandosi verso l’accoglienza, ma ponendo per questa il limite che chi viene accolto si impegni ad assicurare uguaglianza e rispetto della pari dignità, impegnandosi poi a migliorare il sistema di accoglienza per i richiedenti asilo e i minori stranieri non accompagnati. Anche Liberi e Uguali si schiera dalla parte dell’inclusione, proponendo in particolare l’abolizione della legge Bossi-Fini, che prevede il reato di immigrazione clandestina, e una riforma del sistema di accoglienza sulla base del modello SPRAR , ponendo così fine ad una gestione “straordinaria” e di “emergenza” del fenomeno. Sul punto diametralmente opposto, invece, si gioca il programma del centrodestra rappresentato da Forza Italia e dalla Lega, che continuano a parlare dell’immigrazione come una «questione urgentissima», che necessita un intervento immediato per la sicurezza del Paese, rappresentato in particolare dalla ripresa del controllo dei confini e il rimpatrio di tutti i clandestini, e promuovendo l’abolizione della protezione sussidiaria. Infine il Movimento 5 stelle intitola il punto del suo programma  riguardo all’immigrazione “Obiettivo sbarchi zero: l’Italia non è il campo profughi  dell’Europa”, suggerendo con questo la revisione del Regolamento di Dublino III che introduce il criterio di accoglienza nel paese primo di ingresso.

Esternalizzazione delle frontiere: cosa propongono i partiti?

guardia costiera libica
Fonte: Sea Watch via IlPost.it

Se la questione dell’accoglienza sul territorio italiano ha aperto gli scontri tra partiti, la questione «aiutiamoli a casa loro» risulta ancora più controversa. Ognuno dei partiti più rilevanti in questa campagna verso il 4 marzo ha una proposta a riguardo: il centrodestra è il primo a schierarsi, proponendo una rivisitazione del “Piano Marshall per l’Africa”, per far nascere delle economie locali dove le persone possano trovare impiego, altrimenti secondo Berlusconi «L’Europa corre il rischio di essere invasa dai sei miliardi di persone che vivono nella miseria». Il Partito Democratico, invece, propone una cooperazione maggiore con i paesi del Mediterraneo e di provenienza per facilitare la riammissione dei cittadini espulsi o respinti e per aprire dei canali di ingresso regolare: di fatto il governo attuale, targato proprio PD, ha già tracciato una strada in questa direzione promuovendo  accordi di rimpatrio, molto discussi, con il Sudan, stringendo intese con Libia, stanziando fondi per un intervento militare in Niger, e aprendo ai primi corridoi umanitari da Libano ed Eritrea tramite la Comunità di Sant’Egidio. Anche Liberi e Uguali si espone sulla questione, promuovendo occasioni di sviluppo nei paesi di origine, ma rigettando gli accordi stipulati con i paesi che non rispettino i diritti umani. Infine, il Movimento 5 stelle propone una generica “rimozione delle cause delle migrazioni” attraverso la cooperazione internazionale per lo sviluppo dei paesi di origine ed inoltre coinvolge direttamente i paesi di partenza attraverso un progetto di valutazione dell’ammissibilità delle domande di protezione internazionale prima della partenza.

Ius soli: che futuro per la cittadinanza?

ius soli scuola

Infine la questione dello ius soli, già affrontata durante la legislatura appena passata, riappare durante questa campagna elettorale, avanzando nella poca chiarezza dell’opinione pubblica. Infatti, sempre secondo il «Rapporto Italia 2018» di Eurispes solo il 17,7% degli italiani associa il provvedimento dello ius soli non solo alla nascita ma anche alla frequentazione della scuola italiana, mentre la netta maggioranza (56,9%) ritiene che con questa pratica sia sufficiente nascere sul suolo italiano per diventarne cittadini. È il Partito Democratico il primo promotore dello ius soli, che nel proprio programma afferma con forza di voler costruire una nuova cittadinanza a partire dai bambini nati e cresciuti in Italia, ma non ancora italiani. Anche Liberi e Uguali, il partito di Pietro Grasso, si schiera con i favorevoli all’introduzione di ius soli e ius culturae, mentre la destra di Forza Italia e Lega Nord si mantiene coerente sulla sua linea di disapprovazione. Mentre il Movimento 5 Stelle non si esprime a riguardo.

Una campagna elettorale discussa, in cui il tema dell’immigrazione viene dibattuto più che mai e dove il centrodestra sembra ricevere la maggioranza dei consensi, focalizzando l’attenzione su questa «questione urgentissima» e spostando così lo sguardo dagli atti fascisti dilaganti alla paura dello straniero, mettendo al centro della sua azione la sicurezza e il decoro, e soffiando sempre di più la bolla della paura e della disinformazione. Le strade proposte dagli altri partiti sono invece le meno battute, da una parte il centrosinistra del PD oscilla tra posizioni contrastanti, dove da una parte il decreto Minniti punta alla diminuzione degli sbarchi e Matteo Renzi vuole intervenire a “casa loro”, mentre dall’altra Emma Bonino si batte per legalizzare tutti quei migranti che ancora oggi, per la legge italiana, sono “clandestini”. Anche per il Movimento 5 stelle, tra proposte e contraddizioni, fatica a proporre una linea politica decisa sulla questione, puntando piuttosto sulla risoluzione delle cause dell’immigrazione e lasciando all’Europa il compito di risolvere le questioni dei flussi migratori.

 

[Fonte immagine di copertina: AFP]

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