Cari lettori, bentornati! Siamo ormai a metà del primo mese del 2018, l’atmosfera di nuovi inizi sta svanendo mentre i chili presi si ostinano a permanere adagiati sui fianchi, e The Bottom Up continua ad apparire sui vostri feed con notizie fresche. A meno che non ci abbiate cancellati o nascosti, nel qual caso una squadra di flagellanti è già in viaggio verso casa vostra, al grido di “Pentiti!” Noi vi abbiamo avvisati.
Orsù, bando alle ciance, cominciamo la prima rassegna dell’anno.
Buona lettura!
Quick et nunc
Oggi la coalizione guidata dagli USA ha comunicato il piano di addestrare una forza di 30.000 combattenti affiliati alle Forze Democratiche Siriane come forza di sicurezza stazionata lungo il confine fra Siria e Turchia. Le reazioni non si sono fatte attendere: il governo siriano ha gridato alla violazione della sua sovranità e la Russia ha avvisato che l’operazione potrebbe portare a una divisione della Siria.
Syria war: Turkey denounces US ‘terror army’ plan for border
La creazione della forza di sicurezza ha lo scopo di contrastare l’influenza di Daesh sul territorio, ma essendo principalmente formata da combattenti curdi, la Turchia ha minacciato pesanti attacchi contro le zone di popolazione curda al confine. Il governo turco ha dichiarato che schiaccerà gli sforzi degli Stati Uniti di creare un “esercito del terrore”. Insomma, la guerra continua, e trovare accordi tra le parti pare impossibile.

Scavando a fondo
L’ultima, celebre dichiarazione di Trump, secondo cui gli Stati Uniti non vogliono più immigranti da paesi poveri, per non citare letteralmente, è diretta agli abitanti dei paesi che negli USA beneficiano di uno status speciale chiamato TPS, Temporary Protected Status. Non è un visto permanente o una cittadinanza, ma è un permesso di vivere e lavorare nel paese, tipicamente concesso in caso di calamità naturali o situazioni particolarmente difficili nel paese di origine, come per Haiti, Somalia, Siria, Sudan, El Salvador.
Here’s how immigrants from countries Trump slammed really do in the US
L’affermazione di Trump gioca sul pregiudizio che, a eccezione forse dei siriani, gli abitanti di questi paesi siano una massa senza qualifiche o possibilità di integrazione che pesa sull’economia americana. Dati alla mano, non è così. Per quanto i migranti provenienti da questi paesi, ad eccezione ancora dei siriani, siano nella media più poveri degli americani, il loro reddito è più vicino al livello americano che a quello dei paesi d’origine. Inoltre, i norvegesi non hanno nessuna intenzione di migrare negli Stati Uniti, quindi Donald, temo che non ci sia nulla da fare, rassegnati.

Consigli per i click
Le economie africane sono in crescita, e si annuncia per i paesi subsahariani un anno promettente, pur con qualche preoccupazione, soprattutto per Angola e Nigeria che affidano la maggior parte della loro crescita al petrolio, e per il Sud Africa che si porta dietro grossi problemi strutturali, in parte eredità dell’apartheid. Nonostante questo, la crescita complessiva della zona dovrebbe arrivare al 3,2%, contro il 2,4% dell’anno scorso.
Africa’s economic outlook is promising for 2018, but there are clouds on the horizon
Nella top ten delle dieci economie con la crescita più rapida quest’anno, sei sono paesi africani, con il Ghana che guida la classifica all’8,3% ed Etiopia e Costa d’Avorio al secondo e quarto posto. La World Bank è però preoccupata per il crescente debito pubblico dei paesi, che ha toccato l’anno scorso il 56%.

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Nel 2013 il governo cinese guidato da Xi Jinping, dopo anni di caccia aggressiva allo sviluppo economico, ha dichiarato in modo altrettanto aggressivo guerra all’inquinamento, con la conversione di tutti i riscaldamenti a carbone in riscaldamenti elettrici o a gas. All’inizio del 2017, il governo municipale di Pechino ha annunciato che avrebbe tagliato il consumo di carbone del 30% in più rispetto agli obiettivi fissati nel 2013. Le politiche ambientali si focalizzano sul carbone, sulle emissioni delle auto e sulle polveri sottili.
Why China’s Good Environmental Policies Have Gone Wrong
Gli effetti positivi si sono visti: lo smog si è in gran parte ridotto nelle grandi città e il 2017 ha visto un significativo abbassamento del numero di giornate di smog rispetto a due anni fa. Ma la politica presenta difetti: le cause dell’inquinamento in Cina non sono state indagate a fondo e tanti agenti inquinanti, come ad esempio i fertilizzanti contenenti nitrati, non sono presi in considerazione, nonostante possano essere responsabili del 20% dell’inquinamento in Cina. Alcuni obiettivi sono inoltre inadeguati, o arbitrari, o messi in atto con zelo esagerato da ufficiali in cerca di promozione. Come conclude l’articolo, in un governo autoritario, anche politiche positive possono avere effetti collaterali negativi.
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Nella provincia di Hebei, nel nordest della Cina, è stato trovato nel 2014 un fossile di dinosauro che presentava piume molto ben conservate. Il volatile preistorico è stato chiamato Caihong juji, Arcobaleno dalla grande cresta, e il riscontro di un pattern di melanomi sulla testa e sul collo fa pensare che in quella zona presentasse piume iridescenti, come quelle di un colibrì dei giorni nostri.
New ‘Rainbow’ Dinosaur May Have Sparkled Like a Hummingbird
Le dimensioni erano quelle di una moderna anatra, e il volatile aveva una cresta ossea sopra la testa, anch’essa probabilmente per mettersi in mostra, come le piume colorate. Gli scienziati pensano che le prime piume si siano evolute a puro scopo di esibizione durante la stagione degli amori. Poi la natura si è detta che forse potevano essere anche utili, chissà. Ora vado a spegnere la sigla di Superquark e proseguo con la rassegna.

Schermi diversi
A Essen in Germania, ha aperto recentemente un centro di moderazione del contenuto di Facebook. Aperto a ottobre 2017, alla fine dell’anno aveva già 500 dipendenti, il secondo per dimensione nel paese dopo quello con sede a Berlino. I giornalisti sono stati ammessi per la prima volta all’interno del centro, e quello che hanno trovato è assolutamente sconvolgente: uffici e impiegati seduti alle proprie stazioni.
A Visit to Facebook’s Recently Opened Center for Deleting Content
Il contenuto viene controllato generalmente da un solo impiegato, a volte anche da un secondo scelto random. La paga media iniziale è di 10.50 euro all’ora, con extra per le notti o i weekend. Sono presenti psicologi, perché i contenuti possono essere espliciti o violenti. Nel complesso, la moderazione dei contenuti è una sfida complessa per Facebook, e la richiesta è destinata ad aumentare, con l’annuncio di Zuckerberg di voler passare da 10.000 a 20.000 moderatori in tutto il mondo. Interessati? Preparate il curriculum.

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Il New Yorker racconta in prima persona il falso allarme del missile ad Hawaii del 13 gennaio. Tutti i residenti hanno ricevuto un messaggio di allerta. Brook Connor, esperto di cybersecurity e protagonista dell’articolo, racconta la mezz’ora trascorsa a pensare che l’Armageddon stava per arrivare. Ricevuto il messaggio, lui e sua moglie hanno iniziato a prepararsi secondo le informazioni divulgate: riempire vasche da bagno e qualsiasi contenitore con acqua potabile; sbarrare finestre e porte; mettersi in contatto con famiglia e amici.
What It Felt Like in Hawaii When Warning of an In-Bound Missile Arrived
Negli ultimi mesi a causa della tensione con la Corea del Nord, la popolazione di Hawaii ha ricevuto ripetutamente istruzioni su come comportarsi in caso di attacco. E ora che tutti si riprendono dallo spavento che avrà probabilmente tolto loro un paio d’anni di vita, si spera che i sistemi di monitoraggio verranno migliorati.

Altro giro, altro regalo
Dopo questa stagione di influenza micidiale, un tributo, dovuto, al nostro sistema immunitario. Anche quando non funziona, gli vogliamo bene. Buona visione.
Parole, parole, parole

Citazione della settimana: “I am not a racist. I’m the least racist person you have ever interviewed.” Donald Trump
Parola della settimana: un’indagine sui derivativi di Trump.
Trump filter: ignorare fatti e logica nel difendere un’affermazione priva di senso.
Trump anthem: una canzone di cui crediamo di sapere le parole, finché non proviamo a cantarla.
Trump fact: un concetto falso che guadagna credibilità grazie alla continua ripetizione.
Trump five: afferrare una donna per le parti basse, come raccomanda il Nostro.
Per approfondire la ricerca, consigliamo la lettura di fonti accademicamente valide e approfondite, come Urban Dictionary.
Francesca Maria Solinas