Natale in bolla con i Bitcoin

Natale in bolla con i Bitcoin

“Te ricordi la prima volta che hai comprato dei Bitcoin? Io te dicevo nun te fa fregà” ( Ci siamo. Cotechini pronti. Cappelletti fatti. Brodo sul fuoco. È Natale e . Quest’anno, nel tradizionale articolo natalizio (per gli amanti del genere, si possono trovare i fantasmi dei Natali passati), noi del Bottonomics vogliamo rispondere alla domanda che tutti vi state ponendo: Perché dobbiamo sborsare quasi 20 mila dollari per avere indietro un Bitcoin? In altre parole, da dove deriva il valore di queste criptovalute di cui tanto si parla in queste settimane? Vi diciamo subito che, come abbiamo già , la Blockchain, ci affascina da morire, ma siamo molto scettici sulla criptovaluta in sé. Ovvero, abbiamo il sospetto che quella dei “soldi digitali” sia solo un’altra trovata speculativa di quei cattivoni di neoliberisti travestiti da nerd per l’occasione. Visto che una risposta chiara non ce l’abbiamo, vi esporremo i nostri dubbi. . Se lo fossero, il loro valore sarebbe ancorato all’essere una risorsa scarsa utilizzabile come fattore di produzione in quasi tutto ciò che ci circonda. Però col Bitcoin cosa ci produci? (Ok, dai diamanti non nasce niente, dai Bitcoin nascono Ancora più difficile il parallelismo con l’equity (le comunissime azioni): poiché i Bitcoin sono di fatto una moneta, una convenzione, , una sorta di crowdfunding, allora possiamo pensare di avere a che fare con gli stessi problemi che si pongono quando si deve valutare una per cui non si hanno dati storici su cui fare proiezioni. Se in più ci mettiamo la mancanza di trasparenza e regole, unite al fortissimo Quindi, niente da fare, non sappiamo ancora quale sia  il valore fondamentale che possa giustificare i picchi di questi giorni. Ah ecco, l’oro. Il Bitcoin è come l’oro. Sì, ma ‘nche senso? Lo sappiamo tutti no, l’oro è un e pare si inizino a vedere le stringhe dei dati di questa nuova moneta proprio come un bene rifugio. Però diteci, a parte il fatto di essere un bene scarso, chi dice che il Bitcoin abbia un valore intrinseco che lo rende bene rifugio? Cioè, dietro l’oro c’è tutta la storia del capitalismo e buona parte dell’essere umano. Ma dietro al Bitcoin? Il dubbio ci attanaglia. Una soluzione che mostra qualche barlume di razionalità potrebbe essere quella di l’interessante analisi). In pratica, se l’oro viene estratto dalle miniere, i minatori di Bitcoin sono coloro che avendo abbastanza potenza computazionale al seguito, permettono il cosidetto Ecco, l’estrazione ha dei costi in termini di energia utilizzata e acquisto dell’hardware. Bene, l’articolo sopra citato stima il costo marginale a meno di . Il confronto con l’attuale valore di mercato è imbarazzante e poco giustificabile (a meno che tu non ti chiami . Niente di nuovo sul fronte occidentale. Ma badate bene, eviteremo qualsiasi affermazione di fassiniana memoria (ricordate il “si faccia un partito e vediamo quanti voti prende!” riferito a Grillo? Qui si tradurrebbe in “si compri un Bitcoin e vediamo quanti soldi perde”), perché in fondo . Quello dell’innovazione tecnologica. In altre parole, quello di aver introdotto quella figata che è la Tuttavia, è proprio l’aspetto tecnologico a creare un ovvio parallelismo. Facciamo un bel passo indietro. Seconda metà degli anni 90. Silvio aveva già detto che “l’Italia è il paese che amo”, D’Alema tramava dietro le quinte e Renzi, boh, Renzi sarà stato ad un campo scout. Intanto, la si chiamava ancora Actionweb e vendeva solo oggetti usati e vintage, come il puntatore laser rotto, che il fondatore Pierre Omydiar vendette ad un signore canadese, dando inizio all’epopea. Sempre a quegli epici giorni risale la nascita delle prime pagine gialle di internet – a.k.a. – all’epoca gestite ed ordinate manualmente (si avete capito bene), nientepopodimenoché da una azienda chiamata vendeva esclusivamente libri, ma – il buongiorno si vede dal mattino – diventava il primo negozio on-line dove poter acquistare con carta di credito. , sono gli anni in cui nascono nuove tecnologie e quelle legate ad internet spuntano come funghi. Gli investitori erano così euforici che bastava avvicinare all’immagine di una qualunque azienda il suffisso web .com per far piovere su di essa danaro da ogni parte del mondo. I media cavalcarono l’onda enfatizzando le grandi manovre finanziarie e contribuendo, non poco, all’incremento della speculazione. Fu così, che agli inizi degli anni 2000, gli toccarono quotazioni mai raggiunte prima. Tutti sappiamo come andò a finire. Nei primi giorni di marzo del 2000, i rapporti annuali e trimestrali fecero emergere la del settore, scoperchiando il vaso di pandora e dimostrando che il mercato di internet non era poi così grande. La vera e propria bolla scoppiò il 10 marzo, dopo che l’indice Nasdaq fece registrare il suo massimo storico di 5132,52 punti base. Il lunedì successivo, il 13 Marzo, cominciarono le vendite di massa. Tutti iniziarono a liquidare le posizioni in essere sul mercato tecnologico, il in un solo giorno e molte delle neonate aziende della Silicon Valley, fallirono senza mai aver ottenuto dei profitti. Evoluzione nel tempo di Nasdaq (gen’95-dic’00) e Bitcoin (ott’12-dic’17) in trilioni ($). Month 63 mostra il picco del Nasdaq (Marzo 2000) e l’inizio di dicembre 2017 per il Bitcoin. Notare come il mercato del Bitcoin sia aumentato in soli 20 giorni di più di cento miliardi di dollari (da 180 di inizio mese ai 297 del 20 dicembre)! , dall’altro i due fenomeni sembrano essere quantitativamente ancora distanti. Infatti, quando scoppiò la mentre il mercato dei soli Bitcoin (che è di gran lunga l’unica criptovaluta rilevante) si attesta ad oggi, sui in un contesto globale e capitalista come questo, sembra quindi essere Molto probabilmente, come successe con le aziende di e-commerce e con il mercato digitale, sarà l’introduzione di una regolamentazione a porre fine al rialzo incontrollato dei prezzi. Probabilmente. Per ora, un’aura di irrazionalità e speculazione aleggia attorno alle criptovalute (ah, sono anche nati i primi derivati sui bitcoin!). Forse ci sarà la tempesta, ma siamo sicuri che, quando tornerà la quiete ci potremo godere la Blockchain, che rischia di essere un’invenzione rivoluzionaria quasi quanto Internet. Dunque, in questo Natale noi restiamo scettici sulle criptovalute, ma entusiasti della Blockchain. Voi, però, se non sapete cosa regalare a morose, parenti e amici, potete sempre scegliere un bellissimo Crypto Kitty. Nel 2018, scriveremo un intero articolo su questi gatti cibernetici che possono essere offerti anche a più di mille dollari l’uno. Promesso.