Bologna, 2 agosto. Il giorno dopo la strage
del 2 agosto non dura sessanta secondi. È un minuto lungo come un’attesa di 37 anni, traboccante di sospiri, di lacrime soffocate e mescolate alle gocce di sudore, di sguardi scienti e solidali. Ogni anno, da trentasette anni a questa parte, in quei sessanta secondi, il cielo infuocato non fa sconti nemmeno a chi si reca fino in Piazza delle Medaglie d’Oro per commemorare le vittime del , dopo le proteste contro il discorso dell’allora vicepresidente del consiglio dei Ministri Giulio Tremonti, nessun rappresentante del Governo — o quasi — è più intervenuto sul palco insieme a ma non più la partecipazione ufficiale al corteo che porta alla stazione e nemmeno al comizio in Piazza delle Medaglie d’Oro, i momenti importanti della giornata. Per rappresentare il Governo quest’anno era stato scelto il , già bersaglio delle proteste cittadine in occasione del vertice G7 Ambiente, con il quale “c’è sempre stato un buon rapporto”, ha ammesso lo stesso Bolognesi ieri in Palazzo d’Accursio. Ma la . Poi, nel corso dell’incontro in Comune con Associazione, il Sindaco e ministro Galletti, lo strappo: Bolognesi, terminato il suo discorso, appena prima di lasciare la parola a Galletti, annuncia che . Sfilando uno ad uno al di fuori della porta laterale, di fronte ai volti attoniti, seppur non totalmente sorpresi, dei presenti. La storia non si archivia. La forza della verità non si può fermare. La giustizia faccia la sua parte ”. Paolo Bolognesi aveva nuovamente denunciato il comportamento “assurdo e truffaldino” dello Stato, confermando che la presenza dei rappresentanti del Governo era, e sarebbe rimasta, sgradita. Perché? I motivi sono molteplici. anni della strategia della tensione. “Operazione trasparenza”, l’avevano chiamata. Tanto che, alla commemorazione dell’anno scorso, lo stesso vicesegretario Claudio De Vincenti, aveva assicurato che entro un anno la pratica sarebbe stata risolta. Ma così non è stato. Lo ha spiegato Bolognesi stesso, raccontando cosa è accaduto a maggio quando ha , i Nuclei Armati di Difesa dello Stato, la rete eversiva fascista interna a Gladio. “Ci è stato detto che non si potevano fare nomi anche per ”. Ed è chiaro, quindi, che di fatto queste carte si vogliano ancora tenere segrete e che lo Stato stia ponendo un sistematico blocco. Pleonastico ricordare quanto sarebbe fondamentale poterle invece ottenere. Rimanendo nello specifico su Gladio nera, ad esempio, per il fatto che molto probabilmente si tratta di un organo implicato nella strage del 2 agosto, ma non solo. Dal 1980 al 1986 non c’è nessuna traccia di documentazione riguardante i voli e le navi che hanno attraversato l’Italia. Il vecchio aveva finito la birra, si asciugò la fronte e uscì, Gli sembrò che non avesse più la valigia, ma non ci fece troppo caso. qualcosa di importante che gli sarebbe servito per quello che gli restava da vivere. “Se avessi con me un quaderno ce lo scriverei sopra”, pensò. “Oggi, stazione di Bologna, due agosto di un anno vicino al duemila, ore dieci e venti del mattino, tutti sono allegri perché partono, come mandante e finanziatore della strage. Nel testo della domanda di archiviazione, i pm avrebbero scritto che Mambro e Fioravanti sono stati degli “spontaneisti”. “Questo vuol dire non tenere nemmeno conto della sentenza del 1995 con cui i due membri dei Nar sono stati condannati”, , ex Nar. A tutto questo l’Associazione si è opposta. Non rimane che attendere ottobre per scoprire cosa deciderà il Gip. lei la pone sulla reticella e la lascia dove sta a Bologna, ministro della Giustizia Andrea Orlando e il ministro della Cultura Dario Franceschini avevano stipulato nel 2015 un patto per la digitalizzazione dei documenti giudiziari dei processi per terrorismo, stragi, violenza politica, criminalità organizzata. Ma, a tre anni di distanza, non è stato digitalizzato nemmeno un foglio, perché “Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice”, di nome ma non di fatto. Ma n el disegno di legge sulle “Disposizioni in materia finanziaria”, la commissione Bilancio della Camera non ha infatti risolto i problemi che avrebbero consentito di applicare i benefici previdenziali e quelli riguardanti le indennità. i loro cadaveri restano sparsi e ammucchiati in un mare di sangue, . Passando per i tre gradi di giudizio, condanne e assoluzioni, si dovrà attendere fino al gli esecutori materiali Francesca Mambro e Valerio Fioravanti sono condannati all’ergastolo Giuseppe Belmonte, l’ex capo della loggia massonica P2 Licio Gelli, Pietro Musumeci e Francesco Pazienza. 2007 viene condannato a 30 anni come esecutore materiale anche Luigi Ciavardini, , con l’accusa di concorso in strage. Sono già un’ottantina i familiari di vittime della strage che chiederanno di contro Cavallini, oltre alla Regione Emilia-Romagna e la presidenza del Consiglio dei ministri. Le date dell’ udienza preliminare sono fissate per il 6, il 18 e il 25 di ottobre La signora Mambro e il camerata Fioravanti sono fuori di galera. , negando la loro partecipazione alla strage di Bologna. Si sono sposati in carcere nel 1985. Fioravanti e Mambro : il primo ha ottenuto la libertà condizionata per buona condotta e poi nel 2009 la libertà completa, mentre la pena di Mambro è effettivamente estinta dal 2013. Tuttavia, trentasette anni dopo, risultano ancora oscure le identità dei mandanti e quale sia stato il movente dell’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Ma ancora riecheggia il grido: Difficile non morire tutti quando muore qualcuno, unanimità storica, strana puntualità, salto temporale, violenza scordata, scoppio stonato, piano fallibile, incredula strategia crudele, politica inabile (o diversamente labile), cecità mentale, lacrime a rendere, anima che staziona, persone scritte, incisioni calendarie, anno per anno uguale quell’anno. Tutto sommato cosa cambia? Allora cambiamo noi, prima che ci cambino, non chiudiamoci dentro ai soliti cancelli, non lasciamoci cancellare…
