“On the Milky Road”, verso il realismo magico di Kusturica

“On the Milky Road”, verso il realismo magico di Kusturica

In On the Milky Road Emir Kusturica torna a raccontare la guerra civile in ex Jugoslavia. C’è qualcosa di nuovo rispetto a quello che già sappiamo? . Come nei migliori melodrammi: si conoscono, si innamorano, ma lei è la promessa Sposa del futuro cognato di lui. Più complesso a dirsi che a farsi, quanto meno nella tribuna di soggetti forgiati da . Se conoscete la sua filmografia infatti, saprete che in passato c’era già stata una . Ma anche in quel caso, il corpo della voluttuosa attrice era il campo di battaglia di una guerra tra Marko e il Nero per la conquista del potere. E, neanche a farlo apposta, si ritrova ad interpretare lo stesso ruolo a distanza di 21 anni: comandante sleale, marito disinteressato, assegnato prima a Natalija e poi a Sposa. è un cappello temporale di 125 minuti, dal quale Kusturica estrae ipotipi di è in corso, i caschi blu sorvegliano la frontiera. Tra fratelli si spara. Kosta (interpretato dal regista stesso) vive però immerso nel realismo magico, dove a far da padrona non sono le devastazioni umane ma la che lo circondano, con i quali ha instaurato un rapporto francescano. Alla guida di un ciuchino, in spalla un falchetto: l’uomo non combatte ma attraversa il confine da un lato all’altro, per trasportare il latte che i soldati cagliano. Quindi c’è un preciso simbolismo. Che ruolo è attribuito nel film agli animali e agli elementi naturali? , bastone del dio Hermes, simbolo di pace. Animale dal duplice significato, il serpente è presente anche nel , perché in cima al bastone del vescovo, affianco alla croce, ve ne sono sempre due. Non bastasse, nella cultura slava è anche legato al mito della divinità : un enorme esemplare abbarbicato alle radici dell’albero del mondo, il pastore delle anime nell’aldilà. Il serpente è un amico, come dice Kosta a Sposa, non bisogna combatterlo. portano in salvo i due protagonisti. È proprio un falco il compagno fedele di Kosta e, forse non a caso, il rapace è anche la figura principale presente nel blasone della : l’aquila bianca bicefala con le ali spiegate, emblema della dinastia dei Nemanjić, il padre della nazione. Come da tradizione, Kosta e tutti i . La guerra e i suoi dispositivi sembrano sfiorare Kosta e Sposa solo tangenzialmente, protetti come sono dalla natura e dal mistico potere dell’ che li solleva, facendoli letteralmente volare in aria, ogni qual volta siano in pericolo di morte. Centrale è infatti il discorso sull’amore, sull’importanza che questa sensazione/sentimento/stato d’animo (o il modo in cui si preferisce chiamarlo) viene vissuto dagli esseri umani e ancora sulla potenza che ha come motore e scopo in base a cui orientare la propria vita. Nel linguaggio dei sentimenti si inseriscono poi tanti altri simboli apparentemente trascurabili. Si pensi alla – simbolo di fortuna – che i due innamorati trovano mentre sono nascosti tra le pecore. La coccinella, secondo una , ha anche un altro significato: se infatti si posa sulla mano di una donna nubile camminandoci sopra per po’, quest’ultima si sposerà entro un anno. A essere importante alle volte sono anche le questioni non dette, lasciate taciute. Si pensi al nome dell’amata di Kosta – semplicemente “ ”. Di certo non casuale. Specialmente quando in una scena il personaggio interpretato da butta via il vestito che esplicitava il proprio senso, il proprio posto nella vicenda. Allo stesso modo però il suo ruolo era stato scritto per lei, non da lei. La donna è stata ; è proprio nel momento in cui si libera del vestito che compie per la prima volta una propria scelta: diventare la compagna del lattaio. immerse nel sangue della mattanza suina sono il presagio di un finale non lieto. Perché la guerra non potrà mai davvero finire, lo notifica anche l’ che continua ad incepparsi, impedendo lo scorrere del tempo. Sopravvivere a tutto questo è una condanna, ricordare è un dovere. Kosta è un di leviana memoria e, come per il compianto autore, l’istinto iniziale di togliersi la vita per “il senso di vergogna per essere sopravissuto” è soppiantato dall’ordine di un pastore che gli ricorda quale sia ora il suo scopo. “Tu sei tornato perché dovevi raccontare. Tu hai il compito della testimonianza” ed è ciò che farà Kosta, che per alleviare il dolore causato dalla perdita dell’amata troverà conforto nella , alla quale lo stesso Kusturica si è convertito nel 2005. Una soluzione ecumenica che rispecchia i canoni di stile del regista slavo ma finisce per ripiegarsi su se stessa. È infatti nella pratica religiosa, da intendersi come condotta di vita ascetica, che Kosta ritrova uno scopo per vivere: – quasi purificare – una zona martoriata dalla guerra cospargendola di pietre bianche. Altro elemento da non trascurare – ben evidenziato dal realismo magico che caratterizza l’ambientazione del film – è quello della . È infatti un aspetto minuscolo quello che fa prendere una piega mortifera o salvifica alla situazione. In un attimo la “fortuna” o il “destino” che ha caratterizzato le vicissitudini dei protagonisti e sembra in tutti i modi arridere loro, salvandoli da situazioni apparentemente senza uscita, si capovolge e distrugge i loro sogni colmi di speranza. Kusturica stesso non manca di definire il proprio film come una “ ” costruita ripercorrendo vari momenti della propria vita. Se per ciò che concerne la storia e i personaggi l’inquadramento del genere letterario d’ispirazione aiuta e chiarisce, così è un po’ meno per l’insegnamento che si dovrebbe trarre. A prima vista sembrerebbe un – mostrata nella propria insensatezza e brutalità (si pensi alla scena in cui i soldati cercano, senza riuscirvi, a uccidere una farfalla). E lo è senz’altro. Ma il sentimento che attraversa l’intero lungometraggio è quello della “ “: non tanto il rimpianto della Jugoslavia come Stato, quanto della qualità della vita in quel periodo storico. E Kusturica lo mostra negli ultimissimi minuti, per i quali conserva il meglio, nell’immagine di quel , che in ultimo solo Sposa avrebbe potuto unire nel sacro vincolo della madrepatria Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)