Metallo strano: breve storia dei Mastodon
“Oh, no! Un’altra di quelle band strane che piacciono solo a Guglielmo!” , recentemente trasferitisi lì dallo stato di New York, incontrano tra il pubblico di un concerto degli High on Fire (che, per inciso, all’epoca viveva in un furgone). Sanders e Hinds avevano già suonato insieme per sette anni, e Dailor e Kelliher avevano avuto modo di sentirli suonare nel circuito locale, e poiché stavano proprio cercando un bassista e un chitarrista (avevano già un cantante) pensano di aver trovato i loro uomini. Dopo una prima prova alla quale Hinds si presenta ubriaco perso, i cinque ingranano alla perfezione: (al cantante dei quali, Scott Kelly, e a suo figlio di dieci anni, chiederanno l’approvazione per il nome della band, ottenendo un riscontro positivo) . Per fortuna, dopo poco tempo accade il miglior imprevisto che potesse capitare ai Mastodon: ! Sia Sanders che Hinds sono ben felici di ricoprire, a turno e con l’aiuto sia di Dailor che di Kelliher (che ha un growl che sembra fatto di asfalto e purè di Batman) ai cori, il ruolo, e questo porta inevitabilmente ad arrangiamenti vocali originali e interessanti. Con questa formazione a quattro, che resta ancor oggi immutata, pubblicano l’EP , che già fa gridare al capolavoro i metallari di tutto il mondo, estasiati da questa band che sembra essere il pargolo partorito dall’unione tra Metallica, Queens of the Stone Age e Genesis di Herman Melville, e vira su territori ancora più coraggiosi, con Scott Kelly degli idolatrati Neurosis ospite sulla cattivissima , i tre brani su un EP eponimo registrato poco prima dell’uscita di , e la title track, precedentemente apparsa solo sul demo registrato ancora con Saner in formazione, esce il terzo LP della band, , che contiene un’altra apparizione di Kelly (su “Crystal Skull”), una di dei Genesis), e persino del tastierista e del cantante dei The Mars Volta. è un altro concept, e racconta la storia di un uomo che – sorpresa, sorpresa – si arrampica su questa montagna e ci trova di tutto e di più. Su questo album, la band utilizza le voci pulite di Sanders e Hinds molto di più, diminuendo il growl presente sui dischi precedenti. I Mastodon in studio per registrare Crack the Skye: da sinistra, Hinds, Kelliher, Dailor e Sanders. Foto di Jimmy Hubbard, Warner Music Sweden è probabilmente il disco spartiacque della loro carriera: è la storia di e brucia il cordone ombelicale che lo teneva attaccato al plesso solare del suo corpo fisico, e viene portato nel passato da dei monaci russi che lo fanno entrare nel corpo di Rasputin , che, dopo essere stato ucciso, lo rimanderà in seguito nel suo tempo e nel suo corpo. La canzone del titolo, inoltre, è un omaggio di Brann Dailor (che su questo album diventa il terzo cantante solista della band) alla sorella, che si è suicidata a 14 anni, e quel dolore è stato abbastanza da “spezzare il cielo”, come raccontato da Dailor in un’intervista. Ormai qui la band è nel pieno di un vortice prog metal, ed esplora il cosmo come non mai, specie nella traccia portante, la suite . Da un concerto del tour all’Aragon di Chicago la band trarrà Con l’entrata di Dailor nella parte di cantante solista, le possibilità per arrangiamenti sempre più complessi e armonie vocali sono infinite, e questo diventa evidente nel quinto LP, (dedicato al fratello di Hinds, morto durante una battuta di caccia), non più un concept, ma una specie di greatest hits: i brani non hanno un tema comune, ma sono tutti spettacolari. È anche il primo album pienamente collaborativo, mentre fino ad allora le idee principali per costruire i pezzi venivano dal solo Hinds (che continua a fornire il grosso del materiale di partenza). Il disco contiene , uscito nel 2014, continua sulla strada più “pop” aperta da The Hunter, pur mantenendo gli elementi psichedelici e progressivi acquisiti negli anni: questo ovviamente fa sì che tra i fan ci sia del rumoreggiare sul fatto che “si sono venduti”. La band ha anche il tempo di Brann e Brent (al centro) nei panni di due Bruti. Foto di Metalinjection.net che caratterizzano la band e consentono loro di sfornare un pezzo divertente dopo l’altro, che ci fa inevitabilmente accompagnare con air guitar, air bass e air drumming tutto il disco, lasciandoci alla fine esausti ma estremamente divertiti. Dopo un paio di album di pausa, la band torna con questo disco ai , cantato in larga parte dal batterista (con Sanders), ovviamente accusato di essere troppo pop, ed è davvero difficile controbattere a quest’accusa, ma secondo me è proprio la sua forza, e dunque lo eleggo mio secondo brano preferito della band. Ha anche un video abbastanza esilarante, nel quale un Cupo Mietitore deve uccidere la band per vincere il premio di produzione aziendale, ovvero un carro funebre di lusso, che gli consentirà di ritrovare la stima della moglie. , torna il metal tra il doom e lo stoner, che ricorda i più volte menzionati Queens of the Stone Age, unito a riff melodici più maideniani e vede Hinds alla voce principale, sempre assieme a Sanders. , con un assolo al fulmicotone di Hinds e un ritornello memorabile: , con un Dailor come una fucilata che tira fuori un giro di batteria semplice semplice, che sembra uscito dritto da dei Nirvana (e a me ricorda un po’ proprio quello di rimanda piuttosto ai Metallica, è un brano guidato dai ruggiti di Sanders e , con ospite Kevin Sharp dei Brutal Truth, ingrana la quarta e ritorna in territorio doom/stoner, ma è con che anche gli scettici estremi trovano pane per i loro denti su , che anche qui fa la sua comparsata e presta il suo feroce growl per l’ennesima cannonata, un pezzo molto aggressivo ma con bridge prog con chitarre psichedelicissime e Kelly rabbiosissimo, quasi in chiusura di album. Chiusura che arriva poi con la successiva, , tra le altre cose) alle tastiere per un brano camaleontico e mutevole fino all’immenso climax definitivo. , e, seppur relativo neofita alla loro musica, non posso che confermarlo. È e diverte tutti gli ascoltatori nello spettro che va dal metallaro duro e puro all’ascoltatore più casuale, e sebbene sia facile ritenere questo un problema per i puristi, io credo invece che sia , grazie alla stessa idea di arte che hanno sempre avuto i Mastodon, che la antepongono a qualunque giudizio di critica o di pubblico. Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
