Peggio di una bomba. La conferenza stampa congiunta di Thomas Savare e Jack Lorenzetti ha segnato un netto confine tra il rugby francese prima ed il rugby francese dopo. La decisione di fondere sotto lo stesso nome e sotto lo stesso simbolo le due squadre di Parigi, Stade Francais e Racing 92, da sempre rivali, ha gettato nello sconforto tifosi, giocatori e staff tecnico, sollevando una serie di problemi che potrebbero minare la prosecuzione stessa del campionato. Tutti hanno additato ai due come il Male, eminenze non-tanto-grigie che uccidono il rugby.
Partiamo dall’inizio. Thomas Savare, presidente dello Stade Francais, comincia a non avere più tanti soldi da mettere in un progetto che negli ultimi nove anni ha portato solo ad un trofeo, per quanto prestigioso come lo scudetto del 2015. Dall’altro lato anche il Racing non se la passa economicamente tanto bene, dovendo sempre rincorrere economicamente i giocatori migliori che passano dal Top14, prima che vengano assorbiti dalle grandi squadre del Sud, Tolone e Tolosa in testa. Lorenzetti, il presidente, continua ad immettere denaro nelle casse del club per pagare i costosi stipendi, ma arriva lo scudetto del 2016.
Si, avete letto bene, Stade e Racing hanno vinto gli ultimi due scudetti. In totale hanno portato in bacheca 20 campionati, oltre che una coppa nazionale a testa. Si, esatto, due squadre rivali tra le più titolate in Francia si fondono. Vabbè, andiamo avanti.

Senza incontrare o avvisare nessuno, i due presidenti congiuntamente prendono la decisione di fondere a partire dalla prossima stagione le due squadre, di unirle sotto una unica bandiera. Panico. Per mille motivi. Le altre società insorgono, urlando al campionato falsato. Lo Stade infatti al momento sta lottando per non retrocedere, magari salvandosi a discapito di qualche altra squadra per poi sparire. Lo stesso vale per il Racing, che però lotta per l’Europa. Inoltre ci sarebbe dall’anno prossimo una squadra in meno, costringendo la Federazione a decidere in corsa ed in tempi rapidissimi se far salire una squadra in più, retrocedere una squadra in meno o varare a tempo determinato un Top13.
Il vero problema però è rappresentato dai giocatori. Se infatti i giocatori del Racing non hanno manifestato particolari disagi o perplessità, il perchè lo vedremo tra poco, i giocatori dello Stade hanno indetto uno sciopero ad oltranza, causando anche lo slittamento della partita di campionato. Infatti le due rose sono da quarantacinque giocatori, il massimo possibile, ma anche quella della nuova squadra dovrà avere al massimo questa cifra. Il che significa mettere sulla strada o vendere al miglior offerente la metà dei giocatori a disposizione. Ed ovviamente, anche guardando la classifica, la maggior parte di questi sarà dello Stade.
La nuova squadra giocherà nel nuovissimo impianto di Nanterre, l’Arena_92, talmente nuovo che non è ancora finito, e momentaneamente disputerà le sue partite in casa dello Stade. I campi di allenamento, che verranno notevolmente ampliati, saranno quelli del Racing. E si è già deciso che gli allenatori saranno quelli del Racing, Labit e Travers.
Cominciate a notare un filo conduttore? Una costante? Sì, sarà sempre il Racing ad avere la meglio sulle componenti dello Stade. Ecco perchè si è cominciato a parlare, più che di fusione, di inglobamento dello Stade Francais nel mondo del Racing 92. Cosa che ha fatto ancor di più arrabbiare i tifosi della squadra assorbita, e scatenato indagini sulle vere motivazioni della fusione.
Lo abbiamo detto all’inizio, lo Stade Francais non ha/aveva più soldi. E da tempo Savare cercava un acquirente. Non trovandolo, avrebbe deciso di almeno non rimetterci più denaro, e cedere (a prezzo basso) l’intera franchigia a chi avrebbe tratto giovamento dalla sua scomparsa. Proprio il Racing. Lorenzetti, dal canto suo, temeva che la squadra concittadina venisse comprata da chi di soldi ne ha tanti e non ha paura di spenderne. Si erano diffuse le voci infatti che all’acquisto dello Stade fosse interessato il Qatar Sport Investments, costola dell’Qatar Investments Authority, che già detiene il controllo del Paris Saint Germain e della squadra parigina di pallamano. Avere una squadra concittadina diretta concorrente per il titolo, e magari decisamente più forte, non piace a nessuno. Meglio farla sparire, magari inglobandola.
La giustificazione additata alla “fusione” è che una grande e forte squadra parigina farebbe bene al rugby nazionale nel medio periodo. Sì, potrebbe, ma gli indizi portano dritti verso un no. I giovani giocatori francesi non avrebbero più lo spazio per crescere e giocare titolari, schiacciati da campioni internazionali costretti a giocare a causa del loro pesante stipendio.
Al momento, si rischia l’esodo dei giocatori dello Stade, la cui maggior parte non avrebbe speranze nello scontro diretto con i corrispettivi del Racing, mentre i big sono fortemente demotivati e pur non volendo lasciare la squadra (Sergio Parisse, capitano dello Stade, in primis) si trovano in un ambiente del tutto scompaginato. Tanto che per votazione dello spogliatoio la squadra ha deciso lo sciopero ad oltranza.
Ultimo scoglio, l’amministrazione. Federazione, Lega e Comune di Parigi non erano stati minimamente informati della decisione delle due squadre. Ed il Comune di Parigi è proprietario dello stadio casalingo dello Stade, e della futura franchigia. In più, per la creazione della squadra, serve l’approvazione della Federazione, attualmente controllata da Laporte. Piccolo problema, Laporte ha allenato per quattro anni lo Stade, ed è uno dei principali oppositori della gestione Savare. In più serve anche il consenso delle sezioni amatoriali delle due squadre, che al momento non sono per nulla intenzionate ad acconsentire.
Insomma, la fusione tra Stade Francais e Racing è tutt’altro che scontata, sono decisamente più gli avversari ai sostenitori. Insomma, il Male dovrebbe essere sconfitto, per la gioia di tifosi e giocatori
Marco Pasquariello