“Future Baby”, dalla fecondazione assistita alla bioetica

Inseminazione intrauterina, crioconservazione, maternità surrogata, trasferimento citoplasmatico: fantascienza, fino al 25 luglio del 1978. Fu quello il giorno in cui, al reparto maternità dell’ospedale di Oldham, nel Nord dell’Inghilterra, veniva alla luce Louise Brown, la prima bambina concepita con l’ormai nota Fivet (fecondazione in vitro). In soli 34 anni le scienze riproduttive hanno riscritto il copione della storia della medicina, trasformando la fantascienza in realtà: nel 2012, l’International Committee for Monitoring Assisted Reproductive Technologies stimava infatti che i bambini nati grazie a tecniche di procreazione medicalmente assistita avessero superato i 5 milioni (1.144.858 tra il 2008 e il 2010).

Future Baby ha tradotto questo copione nel formato del documentario, illustrando procedure biologiche e ripercorrendo i corridoi delle principali cliniche dove ogni giorno vengono realizzati i desideri riproduttivi degli aspiranti genitori. La regista Maria Arlamovsky dirige il reportage dal particolare al molteplice, così come dal tronco di un albero genealogico si articolano i rami di una famiglia complessa. La narrazione ha inizio nei laboratori del Fertility Institute di Los Angeles, dove viene mostrata al microscopio la tecnica di fecondazione in vitro. Chi si avvale della Fivet può scegliere di accogliere subito gli embrioni nell’utero della futura madre, oppure di crioconservarli e riporli in una banca del seme.

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Fonte: http://www.futurebaby.at

In una camera di crioconservazione non si ibernano però solo embrioni, anche gameti, maschili o femminili, a breve e a lungo termine. È qui che riposano sperma e ovuli dei donatori e delle donatrici, indispensabili e preziosi per la nascita dei futuri bebè. Minuziosamente archiviati ed etichettati, questi materiali biologici possono essere richiesti su scala internazionale, anche per via delle numerose difficoltà di accesso ai trattamenti: le normative dei singoli Stati e l’obiezione di coscienza costringono infatti molte coppie a fuggire all’estero per avere figli. Si genera così il “turismo della fertilità”, quello stesso che porta ogni anno molte coppie italiane ad affidarsi a tecniche riproduttive proibite dalla Legge n.40 del 19 Febbraio 2004 (tra cui: congelamento degli embrioni, fecondazione eterologa, diagnosi pre-impianto).

Intervistando uomini e donne infertili, o affetti da malattie genetiche, genitori single e coppie omosessuali, la regista Arlamovsky raccoglie alcune risposte e testimonianze che aprono le porte al controverso regno della bioetica. La riproduzione assistita può assumersi numerosi ed evidenti meriti, come quello di aver decostruito lo schema della famiglia tradizionale attraverso il superamento del binarismo eterosessuale. O ancora: quello di poter prevenire la trasmissione di malattie ereditarie. Eppure, queste avanzatissime tecnologie richiedono ancora interventi relativamente invasivi sui corpi delle donne, ad esempio la “superovulazione”. Ma è ancora più inquietante interrogarsi su ciò che accade quando un desiderio prende la forma dell’urgenza o del capriccio. È su questa linea di confine che il diritto alla genitorialità sembra trasformarsi in un diritto al consumo.

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Fonte: http://www.futurebaby.at

Ci sono i pazienti oncologici e soldati ai quali viene estratto e congelato lo sperma post-mortem su richiesta della famiglia. Nell’agenzia My Donor Cycle di San Diego un cliente seleziona la donatrice secondo criteri estetici, come il peso. Non ci si limita a desiderare che i propri figli siano sani, devono anche essere elaborati in modo che i loro caratteri fenotipici siano gradevoli. Alcuni genitori richiedono figli alti per poterne fare dei campioni di basket. Alla California Cryobank un embrione è valutato alla stregua di un conto corrente: se il conto è cointestato, la proprietà è condivisa, e in caso di divorzio, rimane un bene come tutti gli altri, perciò ci si deve mettere d’accordo. L’ectogenesi oggi avviene all’interno dell’utero di una madre surrogata, ma un domani si potrebbe arrivare al grembo artificiale, come insegna la ricercatrice Anna Smajdor.

Il percorso di Future Baby non si arresta quando i colori dello schermo si dissolvono in nero. È necessario prepararsi a valutare le conseguenze dello sviluppo tecnologico: quando un numero sempre maggiore di bambini sarà concepito senza un rapporto sessuale, quando verrà normalizzato il processo decisionale sulle vite che non meritano di vivere, allora non potremmo lasciarci semplicemente travolgere dalla fantascienza. Anzi, dalla realtà.

Roberta Cristofori
@billybobatorton

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Fonte: http://www.facebook.com/MondovisioniBO

Fonte dell’immagine di copertina: http://www.futurebaby.at

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