Città dei club, dei locali e dei bar, dei concerti ritagliati in ogni angolo del centro storico e della periferia: Bologna non è una piazza qualunque per un artista agli esordi. Lo sa bene Cosmo, all’anagrafe Marco Jacopo Bianchi, che ha fatto il primo passo nella città rossa sabato 17 dicembre, sul palco del Locomotiv Club, per organizzare l’ultima festa. E la città ha risposto all’invito con un sold out «contro ogni aspettativa» – come raccontato ai microfoni di Radio Città del Capo -, perché dopo quasi un anno di tour in giro per l’Italia, tra festival estivi e date invernali, con uno show ripensato per i locali al chiuso, il risultato non era affatto scontato. Eppure Cosmo non è esattamente un esordiente: ha iniziato come leader e fondatore dei Drink to Me ormai 14 anni fa, per poi pubblicare con la 42Records il primo album da solista nel 2013, Disordine. Il secondo album, L’ultima festa, è uscito sempre per la stessa etichetta indipendente nell’aprile di quest’anno: 8 tracce che uniscono l’elettronica sperimentale e il pop italiano nel sacro vincolo dell’originalità. Insomma: tra passaparola, fedelissimi e nuovi avventori, ieri sera il Locomotiv Club era Murato! di nome e di fatto.
Per scaldare l’atmosfera arriva in apertura il giovanissimo MAIOLE, con i pezzi del suo primo album pubblicato dal Collettivo bolognese HMCF, e il pubblico inizia a scatenarsi sotto cassa fin dalla prima nota.
Attorno alle 23, davanti a un blocco compatto di creature danzanti, si illumina «un lampo di luce che squarcia la notte, fuochi d’artificio»: Cosmo comincia a cantare Cazzate, uno dei brani de L’ultima festa, accompagnato da tastiera e batteria. Poi ritorna al primo album con Dedica, e ancora avanti con Regata 70, alternando fino alla fine della serata la selezione dei brani estratti da entrambi i dischi. Dalle prima note di Le voci in poi non ci si risparmia più nulla: clima da djset, luci strobo, passeggiate tra il pubblico tirando il collo al microfono a filo, balli sul palco e stage diving sul pubblico.
A ritmo serratissimo, il set procede con Dicembre, Esistere e un’intensa Impossibile: il concerto scivola via in una dimensione parallela. Non si percepisce il tempo che scorre, non si percepisce la forza di gravità, perché a tenerti in piedi è la forza della compressione (pestoni e lividi scambiati con il vicino sono gesti d’affetto), e nemmeno la temperatura: sottozero fuori, percepita tropicale dentro. L’apice si tocca proprio con il singolo che dà nome all’album e allo show, quando Cosmo invita il pubblico a salire sul palco. Per un’ora e mezza esistono solo decine e decine di corpi che si muovono al ritmo della stessa musica e cantano all’unisono parola per parola, del resto è L’ultima festa, vuoi non godertela?
Ma anche le feste più belle devono concludersi, «l’avete voluto voi il finale malinconico»: Le cose più rare chiude il concerto, un Cosmo incredulo si congeda dal Locomotiv Club e a noi resta l’ingrato compito di raccontare quanto è successo. E questa volta i panni del giornalista o del reporter ci stanno stretti: impossibile recensire, bisognerebbe trovare le parole giuste per trasportare, letteralmente, tutti i lettori nel mondo musicale e sensoriale di un’artista. L’ultima festa è un’esperienza. Se siete quelli che “la musica va ascoltata tassativamente ad alto volume”, se partecipare a un concerto significa anche gridare tutti i testi a memoria, se fermi proprio non ci riuscite a stare e volete chiudere ogni pensiero fuori dal locale, è arrivato il momento di cercare la data del tour più vicina.
Roberta Cristofori e Angela Caporale
@billybobatorton e @puntoevirgola_