La paura dell’Islam, tra pregiudizi e luoghi comuni
        , a cui abbiamo assistito sconcertati ma soprattutto turbati, ne sono la prova provata. Donne e bambini che alzano , impedendo ad altre donne ed altri bambini di porre fine alle loro . Donne che per tutelare il loro sacrosanto di diritto di dormire con la porta di aperta, chiudono invece gli occhi di fronte al dolore a all’angoscia di chi cerca solo un po’ di di questo piccolo comune sulle sponde del Po. A niente, anzi, serve sottolineare che molti di coloro che hanno alzato quelle, infami, barricate non erano “suoi” cittadini. Non serve a quelle , né tantomeno servirà a cancellare il rifiuto dalle menti di quei . Soprattutto, però, non servirà a salvare la faccia, sempre che questo fosse l’intento. Non c’è salvezza, infatti, per chi ignora il di un altro essere umano. Dov’è finita, viene da chiedersi, quella pietà figlia della nostra presunta . Smarrita, forse, tra paure ingiustificate ed un populismo che sa molto più di . Un dossier che, come ogni anno, cerca di fare chiarezza sul , smascherando luoghi comuni e palesando l’imprescindibilità di un sistema d’ reale. Una necessità, quest’ultima, di cui oggi più che mai si sente un gran bisogno. Alla realizzazione del volume hanno contribuito diverse soggetti, tutti accomunati dalla volontà di fare ordine nel marasma che avvolge queste tematiche. Confusione che, ahimè, palesa l’assenza di . Tra questi ce n’è uno, appunto, che più di ogni altro sembra caratterizzare i abbiamo religioni a sufficienza per farci odiare, ma non a sufficienza per farci amare l’un l’altro “. La citazione, ovviamente, esula dalla premessa, resta utile però per sottolineare una delle ragioni della a cui stiamo assistendo. Non potrebbe che essere così, data l’importanza che la che hanno scelto di attenersi ai precetti religiosi in tema di . Sempre più donne, infatti, subiscono aggressioni per il solo motivo di indossare un . Come se coprire i propri capelli bastasse a fare di te una terrorista. , travalicando confini e frontiere ed ha interessato paesi che mai avremmo immaginato. A gettare benzina sul fuoco, fa notare l’IDOS, è stata la decisione di vietare l’utilizzo del sulle spiagge d’oltralpe. Una scelta discutibile e dalla dubbia efficacia, nata da una strampalata idea di . Qualcosa di molto simile a quello che ha coinvolto una ragazza italiana di . La giovane, candidatasi per un posto da hostess, fu esclusa per via del velo che indossa abitualmente. A porre rimedio a questa, evidente, ci ha pensato la Corte d’Appello di Milano, affermando che sia in ambito pubblico che privato, il capo coperto non può rappresentare motivo di discriminazione per un lavoratore. “Non sono d’accordo con le tue idee ma lotterò fino alla morte affinché tu possa manifestarle” , diceva Voltaire. Mai aforismo fu più condivisibile. Chissà, come avrebbe reagito il filosofo francese nei confronti delle mosse contro l’allora Ministro Kyenge, invitato a fare ritorno nella “giungla”. O davanti a quel meschino . La solita vecchia storia, quindi. Quella che contrappone, senza soluzione di continuità, . Parole e gesti che feriscono come coltelli. Uno schiaffo a Voltaire e alla tanto demonizzati. Ignorando, però, che la partita dell’integrazione si gioca proprio lì. Dentro di essi e tra le che i Governi non sono in grado di offrire. Senza dimenticare, poi, che spesso è proprio qui che queste persone imparano la nostra in tal senso, non ha fatto altro che incoraggiare molti regioni d’Italia a mettere in discussione il diritto alla La stessa opinione pubblica che sembra pervasa da un’erronea percezione della realtà . Un’epica battaglia tra il bene e il male, tra noi e loro. Come se uccidere al grido “ ” di crociata memoria, ma non troppo. Riecheggiano ancora, le immagini delle stragi commesse dai vari gruppi che in giro per il mondo hanno macinato migliaia di vittime. C’è, però, un altro aspetto responsabile di aver favorito la distorsione della realtà. Si fa un gran parlare, infatti, di una quanto mai mendace invasioni mussulmana del Belpaese. Niente di più errato, se si considera che, sul totale degli immigrati sbarcati sulle italiche coste, solo il 32,2% e di . Una percentuale addirittura in calo del 9% rispetto allo scorso anno. Numeri, freddi certo. Che, se da un lato, ben spiegano l’ignoranza sul , ormai, rivesta un’importanza tale da poter essere assimilata a quella economica e sociale. La sua importanza sta tutta nel fatto d’incidere sia sul . Gli esiti sperati, per le ragioni sopra indicate, non sono stati raggiunti. Anzi, la possibilità di favorire il riconoscimento di un . Un’eventualità che potrebbe essere scongiurata solo coinvolgendo tutte le comunità di fede presenti sul territorio ed impegnandole in un concreto Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
