Elon Musk, il Tony Stark che vi manderà su Marte

Prendete una persona che da piccola costruiva piccoli razzi, un portafoglio di qualche miliardo di dollari, un paio di aziende tecnologiche, un inventore che lavora tra le 80-100 ore alla settimana e potreste avere la formula per iniziare a colonizzare lo spazio.

Confesso che quando giovedì scorso mi sono messo a seguire i piani futuri di SpaceX per raggiungere Marte, ho sentito la stessa curiosità verso lo spazio che avevo da bambino. Lo spazio come ignoto ma anche voglia di esplorare, un sentimento presente sin dalle origini del genere umano (guardate la serie tv Cosmos e vi farete un’idea sull’evoluzione del rapporto tra uomo e spazio). La stessa voglia di conoscere deve averla avuta Elon Musk da bambino, oggi fondatore e amministratore di SpaceX, o non si spiegherebbe il motivo di lanciarsi nel settore aerospaziale, da molti considerato troppo rischioso e poco profittevole. Ma Musk, sudafricano di origine e naturalizzato statunitense, si divertiva a lanciare razzi proprio come von Braun, brillante scienziato tedesco le cui imprese in campo missilistico hanno consentito al genere umano di muovere il primo passo sulla Luna. I due non condividono solo la passione per la missilistica, ma anche di vedere un giorno l’umanità colonizzare lo spazio.

Un tempo la corsa allo spazio era un’esclusiva degli stati e delle loro rispettive agenzie spaziali. Per anni i privati sono rimasti quindi tagliati fuori dalla partita. Solo nel 2004 gli Stati Uniti hanno “privatizzato” i viaggi spaziali. L’intuizione suggerisce che con la liberalizzazione del settore e attraverso la competizione privata, si dovrebbero ridurre i costi di viaggio e dare avvio a una nuova “età dell’oro” nell’esplorazione spaziale. La SpaceX di Elon Musk è solo una delle principali aziende aerospaziali, ma figurano anche: Blue Origin di Jeff Bezos (Amazon), United Launch Alliance, Orbital ATK, Sea Launch.

Non a tutti piace questa privatizzazione. Che una agenzia privata possa raggiungere per primo il pianeta rosso rende la comunità scientifica nervosa e può costituire un precedente pericoloso per la libertà e la condivisione dello spazio. L’astrofisico Neil deGrass Tyson è uno degli scettici riguardo a SpaceX e alle altre aziende private che operano nel settore spaziale. Secondo lui, dopo l’iniziale euforia, queste imprese capiranno che lo spazio non è profittevole e molto più pericoloso di quanto pensato, sopratutto se il viaggio è lungo come per andare su Marte. Bisogna però dire che da anni la NASA riceve sempre meno risorse e queste sono insufficienti a mandare l’uomo su Marte, ciò sembra rendere la strada privata l’unica via percorribile per un’efficiente colonizzazione dello spazio, almeno nel breve periodo. Dopotutto Musk sembra davvero mosso da intenti scientifici e di scoperta, dopotutto non sono molte le aziende che rendono liberamente accessibili i brevetti e le invenzioni che producono.

Ma come è nata SpaceX e perché tutta questa ammirazione? SpaceX è un azienda nata intorno al 2001, quando Musk è volato in Russia per comprare qualche ICBM da utilizzare come vettore per i suoi progetti spaziali (ICBM sono missili militari che portano testate nucleari, ma che possono essere adattati per portare nello spazio materiali e/o uomini), nonostante i razzi russi fossero i più economici sulla piazza, il proprietario di SpaceX  giudicandoli troppo costosi è tornato dal viaggio a mani vuote, ma il viaggio è stato comunque molto istruttivo e ha consentito a Musk di capire quale fosse il difetto sistemico nell’industria aerospaziale. Infatti, solitamente un razzo è “usa e getta”, una volta mandato il carico in orbita il razzo si stacca e rientra sulla terra bruciando in atmosfera (praticamente è come andare a lavoro ogni giorno con una macchina diversa), ma oggi esiste un’alternativa. Infatti, la rivoluzione di SpaceX e il motivo per cui se ne sente spesso parlare è grazie al lanciatore Falcon (in onore del Millennium Falcon) che usa un sistema di rientro “dolce”: con l’utilizzo di propulsori a contrastare il rientro in caduta libera, il razzo può ora essere riutilizzato quante volte si vuole senza perderlo nel rientro. È  un sistema in via di perfezionamento, ma i costi si sono radicalmente ridotti,  portare 1 kg di carico nello spazio con lo Space Shuttle costava 18.000 dollari, oggi con il Falcon 9 della SpaceX solo 2700.

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Torniamo a Elon Musk. Il creatore di SpaceX compare puntualmente da qualche anno nella lista delle persone più influenti della Terra, le sue aziende sono una continua fonte di curiosità per i progetti, ma rimangono spesso legate alla sua immagine. Musk ricorda il supereroe Marvel Tony Stark (alias Iron Man), dopotutto sono tante le cose in comune e non si limitano a un cameo di Musk nel film Iron Man 2 (vi sfido a trovarlo). I due condividono l’età, la brillante carriera universitaria e imprenditoriale, entrambi geni e inventori, tutti e due con un esoscheletro metallico (va bene, PER ORA Musk non ne ha creato uno, ma l’ha solo proposta), e qualche dramma familiare a condire il tutto. Ma su una cosa discordano: nei film Tony Stark è un animale da palcoscenico, mentre il signor Musk quando è intervistato o si trova in una platea numerosa sembra somigliare più a Mark Zuckerberg e non sembra essere proprio a suo agio. Ma questo non lo ha limitato negli affari, in passato ha posseduto parte di Paypal e oggi oltre a SpaceX gestisce Tesla Motors e SolarCity con un portafoglio personale di 12 miliardi di dollari.

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Come ogni personaggio di tendenza che si rispetti, anche Elon Musk non è senza controversie. Alcuni potranno criticarlo perché si descrive come fiero nazionalista e assume pochi stranieri nelle sue aziende (anche se menti brillanti), o che richieda ai propri dipendenti di lavorare a ritmi molto alti, o che finanzi sia repubblicani che democratici per raggiungere i propri fini (dopotutto se non ti concedi un po’ di lobbying a Washington rimani fuori dal giro). Per questo non amo dire che qualcuno possa essere preso come un esempio. Ma per alcuni aspetti Elon Musk può essere sicuramente una fonte di ispirazione. L’infanzia passata in Sudafrica (non il migliore dei posti per crescere un bambino tra gli anni 70 e 80), bullizzato da bambino, genitori divorziati; ma tutto questo non lo ha limitato dall’inseguire i suoi sogni, anche quando nel 2008 SpaceX ha rischiato di chiudere per bancarotta (fare lobbying serve anche a questo). Un futuro in cui i viaggi spaziali saranno meno costosi, si traduce sicuramente in un futuro brillante le cui ricadute tecnologiche potrebbero essere infinite e accessibili a tutti. Se i nostri nonni hanno visto lo sbarco dell’uomo sulla Luna; noi potremmo essere testimoni, se non i protagonisti, dei primi viaggi sulla terra rossa di Marte (anche se sopravvivere non è assicurato). Dopotutto, il 2025 non è così lontano, vedremo se Elon Musk ci avrà preso, magari se salite a bordo potreste essere compagni di viaggio di Leonardo DiCaprio (anzi no!).

Riccardo Casarini

3 pensieri su “Elon Musk, il Tony Stark che vi manderà su Marte

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