Genio e sregolatezza. Una dicitura abusata quando ad estro e talento sul campo da gioco, certi sportivi abbinano comportamenti al di sopra delle righe (o della legge). Questi atleti diventano protagonisti delle pagine di cronaca, nera o rosa che sia, e non solo di quelle sportive; beniamini o bersaglio d’odio dei tifosi, rompicapo per gli allenatori, pane quotidiano di commentatori e giornalisti. Tra tanti simili personaggi che affollano il Villaggio Olimpico di Rio, c’è Monsieur Magique, all’anagrafe Earvin N’Gapeth, pallavolista francese tra i migliori al mondo e punta di diamante di una nazionale che mai come in questa edizione dei Giochi può ambire a un risultato di prestigio. Nell’ultimo anno, pochi hanno vinto quanto lui: Europei e World League con la selezione transalpina; Campionato Italiano, Coppa Italia e Supercoppa con Modena Volley.
Ma, come avrete intuito, qui non si parlerà (soltanto) di trionfi sportivi.
Per disegnare al meglio il profilo di Earvin N’Gapeth, ho consultato l’amico e giornalista Francesco Cottafava, che per la Gazzetta di Modena segue da vicino le sorti di Modena Volley, dove il francese milita dal 2014.
N’Gapeth, classe 1991, proviene da una famiglia di pallavolisti: il padre Eric ha trascorsi da centrale ed un presente da allenatore, il fratello Swan giocherà con Earvin a Modena. A vent’anni Monsieur Magique approda a Cuneo, in A1, dove resta per due stagioni. L’impatto con il campionato italiano è ottimo: gli addetti ai lavori pronosticano per lui un futuro brillante e le sirene dei ricchi club russi cominciano a farsi sentire. E così, nell’estate 2013, N’Gapeth atterra a Kemerovo, in Siberia, al Volejbol’nyj Klub Kuzbass. Sulla cui panchina siede papa Eric, che avvallerà la decisione della società di cacciare il figlio dopo pochi mesi, esasperato da un comportamento fuori dal campo decisamente poco professionale. Naturalmente, la versione di Earvin è discordante: sarebbe stato lui stesso ad andarsene, all’ennesimo rifiuto opposto dalla società alla richiesta di raggiungere la compagna incinta rimasta in Francia. Non era peraltro la prima volta che N’Gapeth veniva allontanato da una squadra: nel 2010 infatti era stato escluso dalla selezione giovanile francese dopo aver insultato l’allenatore, Philippe Blain.
Quella 2013/2014 per Modena, piazza storica della pallavolo italiana, da troppo tempo lontana dai fasti che furono, è una stagione di rifondazione. Dopo aver assunto le redini della dirigenza, la vulcanica presidentessa Pedrini rivoluziona l’organico a stagione in corso e acquista il brasiliano Bruno, considerato il miglior palleggiatore del mondo, e – pare su indicazione dello stesso – Earvin N’Gapeth.

Quando si presenta nello storico Palapanini, il talento francese è inattivo da un mese e sovrappeso, ma sembra aver compreso – spronato dall’allenatore Lorenzetti, con il quale coltiverà un rapporto molto stretto, e dalla stima che ripone nei suoi confronti uno dei giocatori più forti del mondo – che davanti a sé ha l’ultima chance per concretizzare le tante aspettative riposte in lui. Ma la stagione di Modena si risolleva solo in parte: i canarini vengono perentoriamente sconfitti in semifinale playoff da Macerata, che si aggiudica lo scudetto 2014. Dopo l’eliminazione la presidentessa Pedrini conferma Bruno e N’Gapeth e rilancia con una campagna acquisti di prim’ordine. Così allestita, Modena non ha alternative: deve vincere. Questa responsabilità non pesa sulle spalle del talento francese, che per rendimento e temperamento diviene leader della squadra e la conduce al primo trofeo nazionale dopo tredici anni. L’11 gennaio 2015, al PalaDozza di Bologna, Modena solleva la Coppa Italia ai danni di Trento e Earvin è insignito del titolo di MVP. Pochi mesi più tardi, tuttavia, è la stessa Trento a sbarrare la strada verso lo scudetto a N’Gapeth e compagni, al termine di una serie di finale playoff contestata.
Ma è dall’estate 2015 che inizia lo strano anno di Monsieur Magique. L’anno in cui si esplica tutto il suo genio. Ma anche l’anno della sregolatezza, quando le sue intemperanze fuori dal campo, fino a quel momento controllate entro limiti di guardia, assumono le tinte fosche della cronaca.
Il racconto di quest’anno inizia al Maracanazinho di Rio de Janeiro: il 19 luglio 2015 la Francia vince la sua prima World League – tradizionale competizione annuale per nazionali. In finale la selezione transalpina si impone con un perentorio 3-0 sulla Serbia, ed è proprio Earvin N’Gapeth, votato miglior giocatore del torneo, a consegnare al proprio Paese il primo trofeo internazionale della sua storia pallavolistica.

Due giorni dopo ritroviamo Monsieur Magique, appena rientrato dal Brasile, alla stazione ferroviaria di Montparnasse a Parigi. Insieme ad altri deve prendere il TGV per Bordeaux, ma un compagno di viaggio è in ritardo, così N’Gapeth tenta di rallentare la partenza del treno. Al richiamo del controllore che lo invitava a salire, scatta un alterco (in cui pare il pallavolista abbia violentemente esibito la copertina de l’Equipe che lo ritraeva), fino a ché – secondo l’accusa – Earvin colpisce l’agente SNCF provocandogli una ferita all’arcata sopraccigliare. Interrogato, l’interessato si giustifica sostenendo che il ferito gli avrebbe rivolto insulti a sfondo razzista, ai quali avrebbe reagito con un semplice spintone. Il caso andrà a processo e il 4 aprile la Giustizia francese lo condannerà a 3 mesi di reclusione con la condizionale e 3000 euro di multa. Un sospiro di sollievo per l’atleta, che aveva già usufruito della condizionale nel 2003 dopo una rissa in un nightclub di Montpellier.
Messa momentaneamente alle spalle la violenta lite di Montparnasse, in ottobre Monsieur Magique trova il tempo di condurre la propria nazionale a vincere gli Europei. La finale contro la Slovenia viene chiusa proprio da Earvin, poi eletto miglior schiacciatore del torneo, con un colpo eccezionale, tecnicamente definito bilanciere, ma di fatto brevettato “alla N’Gapeth”.
La stagione di club con Modena riprende con la vittoria della Supercoppa, ma i guai extrasportivi non sono finiti. Giovedì 5 novembre, alle ore 18.30, la squadra della presidentessa Pedrini fa il suo ritorno in Champions League, vincendo per 3 a 0 a Lubiana, in Slovenia. Nei giorni successivi tuttavia i quotidiani locali non dedicano molto spazio al successo dei gialloblu: tiene banco il caso di un’auto pirata che, proprio nella notte tra il 5 e il 6 novembre, avrebbe investito tre persone nei pressi di un noto locale notturno senza poi prestare soccorso. Le indagini iniziano subito, alla ricerca di una Volkswagen nera, mentre uno dei colpiti è ricoverato in terapia intensiva e quotidiani e social si scatenano contro l’ennesimo pirata della strada. Nel frattempo, l’8 novembre, N’Gapeth non figura nel sestetto che travolge Milano, ma i motivi di tale assenza rimangono sconosciuti.
L’indomani, accompagnato dal direttore generale Andrea Sartoretti, Earvin N’Gapeth si presenta in Procura a Modena: alla guida dell’auto pirata c’era lui, che, rientrato dalla partita di Coppa, aveva deciso di trascorrere le ultime ore della notte nella discoteca all’uscita della quale era avvenuto l’incidente.
La città è attonita: colui che si era macchiato di omissione di soccorso non soltanto è un modenese, ma il beniamino acclamato dagli spalti gremiti del Palapanini. Che fare?Segue comunicato della società: “Alla luce dei fatti che hanno coinvolto Earvin N’Gapeth, […] la società stessa vuole in primo luogo esprimere il proprio sostegno alle persone coinvolte nell’incidente e alle loro famiglie. Il fatto poi che Earvin N’Gapeth si sia assunto le proprie responsabilità è un elemento che riteniamo fondamentale per la nostra Società, perché è coerente con i valori che sono alla base della squadra e dello sport. Proprio per questo Modena Volley ha ritenuto giusto sospendere temporaneamente il giocatore dall’attività agonistica”.
Una nota, a dir la verità, dalla quale si omette di dire che l’assunzione di responsabilità sia giunta vari giorni dopo l’incidente, che le scuse siano state prestate soltanto a mezzo stampa, che, infine, già a Cuneo lo schiacciatore era stato sorpreso alla guida senza patente.
La sospensione del giocatore però non regge oltre i dieci giorni: il 19 novembre, in occasione dello scontro di Champions League casalingo contro Danzica, lo speaker annuncia il nome di N’Gapeth ed il pubblico, inizialmente imbarazzato, torna ad innalzare cori per il proprio idolo. Earvin, intervistato, si sfoga così: “la pallavolo è la mia vita e stare lontano dal campo per tre partite è stato davvero difficile. […] Devo ringraziare la società, lo staff e tutti i compagni per essermi stati tutti molto vicini in questo momento, sono stati molto importanti”. Notevole anche la precisazione della presidentessa Pedrini: “Voglio precisare che l’esclusione di Earvin non è stato un provvedimento punitivo, ma è stata come una sorta di “camera iperbarica” in cui rimanere un po’ distaccato e cercare di ritrovare la giusta direzione”. Secondo i retroscena, a favorire il reintegro in rosa del giocatore sarebbe stata una riunione a porte chiuse tra squadra e staff, con i compagni che si sarebbero schierati compatti a sostegno del proprio leader.

Per aggiungere un’ennesima tessera al complesso mosaico di Earvin N’Gapeth, non possiamo esimerci dal citare le sue ambizioni da rapper. Sotto lo pseudonimo di Klima, infatti, tra dicembre 2015 e gennaio 2016 escono due brani, “A.I.” e “Ma vie n’a aucun prix”. Proprio in quest’ultima, dagli evidenti accenni biografici, Monsieur Magique accenna vagamente ai propri errori del passato, grazie ai quali sarebbe cresciuto, propone altrettanto vaghe scuse (“Désolé si je t’ai fait du mal, qui que tu sois”) e avverte: “Je suis un sportif, mais je suis qu’un homme. Que personne n’oublie ça”.
Uno sportivo, ma comunque un uomo: che nessuno lo dimentichi.
La stagione di Earvin N’Gapeth riprende, dunque, nonostante le pesanti vicende extrasportive. Con Modena, il francese bissa il successo in Coppa Italia ed infine guida i gialloblu al tanto agognato scudetto, che al pubblico del Palapanini mancava addirittura dal 2002.
E a Modena il francese resterà per altri due anni, dopo aver rinnovato il contratto a cifre più basse di quanto offertogli dall’estero, in segno di riconoscenza verso una società ed una città che lo hanno accolto e benvoluto.
Ed ora, a dodici mesi di distanza dalla scorsa estate, lo strano anno di Monsieur Magique potrebbe concludersi laddove era iniziato: al Maracanazinho di Rio de Janeiro, magari con una medaglia olimpica al collo – nonostante l’esordio con sconfitta contro l’Italia e l’immancabile polemica social tra N’Gapeth e l’omologo azzurro Ivan Zaytsev.
Comunque vada ai Giochi, il genio pallavolistico di questo atleta appare indiscutibile. Quanto alla sregolatezza, ci limitiamo a consegnare al lettore la complessità di un uomo di tali trascorsi fuori dal campo, ma al contempo descritto come disponibile e brillante da quanti hanno avuto a che fare con lui, amato da compagni e tifosi, dotato di un’innata capacità di leadership. Resta da capire se l’amore ed il seguito di cui N’Gapeth gode siano sinceri o inestricabilmente legati alla sua capacità di vincere partite. In quel caso, quanta sregolatezza siamo disposti ad accettare, per godere di un simile genio?
Andrea Zoboli