Ormai manca solo un atto, e poi anche questo Europeo andrà in soffitta, in naftalina, chiuso in uno scatolone che tanto “massì, ci sarà utile, portiamocelo” e poi rimane chiuso nello scotch per anni. Dati, statistiche, tattiche, pensieri, movimenti rimarranno calcificati in internet, con qualche curioso ogni tanto a soffiargli sopra per togliere la patina di polvere e a scorrerli. Ma in realtà qualcosa dentro di noi resterà, a farci sorridere, a farci riflettere, a farci piangere di gioia o di tristezza. Qui, con l’ultimo EuroCorner almeno per quattro anni, vediamo che cosa ci rimarrà di questo Europeo.
L’INVERNO E’ ARRIVATO. L’ISLANDA
p.s. Ricordo che un tempo avreste sentito questa cosa, guardando un esercito di vichinghi non proprio ben disposti che battevano spade e asce sugli scudi.

PIU’ FACILE DIFENDERE CHE ATTACCARE
Il solito tormentone. E’ più facile distruggere che creare. E i numeri sembrano dare ragione a questo adagio. Pochi gol, tante partite bloccate, soprattutto nei gironi, la gran parte delle partite decise da un gol di scarto. Ma è vero? E’ realmente così? No. Non è più facile, è semplicemente riuscito meglio. Per creare una difesa solida è fondamentale studiare gli avversari, esattamente come l’attacco. Ma se l’attacco spesso dipende da colpi di genio, la difesa è una manovra più corale, più di squadra, fatta di memoria muscolare. Gli attaccanti rimangono schiacciati in difese ipertrofiche ed iperfisiche, rendendoli di fatto ininfluenti. In più la qualità individuale dei difensori è andata sempre più alzando l’asticella, rendendo più difficile per gli attaccanti superare gli avversari in velocità, o con dribbling, o anche fisicamente. In più il suo contributo lo ha dato anche avere più squadre “deboli”, che hanno fatto della difesa ad oltranza la loro caratteristica, appunto per ovviare a carenze tecniche dei singoli. E questa cosa ha creato un campionato europeo sostanzialmente uniforme, e per alcuni, piatto, anche se ricco di sorprese.
CR7 MEGLIO DI MESSI?
Stanotte ho fatto un sogno molto strano. L’Argentina si giocava la finale dell’Europeo, a cui era stata per qualche misterioso motivo invitata, non ricordo se contro il Portogallo o la Francia. L’albiceleste stava vincendo per due a uno, quando tipo al 90′ facevano entrare Maradona (il Maradona di ora eh) per metterlo in porta, tipo per fare partecipare anche lui al successo. Ecco, neanche 60” dopo subiva gol. Nonostante fosse un sogno, il mio cervello era conscio di cosa era successo nell’ultima Copa e Messi non c’era. Nè in campo né in panchina. Ecco perchè c’era Maradona, serviva un leader, un capo, cosa che la pulce non è mai stato. Al contrario di Cristiano Ronaldo. Ribadisco, sto scrivendo questo articolo quando mancano ancora 48 ore alla finale, quindi non so se CR7 farà tripletta e porterà la coppa in Lusitania oppure deluderà le attese, con una partita nervosa e sottotono. Ma quello che fin qui ha fatto Ronaldo è già sufficiente. Ha portato sulle spalle il peso nervoso di una nazionale eterna incompiuta, mix tra vecchie glorie e giovani talenti, in cui lui in realtà è uno dei pochi della sua generazione ad essere lì. E’ in più è Cristiano Ronaldo, il Ronaldo degli anni ’10, tre palloni d’Oro. E lui ha fatto quello che doveva, ha lasciato spazio ad altri quando serviva e ha deciso partite in altre. Non si è buttato giù in tutti questi anni, quando il Portogallo c’era sempre e non vinceva mai. Non ha lasciato la Nazionale, ha sempre capito che il suo ruolo era quello di guidare i compagni, non di sfruttarli per segnare. Io preferirei uscire a bere una birra con lui, piuttosto che con Messi. E secondo me è pure un calciatore migliore.
LE GRANDI DELUSIONI TATTICHE: INGHILTERRA E SPAGNA
Inghilterra e Spagna sono agli antipodi, probabilmente, del calcio. Una si considera la patria del calcio, per lungo tempo isolazionista perchè “tanto siamo i più forti”, che ancora si vanta del Mondiale 1966, vinto con sospette decisioni arbitrali. L’altra è stata per tutta la sua storia l’eterna incompiuta, per poi diventare in otto anni il fulcro del calcio, con Europeo – Mondiale – Europeo. E poi? E poi entrambe sono crollate sotto il peso delle loro stesse aspettative. Gli inglesi dovevano risollevarsi dal disastroso mondiale del 2014, dopo essere usciti ai gironi con un punto, guadagnato contro Costa Rica, e due sconfitte, con l’Italia e l’Uruguay. E per risollevarsi la federazione ha scelto di tenere lo stesso allenatore, Roy Hodgson, che nella più totale anarchia ha deciso che Harry Kane era il giocatore più talentuoso della sua rosa e che sarebbe stato perfetto far battere a lui i rigori. Risultato? Nessun gol per il capocannoniere di Premier, ed uno a testa per Vardy, Sturridge e Rooney. Vittoria di misura con il Galles, in cui i giocatori militano in Championship o addirittura in League One, mentre tutti gli inglesi stanno nel massimo campionato, pari con la Russia già citata e contro la Slovacchia. La Spagna invece era partita a mille, ma le prime squadre con tasso tecnico simile l’hanno sconfitta. Perchè? Impossibilità di cambiare. C’è un piano A, e se non funziona si riprova con il Piano A finchè non funziona. E se questo non avviene nei 90′, si perde.
IL BELGIO QUANDO CRESCERA’
Il Belgio è ricco di campioni. E’ vero, è indiscutibile. Lukaku, De Bruyne, Hazard, Mertens, Witsel, Fellaini, Nainggolan, Origi ecc ecc ecc. Il grossissimo problema del Belgio è l’incapacità, o la mancata abitudine, di giocare a grandi livelli, come squadra. Sono fondamentalmente due anni che i belgi sembrano dover spiccare il volo, ma ancora non ci sono riusciti, se escludiamo l’effimero primo posto nel ranking FIFA. E questo è perchè non sono mai stati una squadra. Sono più giocatori individualisti, non nel senso che cercano di dribblare tutta la squadra avversaria, ma nel senso che quando gli altri recuperano palla e vanno all’attacco, il reparto offensivo belga si siede e guarda, e viceversa, la difesa non sale e sta lì, galleggia. In più non sono aiutati dall’avere un allenatore come Wilmots, che deve essere un estimatore della scuola “Sono forti, andranno in campo sapendo già cosa fare”. E infatti si è visto, contro squadre organizzate di un certo livello hanno preso solo batoste. Esempio: ti verrà in mente di mettere Lukaku, un bestione, a uomo su Bonucci in non possesso, in modo da impedirgli il lancio lungo? No, gli esterni vanno sui difensori di fascia e l’attaccante sta a guardare il Leonardo nazionale che lancia decine e decine di volte per le punte, trovandole puntualmente. Il Belgio crescerà quando l’intero movimento (calciatori, tecnici, staff, federazione) crescerà mentalmente.
LE PROSPETTIVE DELLA RUSSIA
Due anni. E’ il tempo che, chiunque sarà il ct della prossima Unione Sov… ehm, scusate, Russia, avrà per rifondare la squadra e partecipare al Mondiale casalingo. In cui non sarà accettata l’uscita ai gironi come seconda peggior squadra assoluta, come successo a questo Europeo. Davanti alla sola Ucraina, fuori con zero punti e zero gol. Con i gerarchi della federcalcio che firmano contratti tra le rovine fumanti delle loro precedenti gestioni, vedi il contratto di Capello che ha lasciato il sistema a secco. Tanto che Slutsky, l’allenatore dimissionario, si divideva tra nazionale e CSKA per mantenere lo stipendio (cosa che peraltro ha portato alla convocazione di molti dei suoi, di pochi delle altre squadre russe e di nessuno del Rostov, arrivato sorprendentemente al secondo posto, proprio dietro i rossoblu”. Chiunque sarà il nuovo allenatore avrà sì alcuni buoni giocatori da cui partire, ma tutti abbastanza attempati, mentre i giovani sono sempre stati schiacciati dalla capacità (soprattutto economica) di attirare stranieri nel rigido clima russo. Con l’obbligo di, se non vincere il Mondiale, almeno raggiungere i quarti.
E NOI?
Per l’esperienza dell’Italia a questo europeo, ci vorrà un articolo a parte, che troverete sempre su queste frequenze sabato prossimo. Sì, vi avevo mentito all’inizio, questo non è l’ultimo EuroCorner. E’ il penultimo. Intanto godetevi la finale.
Marco Pasquariello