Come di pioggia: io e Gianmaria Testa

Come di pioggia: io e Gianmaria Testa

che mi accompagna. Non è il mio album preferito di Gianmaria Testa, ma non lo ascolto da un po’ e dato il mio stato attuale di viaggiatore mi sembra la scelta migliore. C’era quella speranza, che provavo guardando gli occhi di Gianmaria sullo schermo del pc nelle sue foto, che ha continuato ad esserci fino a stamattina, quando ho letto che Gianmaria non c’è più. Era un uomo tranquillo, eppure così impetuoso, come le sue canzoni, dolce come i suoi occhi gentili e il suo sorriso sereno sotto i baffoni. Più o meno un anno fa, quando ha raccontato di avere un tumore e, per questo, di dover annullare tutti i concerti, quella speranza ha cominciato a illuminarsi. Ho conosciuto la musica di Gianmaria Testa diversi anni fa, quando mio zio mi ha prestato il cd di , il suo secondo album, che in Francia all’epoca dell’uscita (il 1996) aveva fatto un successone. Curiosamente, l’ho tenuto lì un po’ prima di ascoltarlo con attenzione, ma quando l’ho fatto mi ha abbracciato il cuore come pochissimi altri hanno saputo fare. La poesia di Gianmaria Testa, insieme a quella di Francesco Di Giacomo e Davide Van De Sfroos, è stata tra le mie ispirazioni per le storielle pubblicate su , e la semplicità della sua musica, gli arrangiamenti scarni e taglienti, le parole delicate e sussurrate, nel suono e nel lessico, sono opere di un cantautore umanissimo, che di fronte alla frenesia di questi anni ha deciso di racchiudere nell’essenzialità il suo spirito ramingo. Prima di fare davvero il cantautore Gianmaria Testa faceva il capostazione a Cuneo, e ha continuato a farlo per alcuni anni dopo l’inizio della sua carriera musicale. Era molto amico di Paolo Rossi e Erri De Luca, con cui ha condiviso le scene e la scrittura; con Giuseppe Battiston ha portato in scena Raccontare davvero la musica di Gianmaria è molto difficile: si potrebbero fare paragoni con altri grandi dai quali è stato sicuramente ispirato (o ai quali assomiglia, forse), ma non gli renderebbe giustizia. La sua unicità sta proprio nell’essere come di pioggia, nel cadere leggermente sull’anima di chi ascolta per poi asciugarsi lentamente al sole. La speranza illuminata degli ultimi mesi ha iniziato a spegnersi ieri, quando Gianmaria ha condiviso sulla del 2003) “Nient’Altro che Fiori”, che ho letto come ultimo saluto, anche se non potevo sapere che lo era davvero. (questi ultimi due tra i miei album preferiti in assoluto), c’è, tra gli altri, lo splendido , che contiene arrangiamenti per voce, due chitarre (la seconda è del poeta e amico di Gianmaria Pier Mario Giovannone) e un’occasionale melodica di brani dei primi tre album. La mia canzone preferita di Gianmaria Testa si intitola “Come di Pioggia” (ed è su [La scelta di non usare grassetti in questo articolo è un omaggio a Gianmaria e alla sua musica, sussurrata e lieve.] Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)