Per una domenica mattina di sole

Sarà la diversa concentrazione del traffico o i ritmi circadiani che non si sentono più a loro agio, ma le domeniche mattina hanno sempre avuto qualcosa di diverso. Oggi, come se non bastasse, è l’equinozio di primavera: ci vuole davvero una brevissima playlist per celebrare la nuova stagione, che va bene per qualsiasi luogo e attività, pure se giocate a Kubb, come quelle felicissime famiglie di Göteborg che ho fotografato un paio di anni fa.

1 – Ce Matin La – AIR

Amore, immaginazione, sogno: questo l’acronimo del duo francese che ormai da vent’anni abita i nostri momenti intimi. Nel loro debutto di fama mondiale, Moon Safari, uno dei pezzi più evocativi – e vi assicuro che la concorrenza all’interno della tracklist è spietata – è questo strumentale malinconico nel senso più splendente del termine. Gli AIR sostengono di essersi ispirati alle vecchie sigle dei Barbapapa in tivù, io mi limito a osservare che c’è un sapore d’antan per epoche mai vissute, senza che il brano suoni antiquato neppure per un attimo. Gli AIR suoneranno a maggio 2016 vicino a Parma e a Roma.

2 – Helicon 1 – Mogwai

Questo brano è tratto dalla primissima raccolta di singoli del gruppo scozzese, Ten Rapid, datata 1996: l’anno scorso hanno deciso di far uscire un video, molto evocativo anch’esso, un attimino in ritardo per rilanciare, secondo logiche oscure, un pezzaccio dal loro passato. Beh, che dire, è come se fossero passati venti giorni e non vent’anni.

3 – Cemetry Gates – The Smiths

Preso da un altro album capolavoro, The Queen is dead, questo pezzo degli Smiths è inserito nella playlist soprattutto per via delle liriche. La gag è la seguente: accusati, con giusto due o tre indizi a sfavore, di essere una band di depressi per depressi, la scena tratteggiata da Morrissey lo vede disputare di poesia con un tronfio Solone all’interno di un cimitero, nonostante si tratti di una bellissima giornata di sole. Per il resto della storia, nel video c’è il testo in sovraimpressione, perciò consiglio di non perderlo, contiene perle d’eleganza passivo-aggressiva non indifferenti.

4 – Pacific Theme – Broken Social Scene

Sarà che sono un uomo di gusti raffinati, ma non posso che consigliare quest’album come perfetto dalla prima all’ultima canzone. I canadesi Broken Social Scene uniscono tante suggestioni soleggiate alla magnifica assenza di parole (solo occasionale, nella produzione della band), per un quadro che, non so come, riesce a unire un parco cittadino a una passeggiata fluviale al mare in aprile.

5 – Love Dubrovnik – After Crash

Mi vanto di seguire il duo bolognese trapiantato a Londra dal primissimo EP in busta, che tra un paio d’anni ne compirà dieci: questo pezzo, dall’incedere maestoso e allo stesso tempo garbatissimo è uno dei miei preferiti. Da pochissimo sono usciti con la loro terza produzione, #Lostmemories (streaming), proiettati verso un avvenire luminoso e suoneranno a Bologna il prossimo fine settimana. Dal secondo album, questo brano è più acustico e meno elettronico dell’ultimo, che offre tante possibile di ballare. Sempre immersi in un sogno, chiaramente.

6 – Nuvolari – Lucio Dalla

Uno dei piaceri della domenica è sfrecciare, che sia con bici, motociclette o automobili, sentendo l’aria ancora fresca in mezzo a parchi, ciclabili, strade provinciali senza autovelox. Il prog allegrone e lo scat ignorante di Dalla, uniti al name dropping archeologico dei piloti anni ’50, trasmettono una gioia di vivere spensierata condita da quella capacità kafkiana tipica di Dalla di creare mondi tutti particolari all’interno del nostro (“Nuvolari rinasce / come rinasce il ramarro”, mica come la fenice, figurarsi) cantando di personaggi belli stranetti (“Nuvolari è basso di statura / è al di sotto del normale”) con lo sguardo stupito e immaginifico di uno scrittore per bambini, tipo Rodari o l’Altan della Pimpa (“Corre se piove, corre dentro al sole / tre più tre per lui fa sempre sette / Con l’Alfa rossa fa quello che vuole /dentro al fuoco di cento saette”) . Il piano elettrico è suonato da Rosalino Cellammare aka Ron.

7 – Bonus – Un giorno di sole – ARTISTA MISTERIOSO

Fregandomene del SEO e del Google ranking di TBU, preferisco omettere il nome dell’artista misterioso, per evitare di spaventare i più prevenuti. Ora che avete cliccato, posso giustificarmi: quell’album, del 1999, contiene dei pezzi francamente niente male, con spunti che nulla hanno a che fare con la svolta Coldplay dei poveri dell’ultimo decennio. Certo, non è underground o qualcosa da ascoltare orgogliosamente, ma la sensazione che sto cercando di trasmettere con questa playlist è molto ben esemplificata da questo testo, surrealista come diversi altri dello stesso album. Insomma, è domenica, c’è il sole, siamo tutti rilassati: diamogli una chance anche a lui!

@disorderlinesss

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