Con i tuoi ad-blockers stai rovinando tutto ciò che ami

Con i tuoi ad-blockers stai rovinando tutto ciò che ami

si cita molto bene, come mi accade di continuo, un fatto che avevo maldestramente nella testa da mesi: inteso come modello di business con tutto ciò che ne consegue, , vale a dire quei programmini che ti fanno saltare la pubblicità prima dei video di Youtube. Non vorrei sporcarmi le mani con paragoni storici ad alto rischio di inaccuratezza, ma probabilmente Internet e il web sono i ritrovati tecnologici nella storia (almeno recente) dell’uomo con il più devastante potenziale d’azione. Voglio dire che dando in mano a un bonobo una vanga, se va male te la sbatte sul naso o, nella migliore delle ipotesi, ti scrive la sceneggiatura della seconda stagione di , ma se gli dai in mano un bazooka potrebbe affondare il Lusitania e dare inizio alla Prima guerra mondiale. Una grande domanda alla quale ho una risposta tendenzialmente pessimista è sicuramente: l’umanità degli ultimi 15 anni, ce l’ha il pollice opponibile per capire almeno come maneggiare il bazooka che si compone di Internet e web? Noi qui non la affronteremo, ma un indizio che porta acqua alla causa del “NO” è il fatto che non si preoccupa troppo delle conseguenze che i propri comportamenti abituali su Internet possono avere su larga scala o a lungo termine. (TBH: è qualcosa che gli esseri umani in generale fanno poco, altrimenti non utilizzeremmo così tanto le automobili in città, non daremmo il diritto di voto prima di un opportuno test del QI e non avremmo lasciato che la NBA lanciasse quelle orribili divise a mezza manica). abbiamo scaricato un film da Internet, abbiamo guardato una serie Tv in . Chiunque possa scagliare la prima pietra in questo frangente è evidentemente un bonobo o il è molto breve: non mi è mai passato per la testa di scaricarne uno. Perché? Fondamentalmente, perché gli li vedi come dei vampiri succhiasangue pronti a rallentare la navigazione. molte cose gratuite di cui usufruiamo (in milioni) sul web, sono tali proprio perché esiste la pubblicità. Ricordatevi che finché siamo nel capitalismo, nessuno è mai obbligato a darvi qualcosa gratis e se lo fa, è perché ne trae un guadagno indiretto, non necessariamente in moneta peraltro. Giustamente, coltivando un ribellismo pieno di #poraccismo, potreste giustamente dire: ma chissenefrega, i Muse non moriranno di fame se non gli arrivano i miei 20€ del cd / la Warner Bros. non andrà in rovina se mi guardo l’ultimo Avengers in streaming / PornHub non finirà a gestire un giro di casalinghe insoddisfatte nella zona industriale della mia città perché blocco i Ma a ben vedere non siamo poi così lontani: band e management musicali, anche di altissimo rango, se le stanno inventando veramente tutte per supplire al fatto che non si vendono più supporti fisici (regalare l’album in digitale per puntare tutto sulle presenze ai live; fare il tour sulla base dei biglietti pre-venduti; a pagamento come Spotify, Tidal e compagnia bella; potrei continuare). Nel caso dell’industria musicale, va aggiunto il problema del fatto che i cosiddetti produttori, non mettono più una lira in anticipo per i propri artisti da molti anni. , gli appelli degli attori a non scaricare o streammare i film si sprecano (più controversa la scena musicale, su questo punto), ma – a quanto mi dicono , anche se in uno dei suoi tipici “essere così indietro da risultare avanti”, la RAI sta pensando di mettere il canone dentro la bolletta della luce, in modo da far pagare gli , coi finti link, quella che conosciamo bene da tanti anni, è sicuramente il mezzo più trasversale rispetto al sito che la ospita. Perciò, tocca anche chi non ascolta musica, non guarda film, non guarda porno. Anche questi mitologici personaggi però, probabilmente, (Repubblica, Corriere, VICE e compagnia). Perciò devono rendersi conto che la possibilità di usufruire di notizie, approfondimenti, immagini, video gratis e in tempo reale deriva o dal fatto che comprano anche il quotidiano di carta in edicola (non per VICE, che è free press) o dall’evidenza ben nota che questi siti sono infarciti di pubblicità. Uno dei motivi per cui non ho mai voluto rinunciare consapevolmente alla pubblicità sui siti, è che – incredibilmente – su Youtube, con una frequenza devo dire interessante, ho trovato degli spot interessanti e che ho addirittura visto per intero , perdendo vari minuti della mia vita. Questa, a parte una perversione tutta mia, potrebbe essere la prova che i maledetti funzionano alla grande, quando selezionano la pubblicità giusta per me – anche se Facebook in questo mi capisce molto meno, stranamente. , un bel giorno potrebbe saltare fuori che ti ricatta minacciando di far sapere a tutti che la tua porno preferita negli ultimi tre anni era “hairy asian tranny”, dall’altro lato il problema è che se noi togliamo sistematicamente la possibilità agli inserzionisti di vedere remunerato il proprio investimento , smetteranno di pagare e se smettono di pagare, coloro che offrono contenuti gratuiti al pubblico cosa potranno offrire, da parte loro, agli inserzionisti per potergli dare visibilità e, contemporaneamente, agli utenti per fargli godere di un contenuto senza troppi sbattimenti di navigazione e soprattutto senza cacciar fuori un soldo? Le notizie, la musica, i film, la tv-via-internet, sono messi a dura prova da questo tipo di comportamento di una fetta (quanto effettivamente grande?) degli utenti di Internet. Quello che trovi via Internet ha un prezzo. Essere un utente del web ha un prezzo. Perciò, se vuoi continuare a fare tutta questa roba gratuitamente, p.s.: non è stata volutamente affrontata la differenza tra rubare il lavoro di un altro (di molti altri) con download e streaming e, invece, scansare la pubblicità nei siti legali, come Youtube o le news. Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)