Nuovi libertini: intervista al medico tossicologo Salvatore Giancane

era ormai svanita, lasciandosi alle spalle un decennio che verrà ricordato come il peggiore di sempre per i decessi correlati all’uso e abuso di ogni tipo di droga. Secondo i dati forniti dal , e proprio in quel 2003 hanno perso la vita 429 persone. In quell’anno si stima che i (Istituto di Fisiologia Clinica, Consiglio nazionale delle ricerche), con una percentuale dell’ Cos’è cambiato in questi 13 anni di politiche proibizioniste, sovraffollamento delle carceri, sciacallaggio mediatico e incoraggiamento del L’eroina non sarà più così attraente per le giovani generazioni, no? Il si direbbe l’esatto opposto. Insomma, per la popolazione italiana dei giovanissimi in età scolastica – dai 15 ai 19 anni – vengono fotografate , in altre parole, per circa 5 casi su 10 si è trattato di una fatale intossicazione acuta indotta da eroina”. I si conferma quindi lo stupefacente che causa il maggior numero di decessi C’è dell’altro. Le statistiche relative al 2015 non sono ancora state pubblicate, ma intanto ), tornando di fatto a confermare il trend dell’anno ancora precedente, il 2013 (1.9%). Insomma, Fissato il quadro, abbiamo chiesto al dottor Salvatore Giancane – medico tossicologo del Ser.T e docente della Scuola di specializzazione in psichiatria – di spiegarci queste tendenze e analizzare il panorama attuale. Dottor Giancane, è corretto quindi parlare di un ritorno dell’eroina oggi? . Io la chiamo ‘la vecchia signora’, perché sopravvive a qualsiasi tendenza e a qualsiasi moda, E questo è proprio quello che è avvenuto negli ultimi anni. Quindi si è adattata alle esigenze dei nuovi consumatori? A parte quelli abituali, perché un adolescente oggi dovrebbe esserne incuriosito a tal punto da decidere di provarla? , per il quale tutte le sostanze agiscono modificando lo stato di coscienza e fanno male allo stesso modo, senza distinguere tra quelle più o meno dannose. Se fossi un ragazzino che sente ripetere queste parole per l’intera adolescenza, e decidessi di provare a fumare una canna, non riscontrando poi nella mia esperienza (o in quella dei miei amici) gli effetti di cui sento parlare — overdose, psicosi, demenze —, per me . Così sarei portato a pensare che per tutta la vita ho avuto a che fare con persone che delle droghe sanno meno di me, o che comunque esagerano non si aumenta il livello di attenzione verso le droghe leggere ma si sdoganano e si promuovono quelle pesanti. Parlando quindi di mutamenti: com’è cambiata la produzione e lo spaccio? e non è più l’importatore unico di eroina in Italia. Durante la prima ondata dell’eroina le raffinerie italiane si nascondevano in Sicilia, il prodotto viene raffinato sul posto e arriva attraverso una miriade di gruppi criminali (Albania, Montenegro, Turchia) e sbarcano poi sull’Adriatico, principalmente nelle Marche e in Abruzzo; oppure attraverso l’ , e una volta arrivata in Egitto viene portata qui (Pakistan, Tanzania, Nigeria). In questo modo non arriva più il classico carico di 5 tonnellate, ma arrivano piuttosto 30 carichi da 50 kg l’uno, molto più difficili da intercettare. : trent’anni fa una busta veniva dalle 30.000 alle 50.000 lire, Questo significa che anche un ragazzino con la paghetta può permettersela che è stata promossa dagli stessi pusher. A questo potrebbero aver contribuito le nuove dinamiche dello spaccio in strada. Quindi se io volessi procurarmi una dose a Bologna dove dovrei andare? Nella classica zona della stazione o in Piazza Verdi? A Bologna zone come quelle non sono assolutamente il teatro principale dello spaccio. Il ragnatela di pusher che passa per conoscenze personali, amici fidati, smartphone. che si assume per cercare di buttare giù l’abbuffata di eccitanti della notte; ci si vorrebbe riposare ma gli strascichi lo impediscono, e allora si combatte il Gli stereotipi e falsi miti legati alla figura del tossicodipendente non sono ancora stati sdoganati, insomma. le droghe si sono diffuse a livello commerciale, interessano varie fasce d’età, vari strati sociali, Eppure il fenomeno non si nota perché è illegale. Non si può ammettere a un collega di lavoro che si fa uso di LSD. Dunque : la malattia, la dipendenza, l’overdose, l’HIV, lo stupro, la delinquenza associata. è diffusissimo ma è ancora un tabù parlarne. Eppure paradossalmente si tratta di un fenomeno sul quale crollano le resistenze: persone moraliste, proibizioniste nella vita di tutti i giorni, inserite in un contesto di questo tipo ammorbidiscono le loro posizioni rispetto all’assunzione della droga. , così come esiste il consumo problematico; esistono gli abusi, le dipendenze. Esiste un danno , molto provocatorio, che diceva: “Basta con questa storia delle droghe più o meno pericolose, ”. Ecco, esiste sì un potenziale pericoloso delle droghe, ma anche la stupidità umana può fare moltissimi danni. Una dose di metadone per cercare di svoltare la giornata si ricava con 5-10 euro. È chiaro che così, con 150-200 euro al mese di spesa, te la cavi da solo. . È dimostrato che chi ha un problema con le droghe ed è in rapporto con un servizio di cura ha sempre comunque un andamento migliore. Ecco, parliamo di riduzione del danno. Si tratta di una politica volta alla riduzione delle conseguenze dell’uso di droghe per i consumatori e per la popolazione che convive con loro. In Italia è una pista seguita? Non c’è nei rapporti ufficiali, non esiste in Parlamento quando si parla di droghe, è sparita dalle politiche locali dei Comuni e delle Regioni. Sarebbe fondamentale perché con 15 cent di spesa per l’acquisto di una siringa si può evitare un caso di HIV o di epatite ed una possibile spesa di centinaia di migliaia di euro in cure. Invece in Italia tutti i soldi vanno sulla terapia e sulla repressione. Inoltre, i pochi fondi che prima finanziavano la riduzione del danno adesso vengono piuttosto destinati ai servizi per il Un fattore di aumento del rischio sono proprio i media e ciò che farà l’informazione di te, come banalizzerà la tua storia e demonizzerà le sostanze che consumi. Anche il giornalismo può arrecare grossi danni e — come diceva il dottor Giancane in : “Alla fine la cultura, la conoscenza, è il modo migliore per ridurre i potenziali rischi di una sostanza”. Ripartiamo da qui. Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)