L’impeachment a Dilma Rousseff

, è un istituto giuridico tramite il quale si prevede il rinvio a giudizio di titolari di cariche pubbliche nel qual caso essi abbiano commesso Quando si parla di tale istituto, non può che venire alla mente ciò che successe nel 1999 al Presidente statunitense Bill Clinton, reo di aver mentito riguardo alla sua relazione segreta con Monica Lewinsky, oppure ad Andrew Johnson, successore di Abraham Lincoln, nel più lontano 1868 per supposti abusi nell’esercizio dei suoi poteri. ci sono stati due tentativi da parte delle opposizioni nell’attivare la procedura di messa in stato d’accusa, prevista dall’articolo 90 della Costituzione, contro i Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga nel 1991 e più recentemente Giorgio Napolitano nel 2014. In questi ultimi mesi, tale procedimento è tornato alla ribalta delle cronache nei confronti della Presidente brasiliana in carica , la quale potrebbe così diventare il terzo Presidente sudamericano, dopo Martedì 6 e mercoledì 7 ottobre scorsi, due sentenze del Tribunal de Contos de União (TCU), il corrispettivo della nostrana Corte dei Conti, hanno annunciato che dello Stato brasiliano per l’anno 2014, presentato dal Governo presieduto dalla Rousseff, per nascondere la critica situazione economica del Paese e al tempo stesso condizionare la campagna elettorale che ha visto la stessa La TCU, tra le altre cose, ha contestato al Governo ben che interessano 106 miliardi di Real, all’incirca 24 miliardi di euro. In sostanza la Rousseff avrebbe finanziato, in maniera parziale, alcuni programmi di welfare pubblici, lanciati dal suo predecessore e mentore , coi soldi delle banche, senza però segnalarlo nel bilancio statale. Lo scandalo è però molto più grande di quello che effettivamente sembra, dato che a partire dal 2014 è in corso un’indagine denominata un’estesa rete di tangenti tra la Petrobras e la classe politica brasiliana , tra cui molti esponenti del Partito dei Lavoratori (PT), il Partito di Governo della Rousseff . è la più grande azienda petrolifera pubblica del Brasile, e nel 2014 i giudici brasiliani hanno scoperto questo fatto di appalti, deviazioni illecite di fondi pubblici e scambio illegale di denaro, che coinvolge i dirigenti della compagnia petrolifera e le principali aziende brasiliane per le costruzioni e i lavori pubblici, tra le quali Camargo Corrêa, Oas, Utc-Constram, Odebrecht e Mendes Júnior. Queste società si sono occupate della costruzione delle infrastrutture per l’estrazione del petrolio al largo delle coste brasiliane e hanno formato un del loro reale valore. I partiti di Governo, in cambio del loro assenso, hanno ricevuto , in particolare il Partito dei Lavoratori, quello della Rousseff, il Partito del movimento democratico brasiliano, alleato del governo, e il Partito progressista. La Rousseff non è direttamente coinvolta nell’inchiesta anche se l’opinione pubblica brasiliana è convinta che ne fosse al corrente, soprattutto essendo stata Ministro delle Miniere e dell’energia nel primo Governo Lula, dal 2003 al 2005 e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Petrobras in quegli stessi anni. Tutto è iniziato nei primi giorni di marzo, quando la Rousseff ha nominato l’ex presidente brasiliano Dopo qualche ora però un giudice federale ha bloccato la nomina di Lula, sostenendo che ci fosse un il Congresso brasiliano ha deciso di avviare la procedura di messa in stato di accusa nei confronti della che l’11 aprile scorso hanno votato, con 38 voti a favore e 27 contrari, a proseguire con la procedura di impeachment con l’accusa di irregolarità contabili nel periodo di governo tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 e, appunto, di abuso di potere. Partito Democratico Brasiliano ha tolto, per acclamazione, il sostegno al Governo , sancendo di fatto la fine della maggioranza parlamentare della Rousseff. , con 367 deputati su 513 totali, superando, e non di poco, la maggioranza di due terzi necessaria. e sospendere per un periodo massimo di 180 giorni la Rousseff, periodo in cui verrà sostituita dall’attuale vicepresidente Temer, portatore di istanze politico-sociali-economiche opposte a quelle dell’attuale Presidente, rischia a sua volta l’impeachment, data la corresponsabilità nell’approvazione delle leggi finanziarie per cui è sotto accusa la Rousseff. Entro i 180 giorni, i senatori dovranno comunque esaminare tutte le carte riguardanti la richiesta di messa in stato d’accusa e voteranno definitivamente, questa volta a maggioranza di due terzi, , mentre se le discussioni in Senato dovessero durare più di sei mesi, senza che si arrivi ad una decisione, se non quella di cattiva gestione dei conti pubblici risalente all’anno 2014. Questa, in ogni caso, è un’accusa di mera natura politica che non rientra assolutamente tra le condizioni necessarie per aprire una procedura di impeachment. Non è assolutamente semplice prevedere le conseguenze della messa in stato di accusa contro la Rousseff, ma tant’è che rimane abbastanza evidente il brasiliana senza che ci siano reali prove, o comprovate responsabilità, per i presunti trucchi di bilancio o per l’abuso di potere, anche se il super testimone ha dichiarato che sia la Rousseff che Lula erano a conoscenza delle irregolarità riguardanti la società statale del petrolio. La Rousseff, e questo è un dato di fatto, è stata condannata, almeno inizialmente, da una Camera dei Deputati anch’essa coinvolta nelle vicende di corruzione e tangenti, soprattutto nella persona di Eduardo Cunha, il Presidente della Camera e terza carica dello Stato, indagato per aver ricevuto innumerevoli tangenti e di possedere conti in svariati paradisi fiscali. sta certamente pagando un prezzo che va ben oltre le sue reali responsabilità, diventando così la vittima della dove i contrappesi tra il potere legislativo e quello giudiziario sono ormai saltati. in cui chi la giudica non ha l’autorità per giudicare nulla, perché è in realtà il colpevole, riferendosi al fatto che Cunha è indagato, mentre lei no, dai giudici brasiliani. Si è detta inoltre convinta del fatto che è stata oggetto di mira semplicemente perché è una , “dato che a un uomo non sarebbe stato riservato questo trattamento”, allontanando anche la giustificazione di richiesta di impeachment con la recessione economica che sta vivendo il Brasile in questi ultimi anni, “Se la crisi economica fosse un motivo per giustificare la destituzione di un presidente eletto democraticamente, allora non ci sarebbe un solo presidente in nessun Paese che rimarrebbe in carica per tutto il suo mandato.” Il momento difficile che sta attraversando il Brasile è la mera conseguenza di un e da alcuni ritenuto persino “utile” al fine di inaugurare una nuova stagione, sia politica che economica. Le ultime indiscrezioni che danno l’ex Presidente Lula, ancora stimato dalla maggior parte dei brasiliani, pronto per la difficoltà, in Sudamerica ma non solo li, nel trovare nuovi Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)